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Renato Zero

Renato Zero foto di Francesco Maresca
Renato Zero foto di Francesco Maresca

Infanzia e prime passioni artistiche

Renato Fiacchini, in arte Renato Zero, nasce a Roma il 30 settembre 1950 in una famiglia semplice. Fin da bambino mostra un’indole artistica fuori dal comune: ama cantare, recitare e travestirsi, intrattenendo amici e parenti con improvvisazioni che mescolano ironia e teatralità. La sua infanzia è segnata da una sensibilità precoce e da una forte voglia di affermarsi in un mondo che sembra non avere posto per chi è diverso.

Nell’adolescenza, Renato frequenta l’ambiente creativo della capitale: il cinema di Cinecittà, il teatro d’avanguardia e i primi fermenti musicali giovanili. Qui nasce la sua volontà di costruire un personaggio che fosse al tempo stesso maschera e verità, capace di rompere le convenzioni e parlare a chi non si riconosceva nei modelli tradizionali.

Gli esordi tra teatro e musica

Negli anni Sessanta, Zero tenta la strada dello spettacolo con ruoli minori al cinema e apparizioni come comparsa nei set romani. Parallelamente, si avvicina al mondo della musica, frequentando i locali dove si esibiscono le prime band beat e i cantautori emergenti. Non è facile: viene spesso deriso per il suo look eccentrico, le movenze teatrali e il trucco pesante. È in questo periodo che qualcuno lo definisce con disprezzo “uno zero”. Renato, invece di offendersi, trasforma quell’insulto in un’identità: da allora sarà Renato Zero.

La nascita del “personaggio”

Gli anni Settanta segnano la vera esplosione del suo stile. Zero costruisce un’immagine androgina, visionaria e provocatoria: costumi appariscenti, trucco vistoso, movenze teatrali che richiamano il glam rock internazionale, ma con una cifra tutta italiana. Non si limita a cantare: racconta storie di emarginazione, desiderio, libertà e ribellione. I suoi testi diventano un inno per chi non si riconosce nei valori dominanti, per i giovani in cerca di identità e per tutti i “sorcin”, come chiamerà i suoi fan.

I primi album e il successo

Nel 1973 esce il suo primo album, “No! Mamma, no!”, accolto con curiosità ma anche con scetticismo. Segue “Invenzioni” (1974), che consolida il suo stile tra ballad intense e brani teatrali. Il successo vero arriva con “Trapezio” (1976) e soprattutto con “Zerofobia” (1977), un titolo-manifesto che proclama il diritto di essere diversi.

Con “Zerolandia” (1978), Zero dà vita a un progetto visionario: non solo un album, ma un vero universo parallelo, un mondo ideale dove la diversità è accolta e celebrata. È in questi anni che i suoi concerti diventano veri spettacoli teatrali, con scenografie spettacolari, costumi visionari e una messa in scena che anticipa i grandi show pop-rock internazionali.

“Il Triangolo” e la consacrazione

Il 1978 segna il trionfo con il brano “Il Triangolo”, ironica e provocatoria allusione all’omosessualità, che diventa un successo clamoroso e al tempo stesso un manifesto di libertà. Renato Zero è ormai una star nazionale, capace di riempire stadi e palasport con spettacoli senza precedenti in Italia. Il pubblico si divide: c’è chi lo idolatra e chi lo critica, ma nessuno resta indifferente.

Un’icona per i fan

Alla fine degli anni Settanta, Zero è già un fenomeno di costume. I suoi fan – i celebri Sorcini – lo seguono ovunque, trasformando ogni concerto in un rito collettivo. Renato non è solo un cantante, ma un simbolo di liberazione e appartenenza. In un’Italia ancora conservatrice, Zero diventa la voce di chi non aveva voce, l’idolo degli esclusi e dei diversi.

No! Mamma, no!1973L’album di debutto, che mette in mostra la sua personalità trasgressiva e il suo stile teatrale, con brani che mescolano rock, pop e cantautorato.
Invenzioni1974Un album che consolida il suo stile, con brani che esplorano temi di amore, solitudine e critica sociale.
Trapezio1976Album che segna un’evoluzione verso sonorità più complesse e arrangiamenti orchestrali.
Zerofobia1977L’album che lo consacra al grande pubblico, con brani iconici come “Triangolo” e “Spiaggia libera”.
Zerolandia1978Un concept album che crea un mondo fantastico, affrontando temi come la diversità e l’accettazione. Contiene “Il Carrozzone”.
EroZero1979Un album più intimo e riflessivo, con un sound che spazia dal pop al rock sinfonico.
Tregua1980Un album che esplora temi di amore e solitudine, con brani più melodici e romantici.
Artide Antartide1981Un doppio album ambizioso che bilancia momenti rock e ballate, esplorando l’idea dei contrasti emotivi.
Via Tagliamento 1965/19701982Un omaggio agli anni della gioventù e ai luoghi simbolo della sua formazione artistica, con un sound energico.
Calore1983Un album che mescola pop, rock e influenze elettroniche, con brani più diretti e immediati.
Leoni si nasce1984Un album che celebra la forza interiore e l’orgoglio, con brani che spaziano dal rock al pop.
Identikit1984Un’auto-analisi in musica, un album che continua la sua ricerca interiore.
Soggetti smarriti1986Un album che esplora temi sociali e di emarginazione, con un sound più maturo e riflessivo.
Zero1987Un album che segna un ritorno a un sound più rock e teatrale, con brani potenti e drammatici.
Voyeur1989Un album che indaga il lato nascosto delle persone e della società, con un sound moderno e ritmico.
La coscienza di Zero1991Un album che riflette sul suo percorso artistico e personale.
Passaporto per Fonòpoli1991Un album con canzoni più leggere e un sound orientato al pop.
Quando non sei più di nessuno1993Un album che esplora temi di amore, solitudine e introspezione, con un sound melodico.
L’imperfetto1994Un album che celebra l’essere umano con le sue fragilità e i suoi difetti.
Tutti gli zeri del mondo1996Un doppio album che esplora diversi generi musicali, con brani che spaziano dal pop al rock sinfonico.
Amore dopo amore1998Un album di grande successo, che esplora le sfaccettature dell’amore e delle relazioni, con brani emozionanti.
Tutti gli zeri del mondo2000Colonna sonora per l’omonima serie TV, che include brani strumentali e canzoni.
La curva dell’angelo2001Un album che esplora la spiritualità e la ricerca interiore, con un sound orchestrale.
Cattura2003Un album che cattura momenti e stati d’animo diversi, con un sound moderno e ricercato.
Il dono2005Un album che celebra il dono della vita e dell’amore, con brani emozionanti e potenti.
Presente2009Un album che segna un ritorno a un sound più rock e diretto, con brani che parlano del presente e del futuro.
Amo2013Un album che celebra l’amore in tutte le sue forme, con brani che mescolano pop, rock e musica d’opera.
Alt2016Un album che affronta temi sociali e politici, con un sound moderno e provocatorio.
Zerosettanta2020Un triplo album pubblicato in occasione del suo 70° compleanno, diviso in tre volumi che esplorano diversi periodi della sua vita artistica.
Zerosettanta – Vol. Due2020Secondo volume del progetto, con canzoni che spaziano tra vari stili e tematiche.
Zerosettanta – Vol. Tre2020Terzo volume del progetto, che completa l’omaggio alla sua carriera.
Autoritratto2023Un album che offre uno sguardo intimo sulla sua vita, con canzoni che riflettono sul passato e sul presente.
   

Gli anni Ottanta: nuove sfide e consacrazione

Con l’inizio degli anni Ottanta, Renato Zero deve affrontare una sfida importante: consolidare il suo successo senza rimanere prigioniero del personaggio. Pubblica album come “Tregua” (1980) e “Artide Antartide” (1981), che confermano la sua capacità di reinventarsi. La teatralità rimane, ma i testi diventano più maturi, affrontando temi universali come l’amore, la solitudine e la ricerca interiore.

Il 1982 segna un altro trionfo con “Via Tagliamento 1965/1970”, album che mescola ricordi personali e racconti generazionali. Renato diventa sempre più un punto di riferimento culturale, non solo musicale.

Nel corso del decennio, però, deve anche affrontare un calo di popolarità rispetto alle mode del momento: la new wave, il rock e il pop internazionale sembrano oscurare la sua proposta artistica. Ma Zero non si arrende: continua a scrivere, a reinventarsi, a sperimentare.

Gli anni Novanta: la rinascita

Dopo un periodo più difficile, gli anni Novanta segnano una vera rinascita. L’album “Quando non sei più nessuno” (1993) e soprattutto “Amore dopo amore” (1998) riportano Renato in cima alle classifiche, conquistando nuove generazioni di fan. Il singolo “Cercami” diventa una delle sue canzoni più amate di sempre, capace di toccare corde emotive universali.

I suoi concerti tornano a essere eventi epici, con tournée che riempiono stadi e teatri. Zero dimostra di essere un artista intramontabile, capace di parlare a pubblici diversi e di rinnovarsi pur rimanendo fedele alla sua identità.

Gli anni Duemila e oltre

Nel nuovo millennio, Renato Zero conferma il suo status di leggenda vivente. Album come “Il dono” (2005), “Presente” (2009) e “Alt” (2016) mostrano la sua capacità di affrontare temi attuali e di rimanere vicino al suo pubblico. I suoi testi parlano di amore, società, politica e spiritualità, mantenendo quella vena poetica e teatrale che lo ha sempre contraddistinto.

Parallelamente, i concerti diventano sempre più spettacolari: scenografie imponenti, costumi visionari, un’energia che sembra inesauribile. Zero è ancora capace di emozionare e sorprendere, dimostrando che l’età non è un limite per la creatività.

Vita privata e rapporto con i fan

Renato Zero ha sempre mantenuto una certa riservatezza sulla sua vita privata, preferendo parlare attraverso le sue canzoni e i suoi spettacoli. Il suo rapporto più autentico è con i fan: i Sorcini lo hanno seguito per decenni, costruendo con lui un legame unico, fatto di affetto, fedeltà e riconoscimento reciproco.

La sua figura, spesso al centro di speculazioni e gossip, è rimasta fedele a un principio: difendere la libertà di essere sé stessi, senza compromessi.

Dal teatro totale di Zerovskij ai nuovi progetti discografici, il percorso di un’artista senza tempo

Nel 2017, a pochi mesi dalla conclusione del fortunato Alt in Tour, Renato Zero intraprende uno dei progetti più ambiziosi della sua carriera: Zerovskij – Solo per amore. Il 20 marzo viene presentato un doppio album di inediti, dal chiaro stile pop-sinfonico, concepito esclusivamente per accompagnare uno spettacolo teatrale scritto e diretto dallo stesso cantautore romano. Il disco, pubblicato il 12 maggio, anticipa le undici esibizioni live tra luglio e settembre, che toccano il Foro Italico di Roma, il Collisioni Festival di Barolo, il Teatro del Silenzio di Lajatico, l’Arena di Verona e il Teatro Antico di Taormina.

Si tratta di un vero e proprio esperimento di “teatro totale”, come definito da Zero: uno spettacolo che fonde canto, recitazione, danza e musica orchestrale. Sul palco si alternano 61 musicisti, 30 coristi, 12 ballerini e sette attori, tra cui Pino Insegno come voce di Dio, mentre Gigi Proietti compare in video nel ruolo di un barbone dinamitardo. Il protagonista, Zerovskij, è il capotreno della stazione Terra e viene affiancato dalle figure antropomorfe di Vita, Morte, Amore, Odio e Tempo, che interagiscono con Adamo, Eva e il “figlio di nessuno” Enne Enne. Nonostante un iniziale scetticismo del pubblico, lo spettacolo registra sold-out in tutte le date e ottiene un riscontro positivo dalla critica. Il 2018 vede la pubblicazione del video dell’opera in versione cinematografica, girata all’Arena di Verona sotto la regia di Gaetano Morbioli e distribuita da Lucky Red, seguita dal cofanetto live Zerovskij – Solo per amore – Live dall’Arena di Verona.

Negli anni successivi, Zero celebra i 40 anni di Triangolo con una nuova versione remixata, pubblica il cofanetto Alt in Tour e lancia la raccolta Mille e uno Zero – La storia di un inguaribile trasformista, una collana che raccoglie per la prima volta la discografia completa e rimasterizzata, con tre compilation di rarità e inediti. Il 2019 segna l’uscita del trentunesimo album Zero il folle, prodotto da Trevor Horn e caratterizzato da un concept che riflette sulle nuove dinamiche sociali, tra social network, natalità e ambiente. Il tour omonimo registra oltre 200.000 spettatori, con un’estetica scenica in linea con il tema “folle”, tra cambi di costume e scenografie eccentriche.

Il 2020 porta la trilogia Zerosettanta, pubblicata durante il lockdown: tre volumi di inediti distribuiti a distanza di un mese l’uno dall’altro, simbolo di un conto alla rovescia verso i concerti del cantante. I tre album ottengono certificazioni d’oro e consacrano Zero come unico artista italiano con almeno un album al numero uno della classifica FIMI in sei decenni consecutivi. Nel 2022, con Atto di fede, esplora la musica sacra in un progetto editoriale e discografico che culmina nei concerti-evento al Circo Massimo di Roma, totalizzando circa 100.000 spettatori e ospiti illustri come Jovanotti, Claudio Baglioni e Madame.

Dal 2023 al 2025, l’artista romano continua a rinnovarsi: prima con la tournée Zero a Zero, che mette in scena la dualità tra la persona e l’artista, poi con l’uscita dell’album Autoritratto e nuove serie di concerti. Parallelamente, lancia un progetto di riadattamenti in italiano di grandi classici internazionali, tra cui brani di Elton John, Bob Marley, Louis Armstrong ed Elvis Presley, pubblicati in 45 giri a tiratura limitata.

Il 2025 segna l’annuncio del nuovo album L’OraZero, in uscita il 3 ottobre, accompagnato dal singolo Senza e dall’avvio della tournée omonima prevista per gennaio 2026, a conferma della capacità di Renato Zero di reinventarsi, superare le sfide del tempo e mantenere un legame unico con il suo pubblico, tra innovazione e tradizione.

curiosità

Il soprannome nato da un insulto

Il nome Renato Zero non è stato scelto per caso: deriva da un insulto. Negli anni degli esordi, alcuni critici e colleghi lo deridevano definendolo “uno zero” per il suo stile eccentrico e poco convenzionale. Renato decise di ribaltare quell’offesa e trasformarla nella sua forza, adottando il nome d’arte che lo avrebbe reso immortale.


I Sorcini: un esercito di fan fedelissimi

I fan di Renato Zero non sono semplici ascoltatori, ma una vera comunità: i celebri Sorcini. Il nome nacque quasi per scherzo, quando Zero li paragonò a piccoli topolini che lo seguivano ovunque. Da allora, il termine è diventato un marchio di appartenenza, con raduni, fanzine e un rapporto diretto con l’artista che dura da decenni.


Gli esordi come comparsa a Cinecittà

Prima del successo musicale, Renato si mantenne anche come comparsa nei film di Cinecittà. Tra le sue partecipazioni più curiose c’è persino quella in Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli. Quell’esperienza lo avvicinò al mondo dello spettacolo, alimentando la sua passione per il teatro e il cinema.


“Il Triangolo”: un brano manifesto

Nel 1978 Zero pubblica “Il Triangolo”, una canzone che affronta con ironia e coraggio il tema dell’omosessualità. In un’Italia ancora conservatrice, il brano divenne un caso nazionale, dividendo il pubblico ma consacrando Renato come icona di libertà e provocazione.


Zerolandia: più di un concerto, un universo

Alla fine degli anni ’70, Zero non si limitava a fare concerti, ma creò Zerolandia, un progetto visionario fatto di spettacoli itineranti che sembravano veri musical rock. Scenografie gigantesche, costumi teatrali e performance travolgenti trasformavano ogni esibizione in un evento unico, paragonabile ai grandi show internazionali.


Una carriera a rischio negli anni ’80

Nonostante i trionfi, gli anni ’80 non furono sempre facili. La musica cambiava, il pubblico si orientava verso nuovi generi e Zero attraversò un periodo di difficoltà. Molti lo davano per finito, ma con caparbietà riuscì a reinventarsi, tornando più forte che mai negli anni ’90.


Il ritorno trionfale con “Amore dopo amore”

Nel 1998 uscì l’album “Amore dopo amore”, un successo clamoroso che riportò Zero ai vertici delle classifiche. Brani come Cercami e Dammi la luna divennero inni generazionali, dimostrando che la sua arte era ancora capace di emozionare nuove generazioni.


L’amicizia con grandi artisti

Renato Zero ha collaborato e stretto legami con numerosi artisti italiani. Tra i più celebri, l’amicizia con Mina, con cui condivise stima e ammirazione reciproca, e il sodalizio con Lucio Dalla, che spesso lo definiva un artista unico nel panorama musicale.


Un rapporto speciale con Roma

Renato Zero non ha mai dimenticato le sue radici. Roma è sempre stata la sua casa, la città che lo ha formato e a cui ha dedicato tante canzoni. I concerti romani hanno un’atmosfera speciale: per i Sorcini, sono veri e propri riti collettivi di celebrazione e appartenenza.


Un artista senza età

Con più di 50 anni di carriera, Renato Zero continua a riempire stadi e teatri. I suoi spettacoli rimangono tra i più imponenti in Italia e il suo messaggio non ha perso forza: difendere la libertà di essere sé stessi. Il tempo passa, ma Zero resta un mito senza età.

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