Alessandro Manzoni
Nacque il 7 marzo 1785 nelle brughiere della Brianza. Alessandro Manzoni, figlio di un nobile conte e di una donna di nobili sentimenti popolari, il nonno materno di Manzoni, infatti, era Cesare Beccaria, autore del trattato “Dei delitti e delle pene”. Vide la luce in un’atmosfera carica di contrasti, che avrebbero plasmato la sua anima e la sua opera. Fin dalla più tenera età, Manzoni dimostrò una predisposizione straordinaria per le lettere e la poesia. Crescendo tra i libri polverosi della vasta biblioteca di famiglia, sviluppò una fervida immaginazione che lo trasportava in mondi lontani e in avventure straordinarie. Le sue prime opere furono segnate dall’entusiasmo giovanile e dalla ricerca dell’ideale romantico. Tuttavia, il destino aveva in serbo per lui un’opera immortale che avrebbe segnato il panorama letterario italiano per sempre. Fu durante gli anni trascorsi a Milano che Manzoni iniziò a scrivere il capolavoro che lo avrebbe reso immortale: “I Promessi Sposi”. Tra gli affanni della guerra e le struggenti storie d’amore intrecciate nella trama del romanzo, Manzoni trasfuse la sua anima e la sua passione per la giustizia sociale e umana. Ma la vita di Manzoni fu segnata anche da oscuri momenti di dolore e perdita. La morte prematura della sua prima moglie, Enrichetta Blondel, gettò un’ombra lunga sulla sua anima sensibile. Tuttavia, fu proprio il dolore che lo spinse a cercare rifugio nelle parole, trovando conforto e consolazione nell’arte della scrittura. “I Promessi Sposi” non solo incantò i lettori dell’epoca, ma divenne un punto di riferimento per la letteratura italiana, influenzando generazioni di scrittori e critici. La sua capacità di descrivere la vita quotidiana con un realismo sorprendente e la profondità dei suoi personaggi lo resero un autore amato e rispettato in tutto il mondo. Ma la grandezza di Manzoni non si esaurisce nelle pagine dei suoi romanzi. La sua attività letteraria abbracciò anche la poesia e il teatro, con opere come “Il Cinque Maggio”, un inno commemorativo alla morte di Napoleone, e “Adelchi”, un dramma storico che affronta le tematiche della libertà e del destino. Alessandro Manzoni morì il 22 maggio 1873, circondato dall’amore dei suoi cari e dall’ammirazione di un intero paese. La sua vita e la sua opera rimangono un faro luminoso nella storia della letteratura italiana, un testimone eterno della potenza redentrice delle parole e della forza invincibile dell’amore umano.
I promessi sposi
Manzoni impiega vent'anni per "I Promessi Sposi", pubblicati tra 1840 e 1842. Il romanzo innova con una pluralità di protagonisti umili, sottolineando un'ottica pessimistica sull'umanità e l'esistenza di un disegno imperscrutabile nella storia.
Storia della colonna infame
in una società corrotta, l'ingiustizia e il dolore delle vittime rivelano la fragilità della giustizia umana, priva di valori religiosi e ideali superiori. Manzoni denuncia l'ingiustizia con indignazione e partecipazione commossa.
Il Conte di Carmagnola
"In un'opera anti-archeologica, Manzoni rovescia la colpa sul protagonista, il conte di Carmagnola, un condottiero del XV secolo coinvolto tra fazioni e tradimenti, evocando la tragedia dell'Innocente in un contesto di miseria e potere ingiusto."
Inni sacri
Tra il 1812 e il 1822, Manzoni scrive gli "Inni Sacri" per celebrare la sua conversione al cattolicesimo, rompendo gli schemi letterari dell'epoca e ispirandosi alla poesia cristiana antica. Di dodici previsti, completa solo cinque componimenti, tra cui la celebre "Pentecoste", anticipando temi dei "Promessi Sposi".