B.B.King

La Leggenda del Blues
Quando si pensa al blues, un nome risuona tra tutti: B.B. King. Questo iconico musicista non è solo una leggenda del blues, ma una delle figure più influenti nella storia della musica contemporanea. Nato Riley B. King il 16 settembre 1925 a Itta Bena, Mississippi, e morto il 14 maggio 2015 a Las Vegas, B.B. King ha plasmato il suono del blues con la sua chitarra Lucille, toccando il cuore di milioni di persone in tutto il mondo.
Conosciuto come il “Re del Blues”, B.B. King ha attraversato sette decenni di carriera, lasciando un’eredità musicale indelebile. In questa storia, esploreremo la vita e la carriera di B.B. King, approfondendo le sue origini, il suo successo, le sue sfide e il suo impatto duraturo sul mondo della musica.
Le Umili Origini di B.B. King: Il Mississippi e l’inizio del Blues
B.B. King nacque in una famiglia di mezzadri in una piccola comunità rurale del Mississippi, nel cuore del sud degli Stati Uniti. Il contesto in cui crebbe era segnato dalla segregazione razziale e dalle difficili condizioni di vita. Il giovane Riley B. King fu cresciuto dai nonni dopo che i suoi genitori si separarono, e fin da subito fu esposto alla musica gospel cantata nelle chiese locali.
Fu proprio attraverso la musica gospel che B.B. King scoprì il suo amore per la musica. A soli cinque anni, iniziò a cantare nel coro della chiesa, ed è qui che le sue doti musicali iniziarono a emergere. Ma il vero punto di svolta arrivò quando King ebbe per la prima volta l’opportunità di suonare una chitarra. Affascinato dal suono che poteva produrre con le sei corde, decise che la musica sarebbe stata il suo destino.
L’influenza della Musica del Delta del Mississippi
Il Delta del Mississippi è spesso considerato la culla del blues, e B.B. King ne fu profondamente influenzato. I campi di cotone in cui lavorava da giovane erano permeati dai canti e dai lamenti dei lavoratori, molti dei quali esprimevano le loro difficoltà e le loro speranze attraverso la musica. Il blues del Delta, con le sue melodie crude e i suoi testi malinconici, influenzò profondamente lo stile musicale di King.
Uno dei suoi primi modelli di riferimento fu il leggendario T-Bone Walker, ma fu l’incontro con il musicista di strada Sonny Boy Williamson II che cambiò la sua vita. Williamson, già una figura di spicco nel mondo del blues, introdusse King alle prime vere performance dal vivo, permettendogli di suonare nei club e negli spettacoli radiofonici locali.
Durante questo periodo, King iniziò a sviluppare il suo inconfondibile stile chitarristico, basato su un uso virtuoso del vibrato e del bending, tecniche che sarebbero poi diventate i tratti distintivi del suo suono. Tuttavia, la sua ascesa nel mondo della musica non fu immediata. Per molti anni, King suonò in spettacoli locali, spesso per pochi soldi, mentre cercava di trovare la sua voce e il suo stile.
L’Arrivo a Memphis e l’Inizio del Successo
Alla fine degli anni ’40, B.B. King decise di trasferirsi a Memphis, Tennessee, una delle capitali della musica americana, per cercare opportunità migliori. Memphis era una città vibrante e piena di opportunità per i musicisti emergenti, e presto King trovò un lavoro come DJ presso la stazione radiofonica WDIA, dove divenne noto come “Beale Street Blues Boy”, un soprannome che alla fine si accorciò semplicemente in B.B. King.
Durante il suo lavoro come DJ, King ebbe l’opportunità di promuovere la sua musica, e iniziò a esibirsi regolarmente nei club di Beale Street, il cuore pulsante della scena musicale di Memphis. Fu qui che affinò ulteriormente il suo stile e attirò l’attenzione della RPM Records, che nel 1949 lo ingaggiò per registrare i suoi primi singoli.
Il suo primo grande successo arrivò nel 1951 con la canzone “Three O’Clock Blues”, che raggiunse il primo posto nelle classifiche R&B. Questo fu solo l’inizio di una lunga serie di successi per King, che si affermò rapidamente come uno dei principali esponenti del blues negli anni ’50. Durante questo periodo, iniziò a fare tournée su larga scala, suonando in città di tutto il paese e contribuendo alla diffusione del blues su scala nazionale.
Il Sound Unico di B.B. King: Lucille e la Magia del Blues
Un elemento centrale della leggenda di B.B. King è la sua famosa chitarra, Lucille. La storia di Lucille è tanto iconica quanto lo stesso King. Durante un concerto nei primi anni della sua carriera, scoppiò un incendio nel locale in cui stava suonando, causato da una rissa tra due uomini che stavano litigando per una donna di nome Lucille. Nonostante il pericolo, King tornò nel locale in fiamme per recuperare la sua amata chitarra. Da quel giorno, decise di chiamare tutte le sue chitarre Lucille, come promemoria per non mettersi mai più in pericolo per cose di poco conto.
Il suono di Lucille, unito alla maestria di King nel suonarla, divenne sinonimo del blues moderno. B.B. King è spesso citato come uno dei chitarristi più influenti di tutti i tempi grazie alla sua capacità di comunicare emozioni profonde attraverso la sua musica. Il suo stile non era basato sulla velocità o sulla complessità tecnica, ma sulla capacità di trasmettere emozione con ogni nota. King sfruttava l’uso del vibrato come nessun altro chitarrista, e i suoi bending lenti e sofferti hanno definito il suo marchio di fabbrica.
L’Evoluzione del Suo Stile e il Successo Commerciale
Durante gli anni ’60 e ’70, B.B. King divenne un’icona non solo del blues, ma anche della musica popolare in generale. Uno dei suoi momenti più importanti arrivò nel 1969, quando pubblicò la canzone “The Thrill Is Gone”. Questo brano non solo scalò le classifiche R&B, ma entrò anche nella Top 40 delle classifiche pop, un risultato incredibile per un artista blues. La canzone, con i suoi arrangiamenti orchestrali e la chitarra di King in primo piano, divenne uno dei suoi più grandi successi e cementò la sua reputazione a livello internazionale.
Gli anni ’70 furono un periodo di espansione per King, che iniziò a esibirsi in tutto il mondo, portando il blues a nuovi pubblici e facendo da ambasciatore del genere. Durante questo periodo, collaborò con artisti di diversi generi, portando il blues a una nuova generazione di ascoltatori. Il suo stile si evolse, incorporando elementi di jazz e rock, ma senza mai perdere le sue radici nel blues.
Uno dei momenti chiave della sua carriera fu la collaborazione con i Rolling Stones durante il loro tour del 1969, che contribuì a far conoscere B.B. King a un pubblico ancora più vasto. Inoltre, le sue performance ai festival di musica, come il Newport Jazz Festival e il Montreux Jazz Festival, lo consacrarono come una delle figure più importanti nella musica dal vivo.
L’Impatto di B.B. King sul Blues e la Musica Moderna
La vera eredità di B.B. King risiede nella sua capacità di trasformare il blues da un genere di nicchia a un movimento musicale riconosciuto a livello globale. King ha influenzato innumerevoli artisti nel corso della sua carriera, dai chitarristi blues contemporanei come Eric Clapton, Stevie Ray Vaughan e Buddy Guy, fino a musicisti rock come Jimi Hendrix e Carlos Santana.
B.B. King non solo suonava il blues, ma lo viveva. Le sue canzoni raccontavano storie di dolore, amore, perdita e speranza, e attraverso la sua musica riusciva a connettersi con il pubblico a un livello profondo. Ogni performance di King era unica, e la sua capacità di improvvisare e adattare il suo stile alle diverse situazioni lo rese un performer straordinario.
Nel corso della sua carriera, King ricevette numerosi riconoscimenti per il suo contributo alla musica. Vinse 15 Grammy Awards, incluso un Grammy alla carriera nel 1987, e fu introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1987. Fu anche insignito della Medaglia Presidenziale della Libertà nel 2006, uno dei più alti riconoscimenti civili negli Stati Uniti.
Gli Ultimi Anni e l’Eredità di B.B. King
Nonostante la sua età avanzata, B.B. King continuò a esibirsi dal vivo fino agli ultimi anni della sua vita. Anche se la sua salute iniziò a peggiorare negli anni 2000, King rimase una figura attiva nella scena musicale, suonando più di 200 concerti all’anno per gran parte della sua carriera. Nel 2014, King fu costretto a interrompere il suo tour a causa di problemi di salute, e il 14 maggio 2015, B.B. King morì all’età di 89 anni nella sua casa di Las Vegas.
La sua morte segnò la fine di un’era, ma la sua musica continua a vivere. Il nome di B.B. King è sinonimo di blues, e la sua influenza sulla musica moderna è inestimabile. Attraverso i suoi dischi, le sue performance e le sue collaborazioni, King ha lasciato un segno indelebile sulla storia della musica.
discografia parziale
curiosità
Lucille: La sua leggendaria chitarra ha una storia particolare
B.B. King chiamava tutte le sue chitarre “Lucille”, e la storia dietro questo nome è piuttosto interessante. Durante una delle sue prime esibizioni in un club dell’Arkansas negli anni ’50, scoppiò una rissa tra due uomini che litigarono per una donna di nome Lucille, causando un incendio. King, rischiando la vita, rientrò nel club in fiamme per salvare la sua chitarra. Da quel giorno, per ricordarsi di non mettere mai più la sua vita in pericolo per cose futili, chiamò tutte le sue chitarre Lucille.
La carriera da DJ radiofonico
Prima di diventare famoso come chitarrista, B.B. King lavorò come DJ in una stazione radiofonica di Memphis, la WDIA, che trasmetteva per un pubblico afroamericano. Lavorava con lo pseudonimo di Beale Street Blues Boy, che poi fu accorciato a Blues Boy, da cui derivò il suo celebre nome, B.B. King.
Ha suonato più di 15.000 concerti
B.B. King ha avuto una carriera straordinariamente lunga, e si stima che abbia suonato più di 15.000 concerti nel corso della sua vita. Anche in età avanzata, si esibiva in più di 200 spettacoli all’anno, dimostrando un’incredibile passione e dedizione alla sua arte.
Una dieta semplice, ma una salute complessa
King aveva una dieta piuttosto semplice e amava cibi come i fagioli, il pollo fritto e il pane di mais. Tuttavia, ha avuto una lunga battaglia contro il diabete di tipo 2, che gli fu diagnosticato nei primi anni ’80. Nonostante la malattia, King continuò a esibirsi regolarmente e usò la sua notorietà per sensibilizzare l’opinione pubblica sul diabete.
Il numero delle sue Lucille
B.B. King possedeva più di 30 diverse versioni di Lucille durante la sua carriera. La sua chitarra preferita era una Gibson ES-355 nera, ma collaborò anche con la Gibson per creare una linea di chitarre che portavano il suo nome. La Gibson Lucille divenne uno strumento iconico tra i chitarristi blues.
Non scriveva spartiti
Nonostante fosse uno dei più grandi chitarristi del secolo, B.B. King non sapeva leggere né scrivere la musica in forma di spartito. La sua arte era completamente autodidatta e basata sull’orecchio musicale, che affinò sin dalla giovane età.
Una vita amorosa complicata
B.B. King si sposò due volte, ma entrambi i matrimoni finirono con un divorzio. Il primo matrimonio con Martha Lee Denton durò solo sei anni, mentre il secondo, con Sue Carol Hall, finì dopo otto anni. King attribuiva i fallimenti dei suoi matrimoni al suo stile di vita frenetico e alle lunghe tournée che lo tenevano lontano da casa per la maggior parte del tempo.
Un’influenza su generi diversi dal blues
Sebbene B.B. King sia universalmente riconosciuto come il “Re del Blues”, il suo impatto si è esteso anche a generi musicali come il rock, il jazz e l’R&B. Artisti di diverse estrazioni, come Eric Clapton, The Rolling Stones, Jimi Hendrix e persino musicisti moderni come John Mayer, hanno citato B.B. King come una delle loro principali fonti di ispirazione.
Un ruolo chiave nella promozione dei diritti civili
Oltre alla musica, B.B. King fu un sostenitore dei diritti civili negli Stati Uniti. Si esibì in numerosi eventi per promuovere l’integrazione razziale e la giustizia sociale durante gli anni ’60 e ’70. Inoltre, partecipò a diversi concerti di beneficenza per raccogliere fondi e sensibilizzare l’opinione pubblica su queste cause.
Adorava i suoi fan
King era noto per il suo profondo rispetto verso i suoi fan. Non solo si fermava regolarmente per parlare con loro, ma alla fine di ogni concerto, usciva dal palco per firmare autografi e fare foto, anche se era esausto. Credeva che il successo della sua carriera fosse dovuto al supporto costante dei suoi fan, e li ringraziava sempre per questo.
Un uomo d’affari
Oltre alla musica, B.B. King era anche un abile uomo d’affari. Fondò il famoso B.B. King’s Blues Club, una catena di locali blues con sedi in diverse città, tra cui Memphis, Los Angeles e New York. I suoi club divennero luoghi iconici per ascoltare musica dal vivo, offrendo agli artisti emergenti una piattaforma per esibirsi.
Un Oscar mancato
La canzone di B.B. King “The Thrill Is Gone” non solo divenne un classico del blues, ma ricevette anche riconoscimenti internazionali. Nel 1970, la canzone vinse un Grammy Award e divenne una delle sue tracce più celebri. Tuttavia, la sua canzone “Standing on the Edge of Love”, presente nella colonna sonora del film “Fino all’ultimo respiro” (1983), fu candidata all’Oscar ma non vinse il premio.Era soprannominato il “Blues Boy”
L’origine del nome d’arte di B.B. King deriva dal soprannome “Blues Boy” che gli fu dato all’inizio della sua carriera radiofonica. Da lì, il nome fu abbreviato a “B.B.” e divenne il marchio con cui sarebbe stato conosciuto per il resto della sua vita.
Non era solo un chitarrista, ma anche un innovatore musicale
King introdusse tecniche innovative nel blues, come l’uso del vibrato con le dita piuttosto che con la leva della chitarra. Questa tecnica è ora ampiamente utilizzata da molti chitarristi moderni e ha rivoluzionato il modo in cui il blues è stato suonato e ascoltato.
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