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Burning Spear

Burning Spear

Il Portavoce della Coscienza Nera

Nel cuore pulsante della Giamaica, tra le montagne di Saint Ann’s Bay, una voce nasce per diventare il simbolo della resistenza, della spiritualità e della consapevolezza nera: Winston Rodney, al mondo noto come Burning Spear.
La sua storia è un viaggio attraverso i suoni, i messaggi e le lotte di un’intera generazione, un racconto che attraversa decenni di musica, rivoluzione e spiritualità.
Burning Spear non è solo un artista: è un profeta, un educatore, un testimone della storia del reggae e della cultura rastafari.


Le Radici – Saint Ann’s Bay e la Nascita di una Coscienza

Saint Ann’s Bay, Giamaica, 1948.
Qui, tra le piantagioni di canna da zucchero e le storie tramandate dagli anziani, nasce Winston Rodney.
Fin da bambino, Rodney cresce immerso nella tradizione orale, nei racconti dei suoi antenati, nelle canzoni di lavoro e nella spiritualità della comunità rastafari che, in quegli anni, si sta diffondendo sull’isola.

La famiglia di Winston è umile: il padre lavora nei campi, la madre si occupa della casa.
Ma la povertà non spegne la curiosità e la sete di conoscenza del giovane Rodney.
A scuola, impara a leggere e scrivere, ma la vera educazione arriva dalla strada, dai dibattiti tra gli anziani, dalle discussioni sulla storia africana e sul movimento di Marcus Garvey.

Proprio a Saint Ann’s Bay, Winston incontra per la prima volta la musica reggae, ancora agli albori.
Ascolta le prime registrazioni di Coxsone Dodd e Duke Reid, si innamora dei ritmi sincopati e dei messaggi di emancipazione che i cantanti trasmettono attraverso le loro canzoni.


L’Incontro con Bob Marley – Il Destino Chiama

Negli anni Sessanta, Winston Rodney lavora come autista e fa la spola tra Saint Ann’s Bay e Kingston.
È proprio durante uno di questi viaggi che, per caso, incontra Bob Marley.
Il futuro re del reggae è ancora un ragazzo, ma la sua determinazione e la sua visione colpiscono profondamente Winston.

Marley incoraggia Rodney a seguire la sua vocazione musicale e gli suggerisce di rivolgersi a Clement “Coxsone” Dodd, il leggendario produttore di Studio One.
Così, nel 1969, Winston Rodney si presenta a Kingston con una demo sotto braccio e il cuore pieno di speranza.


Gli Esordi a Studio One – La Nascita di Burning Spear

Coxsone Dodd ascolta la voce di Winston e rimane colpito dalla sua intensità e dalla sua profondità.
Gli offre un contratto e, nel 1969, esce il primo singolo di Burning Spear: “Door Peep”.
Il nome “Burning Spear” viene scelto da Winston in onore del leader africano Jomo Kenyatta, che lottò per l’indipendenza del Kenya.

Gli anni a Studio One sono fondamentali per la formazione artistica di Rodney.
Registra una serie di singoli che diventano immediatamente cult: “Creation Rebel”, “He Prayed”, “Zion Higher”.
I testi parlano di emancipazione, spiritualità, orgoglio africano.
La voce di Burning Spear diventa il megafono della coscienza nera.


L’Ascesa – La Trilogia degli Anni Settanta

Negli anni Settanta, Burning Spear pubblica una trilogia di album che lo consacrano come uno dei più grandi artisti del reggae: “Marcus Garvey” (1975), “Man in the Hills” (1976) e “Social Living” (1978).
“Marcus Garvey” è un manifesto politico e spirituale, un inno alla resistenza e all’orgoglio africano.
Le canzoni come “Slavery Days”, “The Invasion” e “Red, Gold and Green” diventano inni generazionali.

Burning Spear si esibisce in tutto il mondo, portando il suo messaggio di pace, giustizia e consapevolezza.
La sua musica unisce spiritualità e impegno sociale, diventando punto di riferimento per la comunità rastafari e per tutti coloro che lottano per la libertà.


Gli Anni Ottanta e Novanta – L’Evoluzione e il Successo Internazionale

Negli anni Ottanta, Burning Spear si trasferisce negli Stati Uniti e fonda la sua etichetta, Burning Music Productions.
Continua a pubblicare album di successo come “Resistance” (1985), “Mistress Music” (1988) e “Chant Down Babylon” (1990).
La sua musica diventa sempre più raffinata, i testi più profondi, i messaggi più universali.

Negli anni Novanta, Burning Spear ottiene riconoscimenti internazionali, tra cui diverse nomination ai Grammy Awards.
Il suo album “The World Should Know” (1993) e “Rasta Business” (1995) consolidano la sua fama di artista impegnato e innovativo.


Il Ritorno alle Radici – Gli Anni Duemila

Negli anni Duemila, Burning Spear continua a esibirsi in tutto il mondo, portando il suo messaggio di pace e giustizia.
Pubblica album come “Free Man” (2015) e “No Destroyer” (2019), dimostrando una vitalità artistica senza eguali.

La sua musica diventa sempre più spirituale, i testi parlano di unità, amore e rispetto per la natura.
Burning Spear è ormai un’icona vivente del reggae, un punto di riferimento per le nuove generazioni di artisti e attivisti.


L’Eredità di Burning Spear – Un’Influenza Senza Confini

L’impatto di Burning Spear sulla musica e sulla cultura è incalcolabile.
La sua voce è diventata il simbolo della resistenza, della spiritualità e della consapevolezza nera.
Decine di artisti, da Damian Marley a Chronixx, si ispirano al suo esempio.

Burning Spear è stato nominato per il Grammy Award otto volte, vincendo nel 2000 per “Calling Rastafari”.
La sua musica continua a influenzare generazioni di ascoltatori in tutto il mondo.

Studio One Presents Burning Spear1973Debut album, prodotto da Clement “Coxsone” Dodd. Contiene classici come “Door Peep” e “Zion Higher”.
Rocking Time1974Secondo album per Studio One, con sonorità roots reggae tradizionali.
Marcus Garvey1975Capolavoro roots reggae, con temi politici e spirituali. Include “Slavery Days” e il titolo track.
Garvey’s Ghost1976Versione dub di Marcus Garvey, con remix strumentali e effetti di studio.
Man in the Hills1976Album più personale, con riferimenti all’infanzia rurale di Rodney.
Dry & Heavy1977Prodotto da Jack Ruby, con sonorità più sperimentali e influenze jazz.
Live1977Registrato al Rainbow Theatre di Londra, cattura l’energia dal vivo di Burning Spear.
Social Living1978Album impegnato, con testi su ingiustizia e unità sociale.
Hail H.I.M.1980Tributo alla spiritualità Rastafari, con arrangiamenti più ricchi.
Farover1982Passaggio a sonorità più internazionali, con influenze soul e funk.
Fittest of the Fittest1983Ritorno alle radici roots, con produzione pulita e messaggi forti.
Resistance1985Album potente con temi di resistenza e liberazione.
People of the World1986Approccio più melodico, con testi universali.
Mistress Music1988Sperimentazione con suoni più commerciali e pop-reggae.
Live in Paris Zenith ’881989Registrazione dal vivo che mostra l’evoluzione del sound della band.
Mek We Dweet1990Ritorno alle radici con produzione moderna.
Jah Kingdom1991Album spirituale con forti richiami alla fede Rastafari.
The World Should Know1993Riflessioni su ingiustizia globale e potere della musica.
Rasta Business1995Vincitore di un Grammy, con sonorità classiche e testi profondi.
Appointment with His Majesty1997Album maestoso, con arrangiamenti orchestrali.
Calling Rastafari1999Vincitore del Grammy per “Best Reggae Album”.
Free Man2003Prodotto autonomamente, con un sound essenziale e diretto.
Our Music2005Celebrazione della musica roots e della cultura Rastafari.
Jah Is Real2008Ultimo album in studio, vincitore di un Grammy.

curiosità

. Il Nome “Burning Spear”

Winston Rodney scelse il nome d’arte “Burning Spear” ispirandosi a Jomo Kenyatta, leader della lotta per l’indipendenza del Kenya, soprannominato “Burning Spear” (Lancia Ardente) per il suo ruolo nella liberazione del paese. Ma il nome va oltre il semplice omaggio: è un simbolo di resistenza, forza e speranza, valori che Rodney ha sempre portato avanti nella sua musica e nella sua vita.

L’Incontro con Bob Marley

Uno degli aneddoti più celebri riguarda proprio il primo incontro tra Winston Rodney e Bob Marley. Rodney lavorava come autista e, durante un viaggio verso Kingston, si fermò a casa di Marley. I due giovani artisti parlarono a lungo di musica, spiritualità e futuro. Fu Marley stesso a incoraggiare Rodney a recarsi da Coxsone Dodd, aprendogli così la strada verso il successo.

La Voce Profonda e Ipnotica

La voce di Burning Spear è unica: profonda, calda, ipnotica. Molti fan raccontano di essere stati “catturati” dal suono della sua voce già dalle prime note. Rodney non ha mai avuto una formazione musicale classica: la sua tecnica vocale è frutto di talento naturale, spiritualità e passione.

L’Amore per la Natura

Winston Rodney è profondamente legato alla terra e alla natura. Quando non è in tour o in studio, ama passare il tempo coltivando il suo giardino, raccogliendo frutta e verdure, vivendo in armonia con l’ambiente. Questa connessione con la natura si riflette anche nei suoi testi, pieni di riferimenti alla terra, all’acqua, al sole.

Il Rifiuto delle Mode

Nonostante il successo internazionale, Burning Spear ha sempre rifiutato di seguire le mode musicali. Ha mantenuto uno stile autentico, senza compromessi, scegliendo di restare fedele ai suoi valori e alla sua spiritualità. Questo gli ha garantito il rispetto di critica e pubblico, ma anche una certa indipendenza artistica.

L’Impegno Sociale

Burning Spear è sempre stato attivo nel sostenere cause sociali e umanitarie. Ha organizzato concerti benefit, sostenuto progetti per la comunità e diffuso messaggi di pace e unità attraverso la sua musica. La sua figura va oltre l’artista: è un educatore, un punto di riferimento per chi cerca giustizia e verità.

La Spiritualità Rastafari

La spiritualità è al centro della vita e della musica di Burning Spear. Rodney è un devoto rastafariano, ma il suo messaggio è universale: parla di amore, rispetto, fratellanza. La sua musica è una preghiera, un invito alla riflessione, un richiamo alla coscienza.

Le Nomination ai Grammy

Burning Spear è stato nominato otto volte ai Grammy Awards, vincendo nel 2000 per l’album “Calling Rastafari”. Nonostante i riconoscimenti, Rodney resta umile e grato, considerando la musica un dono da condividere con il mondo.

Il Ritorno alle Radici

Negli ultimi anni, Burning Spear ha scelto di tornare a vivere in Giamaica, riavvicinandosi alle sue radici e alla sua comunità. Questo ritorno alle origini si riflette anche nella sua musica, sempre più spirituale e riflessiva.

La Passione per la Cucina

Un aneddoto meno noto riguarda la passione di Rodney per la cucina. Quando è a casa, ama preparare piatti tradizionali giamaicani, spesso usando ingredienti coltivati nel suo giardino. Per lui, cucinare è un atto d’amore, un modo per condividere la sua cultura e la sua spiritualità.

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