Area

Area International POPular Group
Gli Area, noti anche come International POPular Group, sono una delle formazioni più rivoluzionarie e innovative della musica italiana degli anni Settanta, un gruppo che ha saputo fondere rock progressivo, jazz fusion, musica elettronica e sperimentale con un forte impegno politico e sociale, creando una vera e propria musica totale e internazionale.
La storia degli Area inizia a Milano nel 1972, quando il batterista Giulio Capiozzo, animato dal desiderio di superare i confini del mercato discografico e dell’individualismo artistico, dà vita a una band che vuole essere un laboratorio sonoro senza limiti. Al suo fianco c’è Demetrio Stratos, cantante di origini greche nato ad Alessandria d’Egitto, la cui voce diventa l’elemento distintivo e sperimentale del gruppo. La formazione originaria comprende anche il sassofonista belga Victor Edouard Busnello, il tastierista Leandro Gaetano, il bassista Patrick Djivas e il chitarrista italo-ungherese Johnny Lambizzi.
Con questa formazione, gli Area pubblicano nel 1973 il loro album di debutto Arbeit macht frei, un titolo forte e provocatorio che riprende la scritta posta all’ingresso dei campi di concentramento nazisti, a sottolineare il loro impegno politico e sociale. Il disco, cantato in inglese, mescola rock, jazz, musica etnica e sperimentale, e si fa portavoce delle istanze della gioventù di quegli anni, che si riconosceva nei testi carichi di allegorie e riferimenti politici. Il gruppo si fa notare per la sua originalità e per la capacità di unire virtuosismo strumentale e messaggi di denuncia.
Nel 1974 la formazione cambia: Busnello e Djivas lasciano la band, sostituiti rispettivamente da Paolo Tofani, chitarrista e polistrumentista con esperienza nella scena londinese, e da Ares Tavolazzi, bassista e trombonista che porterà una nuova dimensione sonora al gruppo, più centrata su chitarra e tastiere. Con questa nuova line-up, gli Area consolidano il loro suono e la loro identità, pubblicando album fondamentali come Caution Radiation Area e partecipando a eventi di grande rilievo come il Parco Lambro Festival e la Biennale di Parigi, oltre a tour internazionali in Cile e Cuba, dove la loro musica e il loro messaggio trovano grande risonanza.
La figura di Demetrio Stratos è centrale in questo periodo: la sua voce diventa uno strumento di ricerca e sperimentazione senza precedenti, capace di esplorare tecniche vocali estreme e di trasformare il canto in un’esperienza quasi terapeutica e politica. La sua scomparsa prematura nel 1979, a causa di una grave anemia aplastica, segna una ferita profonda per la band e per la scena musicale italiana. Prima della sua morte, Stratos aveva già lasciato la band, ma il suo lascito artistico e umano continua a influenzare generazioni di musicisti e appassionati.
Dopo la morte di Stratos, gli Area proseguono con diverse formazioni e collaborazioni, mantenendo vivo lo spirito di sperimentazione e impegno. Nel 1993 si riuniscono per un concerto in memoria di Gianni Sassi, il loro storico manager e ideatore dell’immagine del gruppo, e negli anni Novanta pubblicano l’album Chernobyl 7991, continuando a esibirsi fino al 1999. Dopo la scomparsa di Capiozzo nel 2000, la band si scioglie nuovamente, per poi tornare in attività nel 2009 con una formazione che vede il ritorno di Fariselli, Tavolazzi e Tofani, accompagnati da nuovi musicisti e ospiti speciali come Mauro Pagani
Gli Area rappresentano un capitolo imprescindibile della musica italiana e internazionale, un esempio di come la musica possa essere strumento di innovazione artistica e di impegno civile. La loro capacità di fondere generi, culture e messaggi politici li ha resi un punto di riferimento per il rock progressivo, il jazz e la musica sperimentale. Ancora oggi, la loro musica continua a essere studiata, ascoltata e celebrata, mantenendo vivo il loro spirito di avanguardia e di rivoluzione sonora.
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discografia ⬇️⬆️
Arbeit macht frei | 1973 | Album di debutto, fusione di rock progressivo, jazz e musica politica con testi rivoluzionari. |
Caution Radiation Area | 1974 | Sperimentazione più radicale con elettronica, free jazz e influenze avant-garde. |
Crac! | 1975 | Considerato il loro capolavoro, perfetto equilibrio tra melodie accessibili e sperimentazione. |
Maledetti (Maudits) | 1976 | Album più politico e aggressivo, con testi in più lingue e arrangiamenti complessi. |
1978 Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano! | 1978 | Transizione verso sonorità più disco/funk, mantenendo l’impegno politico. |
Event ’76 | 1979 | Registrato dal vivo in studio, mostra l’energia live della band in formazione classica. |
Tic & Tac | 1980 | Ultimo album prima dello scioglimento, influenze più pop e new wave. |
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curiosità
Il nome “Area” e la jam session con Alberto Radius
Il brano Area nacque durante una jam session casuale mentre il gruppo collaborava come turnisti per il primo album solista di Alberto Radius (1972). Johnny Lambizzi propose un riff che divenne la base del pezzo, intitolato provvisoriamente Area. La scelta del nome fu provocatoriamente neutra, adatta a un progetto “esportabile” e privo di connotazioni linguistiche specifiche. Curiosamente, il brano non comparve nel loro album di debutto, ma divenne un simbolo della loro identità.
La genesi di Arbeit macht frei: un disco “di protesta” registrato in segreto
Il primo album fu registrato negli studi Fonorama di Milano con un budget limitato. Gianni Sassi, fondatore dell’etichetta Cramps, ne curò l’immagine, insistendo sul titolo shock (la frase dei campi nazisti) per denunciare l’alienazione del lavoro moderno. I testi in inglese furono una scelta obbligata: nessun membro era ancora iscritto alla SIAE, quindi i brani vennero accreditati allo pseudonimo Terzo Farinelli.
L’incidente al Pop Festival di Re Nudo (1973)
Gli Area avrebbero dovuto esibirsi al Pop Festival di Re Nudo a Como, ma l’evento fu sabotato: la polizia bloccò l’accesso e i generatori elettrici si guastarono. Il gruppo raggiunse il palco a piedi, camminando per ore in salita, ma non suonò. L’episodio ispirò il loro impegno per i concertoni politici, come quello al Parco Lambro l’anno successivo.
Demetrio Stratos e l’arte del canto “sciamanico”
Stratos sviluppò tecniche vocali oltre i 7.000 Hz, esplorando armonici, bifonazioni e vibrazioni laringee che sfidavano le convenzioni. Durante i live, trasformava il microfono in uno strumento acustico, avvicinandolo alla gola per amplificare i suoni interni del corpo. Questa ricerca lo portò a collaborare con il Centro di Sonologia di Padova, studiando la voce come “strumento di liberazione”.
Il tour in Cile del 1974: musica sotto la dittatura
Gli Area suonarono in Cile pochi mesi dopo il golpe di Pinochet, a sostegno della resistenza clandestina. Il concerto a Santiago si tenne in un teatro semiclandestino, con il pubblico che fischiò all’annuncio di brani in inglese. Stratos reagì cantando improvvisazioni in spagnolo, trasformando la protesta in un atto di solidarietà.
La “guerra” con la PFM
Nel 1975, gli Area criticarono pubblicamente la PFM per il loro approccio commerciale al progressive. La rivalità raggiunse l’apice quando la PFM rifiutò di suonare al Festival del Proletariato Giovanile, definendo gli Area “troppo politicizzati”.
Frankenstein e l’immagine “da fumetto”
Sergio Albergoni, alias Frankenstein, disegnò le copertine e i manifesti degli Area, mixando pop art e simbolismo rivoluzionario. Il logo a stelle e strisce distorto, presente in Arbeit macht frei, fu censurato in alcuni paesi.
L’addio a Stratos e il disco incompiuto
Prima di morire, Stratos stava lavorando a un progetto solista con John Cage e Luigi Nono. Gli Area, nel frattempo, avevano iniziato a comporre Tic & Tac (1980), ma la sua scomparsa li spinse a reinventarsi: Ares Tavolazzi introdusse il trombone a coulisse, mentre Paolo Tofani sperimentò con sintetizzatori modulari.
La reunion del 2009: il ritorno con Mauro Pagani
Nel 2009, durante il concerto a Siena, Mauro Pagani si unì agli Area suonando il violino in Luglio, agosto, settembre (nero). La performance fu così intensa che Pagani dichiarò: “Ho sentito lo spirito di Stratos nel vento”
libri

Gioia e rivoluzione di una voce
Demetrio Stratos, voce rivoluzionaria e artista totale, partì da Alessandria d'Egitto per trasformare la musica italiana tra sperimentazione, politica e poesia, fino al commovente addio all'Arena di Milano.

Scritti, documenti, testimonianze
Demetrio Stratos fu molto più della voce degli Area: interprete rock, sperimentatore radicale e simbolo degli anni '70. La sua scomparsa lasciò un vuoto ancora oggi incolmabile.

Dal beat dei Ribelli al progressive rock degli Area.
Nel 1979 si spegneva Demetrio Stratos, voce unica dei Ribelli e degli Area. Questo volume ripercorre la sua storia con foto, articoli e memorabilia, celebrando un'icona del prog italiano.

Demetrio Stratos e il teatro della voce
L’opera di Stratos supera la musica: è teatro, gesto, espressione pura. Una ricerca vocale radicale che ridefinisce la voce come strumento, linguaggio e simbolo oltre ogni confine disciplinare.