I Nomadi sono una delle band più longeve e influenti della scena musicale italiana, un gruppo che ha saputo evolversi nel tempo mantenendo intatti i valori e la passione che li hanno contraddistinti fin dagli esordi. Con una carriera che attraversa oltre cinque decenni, i Nomadi sono diventati un’icona della musica popolare, unendo testi impegnati a sonorità capaci di rinnovarsi pur rimanendo fedeli alle loro radici.
Il viaggio dei Nomadi inizia nel 1963, quando il tastierista Beppe Carletti e il cantante Augusto Daolio fondano la band a Novellara, un piccolo comune in provincia di Reggio Emilia. Il gruppo, inizialmente, suona cover di brani rock’n’roll e di musica beat, influenzati da artisti internazionali come i Beatles e i Rolling Stones. Tuttavia, è con l’incontro con il paroliere Franco Midili che i Nomadi iniziano a sviluppare un’identità musicale unica, caratterizzata da testi profondi e socialmente impegnati.
Il primo grande successo arriva nel 1966 con il brano “Come potete giudicar”, una cover adattata in italiano del pezzo “The Revolution Kind” di Sonny Bono. Questo singolo segna l’inizio della loro ascesa nella scena musicale italiana, posizionando i Nomadi come una band capace di combinare sonorità moderne con un forte messaggio sociale.
Gli anni ’70 rappresentano un periodo di grande fermento per i Nomadi. Con l’ingresso di nuovi membri, tra cui il chitarrista Chris Dennis e il bassista Giulio Tedeschi, la band rafforza la sua presenza nel panorama musicale italiano. È in questo periodo che nascono alcune delle canzoni più iconiche dei Nomadi, come “Io vagabondo (che non sono altro)”, un brano che diventerà il loro manifesto e uno degli inni più amati dal pubblico.
In questi anni, i Nomadi sviluppano anche un forte legame con il cantautore Francesco Guccini, che scrive per loro alcuni dei testi più importanti della loro discografia. Canzoni come “Dio è morto”, “Noi non ci saremo” e “Per fare un uomo” non solo riscuotono un enorme successo, ma diventano anche simboli della controcultura e del movimento giovanile dell’epoca.
Il rapporto tra i Nomadi e Guccini è emblematico della volontà della band di utilizzare la musica come strumento di denuncia sociale e di riflessione. I loro testi affrontano temi come la guerra, l’ingiustizia sociale e la ricerca di una vita più autentica, tematiche che risuonano profondamente nel pubblico e che contribuiscono a creare intorno ai Nomadi un vero e proprio culto.
Gli anni ’80 segnano un periodo di transizione per i Nomadi. Mentre la scena musicale italiana si evolve, la band deve affrontare nuove sfide, tra cui il cambiamento di formazione e la necessità di rinnovarsi artisticamente. Nonostante le difficoltà, i Nomadi riescono a mantenere un forte seguito, continuando a produrre musica di qualità.
È in questo decennio che la band sperimenta nuove sonorità, avvicinandosi al pop e al rock più mainstream, senza però abbandonare le radici folk e il loro impegno sociale. Album come “Ci penserà poi il computer” e “Sempre Nomadi” testimoniano questa fase di sperimentazione e adattamento, mostrando una band in grado di evolversi senza perdere la propria identità.
Un evento cruciale di questo periodo è la tragica scomparsa di Augusto Daolio, il carismatico frontman del gruppo, avvenuta nel 1992. La morte di Daolio rappresenta un duro colpo per i Nomadi e per i loro fan, ma nonostante la perdita, la band decide di continuare, onorando la memoria del loro leader e proseguendo il loro viaggio musicale.
Con la morte di Augusto Daolio, molti avrebbero potuto pensare che la storia dei Nomadi fosse giunta al termine. Tuttavia, il gruppo, guidato dal sempre presente Beppe Carletti, decide di andare avanti, accogliendo nuovi membri e aprendo un nuovo capitolo della loro storia. Danilo Sacco viene scelto come nuovo cantante, portando con sé una voce diversa ma ugualmente potente e carismatica.
Gli anni ’90 vedono i Nomadi tornare in auge, con una serie di album che riaffermano la loro rilevanza nel panorama musicale italiano. Album come “La settima onda” e “Una storia da raccontare” mostrano una band ancora capace di emozionare e di comunicare con il pubblico, mentre continuano a esplorare nuove tematiche e a mantenere vivo l’impegno sociale che li ha sempre contraddistinti.
Uno degli aspetti più interessanti di questo periodo è la capacità dei Nomadi di attrarre una nuova generazione di fan, dimostrando che la loro musica e i loro messaggi sono senza tempo. I concerti della band diventano eventi imperdibili, con un pubblico sempre più vasto e variegato che continua a seguire la loro carriera con passione.
Oggi, i Nomadi sono più di una semplice band: sono un simbolo della musica italiana, un’istituzione che continua a rinnovarsi pur rimanendo fedele alle proprie radici. Con oltre 50 anni di carriera alle spalle, i Nomadi sono ancora in attività, con un’intensa agenda di concerti e nuove uscite discografiche.
La band, pur avendo subito numerosi cambiamenti di formazione nel corso degli anni, ha saputo mantenere intatto lo spirito che l’ha sempre caratterizzata. Questo è testimoniato dall’incredibile successo che continuano a riscuotere, sia tra i vecchi fan che tra le nuove generazioni.
Un aspetto significativo dei Nomadi è il loro impegno sociale, che non è mai venuto meno. La band è attiva in numerose iniziative benefiche e di solidarietà, dimostrando che la musica può essere un potente strumento di cambiamento e di sensibilizzazione.
Origini e Formazione: La band è stata fondata nel 1963 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, da alcuni studenti di liceo. Il nucleo originario includeva il cantante Augusto Daolio, il tastierista Beppe Carletti e il chitarrista Leonardo Manfredini.
Il nome: Il nome “Nomadi” fu scelto perché i membri del gruppo erano costretti a cambiare frequentemente sede di prove a causa delle continue lamentele dei vicini per il rumore. Il loro stile musicale influenzato dal folk e dal rock divenne molto popolare negli anni ’60.
Successo e Impegno Sociale: Oltre alla loro musica, I Nomadi sono noti anche per il loro impegno sociale. Hanno affrontato tematiche come l’emarginazione, la pace e i diritti civili attraverso le loro canzoni.
Alcuni Successi: Tra i loro brani più famosi ci sono “Io vagabondo”, “Dio è morto”, “Canzone per un’amica”, “Un giorno insieme” e “Io voglio vivere”. Questi pezzi hanno contribuito a definire il sound e il messaggio del gruppo.
Cambiamenti di Formazione: Nel corso degli anni, la formazione dei Nomadi ha subito numerosi cambiamenti, con vari membri che sono entrati e usciti dalla band. Nonostante ciò, la loro identità musicale è rimasta riconoscibile e fedele alle loro radici.
Il Successo Internazionale: Sebbene siano più noti in Italia, i Nomadi hanno anche ottenuto un certo grado di successo internazionale, soprattutto in Germania e in altri paesi europei.
Il Mito di Augusto Daolio: Augusto Daolio, il carismatico cantante dei Nomadi, è diventato un vero e proprio mito dopo la sua prematura scomparsa nel 1992 a causa di un tumore. Il suo carisma e la sua voce potente hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica italiana.
Riconoscimenti e Premi: Nel corso della loro carriera, i Nomadi hanno ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui premi come il “Targa Tenco” e il “Premio Tenco”.
Sessant'anni di musica, successi e emozioni: la storia dei Nomadi raccontata in un libro che rivela le radici profonde e il costante viaggio della band. Una saga avvincente che attraversa generazioni, intrecciando canzoni e ricordi.
Beppe Carletti, dopo 55 anni di carriera con i Nomadi, rivela la storia della band in un dialogo intimo con il suo compagno di sempre, Ago. Dalle origini al presente, una narrazione sincera e appassionata.
Una raccolta, con trascrizioni linea melodica, dedicata agli intramontabili Nomadi, con 60 titoli fra i più grandi successi del gruppo, insieme a Hey Man, cover inserita nell'ultimo album uscito nel 2010
Un giovane aspirante musicista, ispirato dal maestro della banda, inizia la sua avventura musicale nei primi anni '60. Un incontro casuale con Augusto segna l'inizio di una storia che cambierà la sua vita.