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Willie Nelson

1280px Willie Nelson 2009

Il Viaggiatore Ribelle della Musica Americana

Nella polvere rossa del Texas, tra i campi di cotone e le strade battute dal sole, nasce una leggenda. Willie Nelson, figlio di Abbott, Texas, il 29 aprile 1933, non è solo un musicista: è la voce di un’America che sogna, lotta e non si arrende mai. Questa è la sua storia, raccontata come un viaggio, tra note, ribellioni, amori e ideali, pronta per essere pubblicata e ottimizzata per chi cerca la vera anima di Willie Nelson.

Le radici: l’infanzia tra polvere e musica

Willie Nelson nasce in una famiglia segnata dall’abbandono: la madre Myrle se ne va poco dopo la sua nascita, il padre Ira lo segue qualche anno dopo. Rimangono lui e la sorella Bobbie, cresciuti dai nonni, predicatori metodisti, in una casa piena di musica e fede. La piccola Abbott è un microcosmo texano: chiese, radio che trasmettono gospel e country, campi da lavorare. Willie Nelson, bambino ribelle e curioso, si innamora della chitarra a sei anni, e a dieci già suona alle feste locali, la sorella Bobbie al piano accanto a lui.

La musica è rifugio e promessa. Willie Nelson ascolta Bob Wills, blues, polka, canzoni messicane. La radio è la sua finestra sul mondo, la chitarra il suo passaporto. A scuola è un atleta, ma la vera passione è comporre: scrive canzoni su tutto ciò che vede e prova. Dopo il diploma, tenta l’università a Baylor, ma la musica chiama più forte. Inizia così la lunga strada verso il sogno.

Gli anni della gavetta: tra lavori umili e prime canzoni

Willie conosce la fatica: raccoglie cotone, vende enciclopedie, fa il DJ tra Texas, Oregon e California. Ogni esperienza diventa materia per le sue canzoni. Negli anni ’50 incide i primi dischi, spesso autoprodotti, e si fa notare nei locali honky-tonk. Ma il successo tarda ad arrivare.

Nel 1960, la svolta: si trasferisce a Nashville, la Mecca della country music. Qui, la sua penna inizia a brillare. Scrive “Crazy” per Patsy Cline, “Hello Walls” per Faron Young, “Night Life” per Ray Price. Le sue canzoni scalano le classifiche, ma come interprete fatica a imporsi. È un autore di successo, ma il palco sembra negargli il trionfo.

La rivoluzione “Outlaw”: la nascita di una leggenda

Stanco delle regole rigide di Nashville, Willie Nelson torna in Texas nei primi anni ’70. Austin è la città dei giovani ribelli, della controcultura, dei capelli lunghi e delle camicie di jeans. Willie cambia look: trecce rosse, bandana, jeans sdruciti. Si libera dai vincoli dell’industria e trova la sua vera voce, diventando il simbolo del movimento “outlaw country” insieme a Waylon Jennings.

Il 1975 è l’anno della consacrazione: esce “Red Headed Stranger”, un concept album narrativo e acustico che sorprende tutti. La ballata “Blue Eyes Crying in the Rain” conquista l’America. Willie diventa un’icona, un ponte tra il country tradizionale e il rock, tra le radici e la sperimentazione. La sua voce rilassata, il fraseggio dietro il tempo, la chitarra “Trigger” dal suono unico: nasce il mito.

Il successo planetario e la consacrazione

Gli anni ’70 e ’80 sono un trionfo. Willie Nelson pubblica “Stardust” (1978), un album di standard pop e jazz che vende milioni di copie. “Always on My Mind” (1982) diventa una hit mondiale. Il duetto con Julio Iglesias, “To All the Girls I’ve Loved Before” (1984), lo rende una star anche fuori dagli Stati Uniti. I suoi dischi scalano le classifiche di tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda all’Europa.

Willie Nelson non si ferma alla musica: debutta al cinema con “The Electric Horseman” (1979) e “Honeysuckle Rose” (1980), dove nasce l’inno “On the Road Again”. La strada è la sua casa, il tour la sua religione. In ogni concerto, Willie trasforma la fatica della vita in poesia.

Le cadute e le rinascite: il fisco, la famiglia, la forza

Nel 1990, la tempesta: l’IRS gli contesta 16,7 milioni di dollari di tasse non pagate. Gli sequestrano case, strumenti, ricordi. Ma Willie Nelson reagisce come solo i grandi sanno fare: incide “The IRS Tapes: Who’ll Buy My Memories” (1991), un album per pagare i debiti. I fan lo aiutano, la comunità si stringe attorno a lui. Willie Nelson si rialza, più forte di prima.

La famiglia è il suo porto sicuro. Quattro matrimoni, sette figli, amori turbolenti e passioni travolgenti. La sorella Bobbie è la sua compagna di viaggio, i figli Lukas e Micah seguono le sue orme musicali. La moglie Annie D’Angelo, sposata nel 1991, è la roccia su cui costruisce una nuova serenità. La famiglia Nelson diventa una piccola orchestra, un clan affiatato che condivide palco e vita.

L’attivismo: il cuore grande di Willie Nelson

Willie Nelson non è solo un musicista: è un attivista, un filantropo, un sognatore. Nel 1985 fonda Farm Aid insieme a Neil Young e John Mellencamp, un concerto benefico per aiutare i piccoli agricoltori americani in crisi. Da allora, Farm Aid è un appuntamento fisso, una battaglia per la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale.

Willie Nelson si batte per la legalizzazione della marijuana, per i diritti civili, per la pace. La sua voce è sempre dalla parte degli ultimi, dei dimenticati, dei ribelli. La sua ranch in Texas è un’oasi di semplicità, tra cavalli, animali e natura. Willie vive come canta: libero, autentico, in armonia con il mondo.

La maturità: la saggezza di un patriarca

Negli anni 2000 e 2010, Willie diventa il patriarca della musica americana. Incide album di standard (“Stardust”, “Let’s Face the Music and Dance”), duetti con artisti di ogni genere, tributi a Frank Sinatra (“My Way”, “That’s Life”). Collabora con Ray Charles, Merle Haggard, Wynton Marsalis. Ogni disco è un viaggio nuovo, ogni canzone una lezione di vita.

Nel 2024 pubblica il suo 75° album, “The Border”. A 91 anni, la sua voce è più calda che mai, la chitarra “Trigger” continua a raccontare storie. Willie Nelson canta la vecchiaia, la morte, la memoria, ma sempre con un sorriso ironico e una speranza ostinata.

Il mito oggi: un’eredità senza confini

Willie Nelson è più di una star: è un simbolo. Ha vinto otto Grammy, il Grammy Legend Award, il Lifetime Achievement Award, e decine di altri riconoscimenti. Ha scritto oltre 200 album, più di 130 singoli, 25 dei quali hanno raggiunto il numero uno negli Stati Uniti. La sua influenza attraversa generi, generazioni, continenti.

La sua vita è un romanzo: bambino abbandonato, poeta ribelle, icona pop, padre affettuoso, attivista instancabile. Ogni ruga racconta una storia, ogni canzone una battaglia. Willie Nelson è la voce di chi non si arrende, di chi crede che la musica possa cambiare il mondo.

Il viaggio continua

Willie Nelson è ancora “on the road”, tra palchi, ranch, studi di registrazione. La sua storia è la storia di un’America che non smette di sognare. Chi ascolta Willie trova conforto, ribellione, poesia. La sua voce ci ricorda che la vita, come la musica, è un viaggio senza fine: a volte difficile, spesso sorprendente, sempre degno di essere vissuto.

E mentre il sole tramonta sulle pianure del Texas, una chitarra suona ancora. È Willie Nelson, il viaggiatore ribelle, che ci invita a seguirlo, ancora una volta, lungo la strada della musica e della libertà.

…And Then I Wrote1962Debutto discografico, include classici come “Crazy” (reso famoso da Patsy Cline).
Country Willie: His Own Songs1965Primo album con RCA, consolidamento come autore country.
Red Headed Stranger1975Concept album rivoluzionario, minimalista e narrativo (contiene “Blue Eyes Crying in the Rain”).
Stardust1978Album di standard pop/jazz, tra cui “Georgia on My Mind” e “All of Me”.
Honeysuckle Rose1980Colonna sonora dell’omonimo film, con duetti e sonorità country tradizionale.
Always on My Mind1982Versione iconica dell’omonimo brano e altri successi romantici.
Pancho & Lefty (con Merle Haggard)1983Collaborazione leggendaria con Haggard, country outlaw.
The Promiseland1986Ritorno a tematiche rurali e sonorità tradizionali.
Across the Borderline1993Album eclettico con collaborazioni (Dylan, Sinéad O’Connor).
Teatro (con Daniel Lanois)1998Produzione atmosferica e sperimentale, suoni folk-rock.
Milk Cow Blues2000Tributo al blues, con cover di classici del genere.
Country Music2010Album acustico prodotto da T Bone Burnett, ritorno alle radici.
Band of Brothers2014Prima volta in 18 anni con maggioranza di brani inediti scritti da lui.
Summertime: Willie Nelson Sings Gershwin2016Omaggio ai fratelli Gershwin, tra jazz e country.
Ride Me Back Home2019Riflessioni sulla mortalità e temi sociali, sound rilassato.
First Rose of Spring2020Album malinconico, dedicato all’amore e al tempo che passa.
The Willie Nelson Family2021Registrazioni con la sua band familiare, mix di gospel e country.
A Beautiful Time2022Vincitore di un Grammy, celebra la vita nonostante l’età avanzata.

curiosità

La canna sul tetto della Casa Bianca
Uno degli episodi più leggendari della sua vita avvenne nel 1977, quando, invitato dal presidente Jimmy Carter dopo il concerto per l’insediamento, Willie si ritrovò a fumare una canna sul tetto della Casa Bianca. Questo aneddoto, ormai entrato nel mito, simboleggia il suo spirito ribelle e la sua battaglia per la legalizzazione della cannabis.

Arresti e incontri con la legge
Willie Nelson è stato arrestato più volte per possesso di marijuana. Memorabile l’episodio del 1994, quando, fermatosi per un pisolino in auto vicino a Waco, fu svegliato da due poliziotti e portato in carcere. Rischiava sei mesi di galera, ma il caso fu archiviato per irregolarità nella perquisizione. In segno di pace, tornò a suonare gratis per la Sheriffs’ Association of Texas, ribadendo la sua posizione sulle leggi antiquate contro la cannabis.

La chitarra “Trigger”
La sua chitarra Martin N-20, soprannominata “Trigger”, è diventata un’icona quanto lui. Willie l’ha personalizzata con un foro creato dal plettro e decine di firme di amici e colleghi. Ha rischiato di perderla in un incendio, ma la salvò personalmente dalle fiamme, dimostrando l’attaccamento quasi mistico allo strumento che lo accompagna dal 1969.

Mille mestieri prima del successo
Prima di diventare famoso, Willie ha svolto ogni tipo di lavoro: raccoglitore di cotone, venditore porta a porta di Bibbie, enciclopedie e aspirapolveri, DJ radiofonico, barista, boscaiolo, sellaio e persino operatore telefonico. Ha anche trascorso un breve periodo nell’Air Force. Questa gavetta ha forgiato il suo carattere e arricchito il suo repertorio di storie.

Il DJ con il soprannome più lungo
Durante il suo periodo come DJ a Vancouver, Washington, Willie si fece chiamare “Cotton-pickin’, snuff-dippin’, tobacca-chewin’, stump-jumpin’, gravy-soppin’, coffee-pot-dodgin’, dumplin-eatin’, frog-giggin’ hillbilly from Hill County, Texas”, probabilmente uno dei soprannomi più lunghi mai sentiti in radio.

Il ranch e la vita semplice
Willie vive in una baita di cedro nella Hill Country texana, su una proprietà di 700 acri dove si prende cura di 60 cavalli salvati dal macello. Ha costruito anche un villaggio in stile Far West per il film “Red Headed Stranger” e un campo da golf chiamato “Pedernales Cut ‘N Putt”, famoso per la regola “niente scarpe, niente maglietta, niente problemi”.

Il legame con la cannabis
Willie attribuisce la sua longevità e serenità all’uso della marijuana, che ha sostituito alcol e tabacco dal 1978. Secondo lui, la cannabis gli ha salvato la vita e ha contribuito a tenerlo lontano dai guai. Ha anche fondato la sua linea di prodotti, “Willie’s Reserve”, e si è sempre battuto per i benefici medici ed economici della legalizzazione.

Amicizie e partite a scacchi al buio
Tra le sue amicizie più curiose c’è quella con Ray Charles, con cui ha giocato una memorabile partita a scacchi… al buio!

L’attivismo politico
Negli anni ’90, Willie ha sostenuto la candidatura di Gatewood Galbraith, avvocato favorevole alla legalizzazione della cannabis, girando il Kentucky su una Cadillac alimentata a canapa e suonando ai suoi comizi. Anche se Galbraith non ha mai vinto, Willie ha continuato a sostenerlo con entusiasmo.

Generosità e ironia
Willie è noto per la sua generosità: offre sempre da fumare agli ospiti e mette tutti a proprio agio. La moglie Annie racconta che la routine di Willie prevede vaporizzatore, cioccolata alla cannabis e grande attenzione alla salute, soprattutto dopo aver sofferto di enfisema polmonare

libri

willie nelson My life. È una lunga storia

My life. È una lunga storia

A 90 anni, il leggendario Willie Nelson racconta la sua epica vita tra Texas, musica, amori, attivismo e libertà: un’autobiografia autentica del fuorilegge più amato del country rock.