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Le Orme

Le Orme 1973

La Storia di una Leggenda del Rock Progressivo Italiano

Le Orme sono uno dei gruppi più importanti e influenti nella scena del rock progressivo italiano, con una carriera che abbraccia oltre cinque decenni. Nati a Venezia alla fine degli anni Sessanta, la loro musica ha attraversato numerosi cambiamenti stilistici, passando dal beat alla psichedelia, fino a diventare una delle formazioni simbolo del prog italiano. Il loro suono, arricchito da influenze classiche, elettroniche e psichedeliche, li ha portati a essere considerati pionieri di un movimento che ha segnato profondamente la musica del Bel Paese.

Le Origini: Beat e Psichedelia

La storia de Le Orme inizia nel 1966 a Marghera, vicino Venezia, quando un gruppo di giovani musicisti si unì sotto l’influenza delle sonorità beat e psichedeliche che stavano emergendo dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti. La formazione iniziale comprendeva Aldo Tagliapietra (voce e basso), Nino Smeraldi (chitarra), Claudio Galieti (basso) e Marino Rebeschini (batteria). Inizialmente, la band si esibiva principalmente con cover di gruppi internazionali come i Beatles ei Rolling Stones, unendosi al fermento musicale del beat italiano. Il loro primo singolo, “Fiori e colori”, venne pubblicato nel 1967 e risentiva chiaramente dell’influenza di questo stile, ma la band era ancora alla ricerca di una propria identità musicale.

Con il tempo, il gruppo si evolse e nel 1968 la formazione si consolidò con Aldo Tagliapietra, Michi Dei Rossi (batteria) e Tony Pagliuca (tastiere), una triade che avrebbe rappresentato l’anima creativa de Le Orme per gran parte della loro carriera . Fu in questo periodo che il loro suono cominciò a spostarsi verso orizzonti più ambiziosi e complessi.

“Collage”: La Nascita del Prog Italiano

La vera svolta arrivò nel 1971 con la pubblicazione di “Collage” , un album che segnò il passaggio definitivo della band al rock progressivo. L’album mostrava una chiara influenza di gruppi britannici come Emerson, Lake & Palmer e King Crimson, ma con un tocco tutto italiano. “Collage” fu un successo immediato, dimostrando che il pubblico era pronto ad abbracciare il nuovo suono sperimentale e colto che Le Orme stavano proponendo.

L’uso predominante delle tastiere di Pagliuca, insieme alla batteria intricata di Michi Dei Rossi e alla voce unica di Tagliapietra, divennero i tratti distintivi della band. Il brano “Collage” , che dà il nome all’album, è un perfetto esempio di questo nuovo stile: una fusione di musica classica e rock con arrangiamenti complessi e cambi di tempo repentini, una novità per la scena musicale italiana dell’epoca.

“Uomo di Pezza” e “Felona e Sorona”: Il Successo

Dopo il successo di “Collage”, Le Orme pubblicarono nel 1972 “Uomo di pezza” , considerato da molti uno dei capolavori del rock progressivo italiano. L’album contiene brani che sarebbero diventati iconici, come “Gioco di bimba” , una ballata delicata e malinconica che racconta una storia surreale e onirica. “Uomo di pezza” consolidò la loro fama non solo in Italia, ma anche all’estero, aprendo le porte a un tour europeo.

Ma il vero apice artistico è arrivato nel 1973 con l’album “Felona e Sorona” , un concept album che racconta la storia di due pianeti gemelli, uno luminoso e uno oscuro. Questo disco è ampiamente considerato il capolavoro assoluto de Le Orme e uno dei dischi più importanti del rock progressivo mondiale. L’opera venne addirittura tradotta in inglese grazie al supporto di Peter Hammill dei Van der Graaf Generator, che scrisse i testi per la versione internazionale. “Felona e Sorona” rimane un’opera di grande intensità emotiva e tecnica, con brani che oscillano tra momenti di grandiosa epicità e introspezione, e confermò definitivamente Le Orme come una delle principali formazioni prog a livello internazionale.

Gli Anni Settanta: Sperimentazione e Cambiamenti

Negli anni successivi, Le Orme continuarono ad esplorare nuove direzioni musicali. Nel 1974 pubblicarono “Contrappunti” , un altro album ambizioso che tuttavia non riuscì ad eguagliare il successo di “Felona e Sorona”. Il disco era caratterizzato da un approccio più sperimentale e complesso, con lunghe suite strumentali dominate dalle tastiere di Pagliuca, che in quegli anni era diventato il principale compositore del gruppo. Sebbene l’album fosse ben accolto dalla critica, il pubblico cominciava a essere meno ricettivo verso le sonorità prog, che in quel periodo stavano lentamente perdendo popolarità a favore di stili più semplici e diretti.

Nel 1975 uscì “Smogmagica” , un album registrato a Los Angeles che mostrava un leggero spostamento verso un suono più accessibile e commerciale, pur mantenendo l’eleganza e la complessità che aveva caratterizzato la loro produzione precedente. Tuttavia, il cambio di stile non fu ben accolto da tutti i fan della prima ora, e iniziò un periodo di crisi creativa e commerciale per la band.

Gli Anni Ottanta: La Difficile Transizione

Con l’arrivo degli anni Ottanta, il panorama musicale era radicalmente cambiato. Il rock progressivo era ormai fuori moda, sostituito da nuovi generi come il punk, la new wave e il pop elettronico. Le Orme cercarono di adattarsi ai tempi, pubblicando nel 1980 “Piccola rapsodia dell’ape” , un album che segnava un allontanamento dalle complesse sonorità prog a favore di un pop più diretto. Nonostante alcuni brani interessanti, l’album non riuscì a ripetere i fasti del passato e la band entrò in una fase di declino.

Nel 1982 uscì “Venerdì”, un album che rappresentava il tentativo di allinearsi con le nuove tendenze musicali, ma che segnò anche l’inizio di una lunga pausa per la band. Le Orme, come molti altri gruppi prog degli anni Settanta, si trovarono a dover affrontare una difficile transizione in un’epoca in cui la musica progressiva non era più di moda.

La Reunion e il Ritorno alle Origini

Dopo un lungo periodo di pausa, Le Orme tornarono sulle scene nel 1990 con una nuova formazione, che vedeva ancora Aldo Tagliapietra e Michi Dei Rossi come membri principali, ma con l’aggiunta di nuovi musicisti. Con la pubblicazione di “Orme”, la band cercò di riavvicinarsi alle sonorità prog che li avevano resi famosi negli anni Settanta, pur cercando di integrare elementi più moderni.

Negli anni Duemila, la band iniziò a partecipare a numerosi festival di rock progressivo in tutto il mondo, attirando l’attenzione di nuove generazioni di fan. Nel 2001 uscì l’album “Elementi”, che segnava un ritorno alle atmosfere progressive dei primi anni, con lunghe suite e arrangiamenti complessi. L’album fu ben accolto dalla critica e dal pubblico, confermando che il prog aveva ancora un suo seguito fedele.

La Fine di un’Epoca: L’Addio di Aldo Tagliapietra

Nel 2009, Aldo Tagliapietra, storico leader e voce della band, annunciò la sua decisione di lasciare Le Orme. Fu un colpo duro per i fan, poiché Tagliapietra rappresentava l’anima della band sin dagli inizi. Tuttavia, Le Orme decisero di continuare senza di lui, affidando il ruolo di cantante a Fabio Trentini . Nonostante le inevitabili difficoltà, la band riuscì a mantenere vivo il suo spirito, continuando a esibirsi e a pubblicare nuovi lavori, come l’album “La via della seta” (2011), un concept album ispirato ai viaggi e alle esplorazioni, e “Amico”. di ieri” (2015), che celebrava i 50 anni di carriera del gruppo.

Ad gloriam1969Progressive rock
L’aurora delle Orme1970Secondo album, con un sound più maturo e una maggiore complessità compositiva.
Collage1971Album più sperimentale della band, con un sound più elettronico e l’utilizzo di strumenti insoliti.
Uomo di pezza1972Uno degli album più amati dai fan, con brani più accessibili e melodie orecchiabili.
Felona e Sorona1973Concept album ispirato alla Divina Commedia, con testi impegnati e una musica complessa e articolata.
In concerto1974Registrazione dal vivo di un concerto che documenta l’energia e la potenza della band sul palco.
Contrappunti1974Album più sperimentale della band, con un sound più elettronico e l’utilizzo di strumenti insoliti.
Smogmagica1975Album con un sound più oscuro e introspettivo, con testi che affrontano temi esistenziali.
Verità nascoste1976Album con un sound più melodico e accessibile, che anticipa le sonorità degli anni ’80.
Storia o leggenda1977Raccolta che ripercorre la storia della band fino a quel momento.
Florian1979Ultimo album del decennio precedente, ma con influenze che anticipano gli anni ’80.
Piccola rapsodia dell’ape1980Sperimentazione di sonorità più radiofoniche, con un sound più leggero e accessibile.
Venerdì1982Continua la ricerca di un sound più commerciale, con brani più brevi e melodie più orecchiabili.
Orme1990Album che segna un ritorno alle origini, con un sound più rock e meno commerciale rispetto agli anni precedenti.
Orme & Friends1990Album celebrativo con la partecipazione di numerosi artisti.
Amico di ieri1997Rifacimenti di vecchi brani con la nuova formazione.
Il fiume1997Ritorno alle sonorità degli esordi.
Elementi2001Ritorno alle sonorità degli esordi, con un sound più maturo e introspettivo.
L’infinito2005Album concettuale ispirato all’infinito e alla ricerca di un senso più profondo.
Live in Pennsylvania2008Registrazione dal vivo di un concerto tenuto negli Stati Uniti.
Live Orme2009Ristampa di un concerto giapponese degli anni ’80, con brani inediti.
La via della seta2011Album che esplora sonorità più orientali e meditative.
Felona e/and Sorona 20162016Rielaborazione dell’album del 1973 in versione italiana e inglese.
Amico di ieri2017Ristampa di un album del 1997, con riarrangiamenti e nuove registrazioni.
ClassicOrme2017Raccolta che celebra i 50 anni di carriera della band.
Sulle ali di un sogno2019Nuovo album con brani inediti e riarrangiamenti di vecchi successi.

curiosità

Tony Pagliuca

  1. Passione per l’organo Hammond
    Pagliuca è stato uno dei primi in Italia ad esplorare le potenzialità dell’organo Hammond nel contesto del rock progressivo, influenzata dai grandi tastieristi britannici come Keith Emerson. Era così affezionato al suo strumento che spesso lo portava personalmente durante il tour.

  2. Collezionista di strumenti antichi
    Pagliuca non si è limitato agli strumenti elettronici. Nel corso della sua carriera ha raccolto strumenti musicali antichi, che lo hanno influenzato nella creazione di atmosfere particolari nei dischi più sperimentali del gruppo.

  3. Vita solitaria e contemplativa
    Negli anni recenti, Pagliuca si è dedicato a una vita più ritirata e spirituale, abbracciando tematiche religiose che si riflettono anche in alcune sue opere musicali soliste.


Aldo Tagliapietra

  1. Il maestro di sitar
    Tagliapietra è noto per aver introdotto il sitar nella musica italiana, imparando a suonarlo con dedizione. Questo strumento è protagonista in brani come India e testimonia il suo interesse per la musica orientale e la spiritualità indiana.

  2. Voce senza formazione accademica
    Nonostante la sua voce cristallina e inconfondibile, Tagliapietra non ha mai seguito corsi di canto professionale, sviluppando uno stile unico e spontaneo.

  3. Amante della pittura
    In parallelo alla musica, Aldo è un appassionato di pittura. I suoi quadri sono stati esposti in diverse mostre e riflettono un’estetica vicina al surrealismo.


Michi Dei Rossi

  1. Batterista autodidatta
    Michi non ha mai frequentato scuole di musica. Ha sviluppato il suo stile ritmico particolare osservando i grandi batteristi dell’epoca e adattandolo al rock progressivo.

  2. Famoso per i suoi set-up complessi
    Durante i concerti, Dei Rossi era noto per il suo kit di batteria particolarmente elaborato, che includeva strumenti percussivi insoliti come gong e campanacci.

  3. Collaborazioni oltre Le Orme
    Michi ha collaborato con vari artisti italiani, tra cui nomi della scena pop e cantautoriale, dimostrando la sua versatilità come musicista.


Curiosità sul gruppo nel suo insieme

  1. Origini Beat
    Prima di abbracciare il rock progressivo, Le Orme erano un gruppo beat influenzato da band come The Beatles e The Rolling Stones. Questa trasformazione fu decisiva per la loro ascesa.

  2. Album in inglese per il mercato internazionale
    L’album Felona e Sorona fu registrato anche in inglese, con testi scritti da Peter Hammill dei Van der Graaf Generator. Questo progetto segnò un tentativo del gruppo di fondare all’estero.

  3. Casa sull’albero
    Per trovare ispirazione, i membri del gruppo si incontravano spesso in un luogo molto particolare: una casa costruita su un albero, situata nella campagna veneta, che diventò un rifugio creativo.

libri

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