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Tom Petty

Ирина Лепнёва Tom Petty
📷 Ирина Лепнёва

La storia di un ribelle del rock

Gainesville, in Florida, un giovane con i capelli biondi spettinati e un sogno irraggiungibile guardava oltre l’orizzonte. Quel ragazzo era Tom Petty, nato il 20 ottobre 1950. Era cresciuto in una famiglia con pochi mezzi e aveva vissuto un’infanzia turbolenta a causa di un padre violento e freddo. Tuttavia, una luce brillava nelle sue giornate più buie: la musica. Fin da piccolo, era rimasto affascinato dalle canzoni che uscivano dalle radio e, soprattutto, dalla potenza della chitarra elettrica. Sarebbe stato il suo rifugio e la sua arma per sfuggire a un’esistenza che sembrava predestinata all’anonimato.

La svolta avvenne nel 1961, quando Tom incontrò Elvis Presley. Il Re del Rock stava girando un film in Florida e Tom, allora undicenne, ebbe la fortuna di vedere da vicino la star. Fu in quel momento che capì cosa voleva fare nella vita: diventare un musicista. Ha iniziato a coltivare il suo amore per il rock ‘n’ roll, comprando i dischi dei suoi artisti preferiti e imparando a suonare la chitarra da autodidatta. Aveva una missione: lasciare Gainesville e trovare la sua strada nel mondo della musica.

Il primo passo verso il sogno

Negli anni ’60, Tom formò la sua prima band, i Sundowners, con alcuni amici del liceo. La band suonava cover di gruppi famosi e partecipava a concerti locali, ma Tom sapeva che c’era qualcosa di più grande là fuori. Quando i Sundowners si sciolsero, fondò una nuova band chiamata Mudcrutch. Con questa formazione, Tom iniziò a prendere la musica più sul serio, inserendo canzoni originali e cercando di attirare l’attenzione delle case discografiche.

I Mudcrutch non erano destinati al successo immediato, ma divennero comunque una band di culto a Gainesville. Negli anni ’70, con l’aumentare della loro popolarità locale, decisero di trasferirsi a Los Angeles, sperando che la “Città degli Angeli” li aiutasse a realizzare i loro sogni. Ma il mondo della musica era spietato, e la band non riuscì a ottenere il successo sperato, portando infine al loro scioglimento. Tuttavia, Tom Petty non si arrese. Aveva trovato nuovi compagni di avventura, alcuni dei quali erano già nei Mudcrutch: il tastierista Benmont Tench e il chitarrista Mike Campbell.

La nascita degli Heartbreakers

Nel 1976, nacquero Tom Petty e gli Heartbreakers. Il loro omonimo album di debutto esplose nelle classifiche britanniche prima di farsi notare anche negli Stati Uniti. “Breakdown” divenne un singolo di successo, segnando l’inizio di un viaggio che avrebbe portato Petty e la sua band a diventare uno dei gruppi più influenti del rock. Con il secondo album, You’re Gonna Get It! (1978), la band consolidò la sua reputazione, ma fu il terzo disco, Damn the Torpedoes (1979), a proiettarli nel firmamento delle superstar. Con canzoni come “Refugee” e “Don’t Do Me Like That”, l’album divenne multiplatino e vendette milioni di copie.

Tom era riuscito a conquistare il mondo della musica, ma non senza difficoltà. Lungo la strada, dovette affrontare battaglie legali contro le case discografiche per il controllo della propria musica e la libertà artistica. Quando la sua etichetta cercò di aumentare il prezzo, lui lottò per mantenere il costo del nuovo album accessibile ai fan. In effetti, si batté per gli ideali che il rock ‘n’ roll aveva sempre sostenuto: ribellione, libertà e autenticità.

Il successo, la lotta e la reinvenzione

Negli anni ’80, Tom Petty divenne una figura centrale del rock americano. Collaborò con artisti del calibro di Stevie Nicks, Bob Dylan e George Harrison, e formò i Traveling Wilburys, un supergruppo che includeva anche Roy Orbison e Jeff Lynne. I Traveling Wilburys furono un successo immediato e un tributo al potere dell’amicizia e della musica.

Tuttavia, nonostante il successo, Tom non era immune alle difficoltà personali. Gli anni ’90 furono segnati da crisi nella sua vita privata, tra cui la fine del suo matrimonio con Jane Benyo, la sua prima moglie, e la battaglia contro la dipendenza dalle droghe. Fu un periodo di grande dolore, ma anche di rinascita artistica. L’album Wildflowers (1994) è considerato uno dei suoi lavori più intimi e potenti, in cui esplora i temi della solitudine, del cambiamento e della speranza.

La sua carriera proseguì con nuove avventure e successi. Echo (1999) e The Last DJ (2002) riflettevano la sua critica alla commercializzazione della musica e alla perdita dell’autenticità nel mondo moderno. La sua rabbia contro l’industria musicale era palpabile, ma non perse mai il senso dell’umorismo né la passione per la musica.

Il ritorno dei Mudcrutch e l’eredità del rock

Verso la fine della sua vita, Tom decise di rivisitare le sue radici musicali, riformando i Mudcrutch nel 2007. La band pubblicò due album, Mudcrutch (2008) e Mudcrutch 2 (2016), e andò in tour, dimostrando che nonostante il passare degli anni, lo spirito del giovane di Gainesville era ancora vivo e vegeto.

Tom Petty è sempre stato il più semplice musicista. Era un narratore, una ribelle e un uomo che credeva nel potere della musica come forza di cambiamento. Ha lasciato un’eredità che risuona ancora oggi, non solo nelle sue canzoni, ma anche nel modo in cui ha difeso i diritti degli artisti e ha cercato di mantenere viva l’integrità del rock ‘n’ roll.

Una fine improvvisa e un lascito eterno

Il 2 ottobre 2017, il mondo perse Tom Petty all’età di 66 anni a causa di un arresto cardiaco. La sua morte scosse il mondo della musica ei milioni di fan che avevano trovato conforto e ispirazione nelle sue canzoni. Il tour di 40º anniversario degli Heartbreakers era terminato appena una settimana prima, segnando la fine di una carriera che aveva visto alti e bassi, ma che era sempre stata caratterizzata da una passione incrollabile per la musica.

La storia di Tom Petty è quella di un artista che non ha mai perso la sua identità. Nonostante le avversità, ha sempre trovato il modo di raccontare le sue verità attraverso la musica. Le sue canzoni parlano di amore, libertà e lotta per ciò che è giusto. E soprattutto, Tom Petty ci ha insegnato a non arrenderci mai, perché anche nei momenti più bui, c’è sempre una luce da inseguire.

Con un catalogo di canzoni che spazia da classici come “Free Fallin’,” “American Girl,” “I Won’t Back Down,” fino alle ballate più intime di Wildflowers , la sua musica continua a vivere e ispirare nuove generazioni di ascoltatori . In fondo, Tom Petty non era solo un musicista, ma un simbolo del sogno americano: un ragazzo del sud che ha sfidato il mondo e ha vinto, un ribelle con una chitarra in mano e un cuore pieno di sogni.

Tom Petty and the Heartbreakers1976Album di debutto che presenta i classici “American Girl” e “Breakdown”. Un mix di rock and roll e country che ha definito il sound della band.
You’re Gonna Get It!1978Un album più rock rispetto al precedente, con brani più energici e un sound più maturo.
Damn the Torpedoes1979Considerato da molti il loro capolavoro, questo album contiene hit come “Don’t Do Me Like That” e “Refugee”. Un mix perfetto di rock, country e pop.
Hard Promises1981Un album più introspettivo, con ballate e canzoni più lente. Contiene il singolo di successo “The Waiting”.
Long After Dark1982Un album più sperimentale, con influenze rockabilly e psichedeliche.
Southern Accents1985Un ritorno alle radici country, con un sound più acustico e testi che celebrano il Sud degli Stati Uniti.
Let Me Up (I’ve Had Enough)1987Un album più rock, con brani potenti e un sound più duro.
Into the Great Wide Open1991Un album di rinascita, con un sound più moderno e influenze alternative. Contiene la celebre title track.
Echo1999Un album più intimo e riflessivo, con un sound più acustico e testi più personali.

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curiosità

Elvis Presley: l’incontro che cambiò tutto: Come molti altri rocker della sua generazione, Tom Petty fu profondamente influenzato da Elvis Presley. L’incontro con il Re del Rock quando era bambino fu un’esperienza che lo segnò indelebilmente e lo spinse a intraprendere la carriera musicale.

Mudcrutch: i primi passi: Prima di formare gli Heartbreakers, Petty faceva parte dei Mudcrutch, una band che includeva anche futuri membri degli Heartbreakers come Mike Campbell e Benmont Tench. Questa band, seppur di breve durata, fu fondamentale per la formazione musicale di Petty.

Gli Heartbreakers e il successo

Un nome ispirato: Il nome “Heartbreakers” fu scelto da Petty in quanto sentiva che la musica rock and roll “spezzava i cuori”.

Collaborazioni stellari: Oltre alla sua carriera con gli Heartbreakers, Petty ha collaborato con numerosi artisti di fama mondiale, tra cui Bob Dylan, George Harrison, Jeff Lynne e molti altri.

Un sound unico: Il sound degli Heartbreakers era caratterizzato da un mix di rock, country e folk, creando un’atmosfera unica e riconoscibile.

Una vita semplice: Nonostante il successo, Petty era noto per la sua vita semplice e schiva. Preferiva trascorrere il suo tempo libero nella sua fattoria in California.

L’amore per l’automobilismo: Petty era un grande appassionato di automobili e possedeva una vasta collezione di auto d’epoca.

Un animo gentile: Era noto per la sua gentilezza e la sua disponibilità verso i fan. Molte storie raccontano di come Petty si prendesse il tempo per parlare con i fan e firmare autografi dopo i concerti.

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Tom Petty. Da Elvis a Dylan e Johnny Cash

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Tom Petty, icona del rock americano, ha lottato per cause sociali e contro l'industria discografica, attraversando decenni di musica con gli Heartbreakers e collaborando con leggende come Bob Dylan

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