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The Cure

Robert Smith e le Origini di The Cure: Dalla Visione al Suono Iconico

Nato a Blackpool e cresciuto nel West Sussex, Robert Smith, il geniale frontman dei The Cure, ha trasformato il destino della band con una visione unica e una passione incrollabile. Il nucleo iniziale del gruppo prese vita con il nome di Malice, formato durante gli anni del liceo. A guidare la formazione iniziale c’erano Smith e Marc Ceccagno alla chitarra, Michael Dempsey al basso, e i fratelli Graham e Martin Creasy rispettivamente alla batteria e alla voce.

La Nascita degli Easy Cure e i Primi Passi sul Palco

Con l’ingresso di Laurence Tolhurst e Porl Thompson, la band subì un’evoluzione, trasformandosi negli Easy Cure nel gennaio del 1977. Il debutto sul palco avvenne con un set acustico alla Worth Abbey di Crawley il 18 dicembre 1976. Poco dopo, un’esibizione a scuola segnò un altro passo incerto, ma decisivo, verso un futuro radioso. Con il tempo, e dopo vari cambiamenti nella formazione, Robert Smith decise di assumere il ruolo di cantante, consolidando la direzione artistica della band e il suo sound sperimentale e malinconico, a cavallo tra punk e new wave.

Il Singolo di Esordio: “Killing an Arab” e il Primo Album

Nel 1978, il singolo di debutto della band, “Killing an Arab”, suscitò polemiche, ma al contempo aprì la strada al successo. Due anni dopo, nel 1980, l’uscita del primo album, “Three Imaginary Boys”, lanciò la band nell’orbita della musica alternativa, attirando una crescente base di fan devoti.

Gli Anni ’80: Capolavori e Trasformazioni

Gli anni ’80 segnarono una svolta decisiva per i The Cure, con importanti cambiamenti nella formazione. L’arrivo di Simon Gallup e Matthieu Hartley contribuì a ridefinire il loro suono. Nel 1982, la band pubblicò “Pornography”, un album oscuro e visionario che consolidò la loro reputazione nel panorama gothic rock e post-punk.

Nel 1985, l’album “The Head on the Door” segnò l’apice creativo, combinando melodie accattivanti con testi evocativi. Seguì l’uscita di opere iconiche come “Disintegration” nel 1989, considerato da molti un capolavoro assoluto. Questo album rappresentò un viaggio emotivo nella psiche umana, celebrato come uno dei migliori lavori della band.

Gli Anni ’90: Sfide e Sperimentazioni

Con il nuovo decennio arrivarono cambiamenti e sfide. Nonostante le turbolenze, i The Cure rimasero fedeli alla loro essenza, sperimentando con nuovi suoni senza tradire il loro spirito originale. La loro influenza continuò a crescere, ispirando artisti di generazioni diverse.

Il Nuovo Millennio e la Rinascita Creativa

L’uscita di “Bloodflowers” nel 2000 dimostrò che la vena artistica dei The Cure era tutt’altro che esaurita. L’album fu accolto con entusiasmo, confermando il loro status di pionieri del rock alternativo. Nel 2019, la band venne inserita nella Rock and Roll Hall of Fame, un meritato tributo alla loro duratura eredità musicale.

The Cure Oggi: Una Luce nell’Oscurità

Durante la pandemia globale del 2020, la musica dei The Cure continuò a fornire conforto e riflessione a milioni di fan in tutto il mondo. Con oltre quarant’anni di carriera, la loro musica rimane un punto di riferimento per chi cerca bellezza nell’oscurità e speranza nella tristezza.

Attraverso alti e bassi, cambiamenti di formazione e audaci sperimentazioni sonore, i The Cure si sono affermati come un faro di autenticità nel mondo musicale, ispirando generazioni con il loro stile inconfondibile e la loro profondità emotiva.

Conclusione

La storia dei The Cure è un racconto di perseveranza, trasformazione e creatività senza compromessi. Da “Killing an Arab” a “Disintegration”, fino ai giorni nostri, la band ha tracciato un percorso unico, lasciando un’impronta indelebile nella storia della musica alternativa.

   
Three Imaginary Boys1979Debutto post-punk con sonorità crude. Include 10:15 Saturday Night e cover di Foxy Lady.
Seventeen Seconds1980Nascita del sound gotico. A Forest diventa il loro primo successo internazionale.
Faith1981Atmosfere funebri e minimaliste. Concept album sulla perdita della fede.
Pornography1982Apice della trilogia dark. Batterie martellanti e testi sulla disintegrazione umana.
The Top1984Svolta psichedelica con The Caterpillar. Primo album da frontman unico di Robert Smith.
The Head on the Door1985Ritorno al successo. Mix perfetto tra dark (Kyoto Song) e pop (Close to Me).
Kiss Me, Kiss Me, Kiss Me1987Doppio album eclettico. Dall’funk (Hot Hot Hot!) al dark (One More Time).
Disintegration1989Capolavoro gotico. Arrangiamenti con tastiere dominanti e testi malinconici.
Wish1992L’album più venduto. Friday I’m in Love diventa un inno generazionale.
Wild Mood Swings1996Sperimentazione con archi (The 13th) e world music (Gone!).
Bloodflowers2000Terzo capitolo della trilogia gotica. Testi sull’invecchiamento e la morte.
The Cure2004Ritorno alle chitarre rock. The End of the World è il singolo principale.
4:13 Dream2008Ultimo album prima della pausa. Produzione più sperimentale.
Songs of a Lost World2023Dopo 15 anni di attesa. Atmosfere funeree e testi sulla perdita (ispirati alla morte di fratelli e genitori di Smith).

curiosità

Robert Smith e Mary Poole: Un Legame Duraturo e Solido

Robert Smith, il frontman dei The Cure, e Mary Poole, la sua compagna di scuola, sono sposati da oltre 30 anni, con un legame che ha resistito alla fama e alle sfide della vita. Nonostante la loro unione sia stata celebrata con un matrimonio informale nel 1988, il loro amore è rimasto saldo nel tempo. Pur non avendo figli propri, Robert trova gioia nell’affetto della sua vasta famiglia di nipoti e pronipoti, e continua a rendere omaggio al rapporto speciale con Mary.

Il Tour con Siouxsie and The Banshees: Un’Epifania Musicale

Durante il loro primo tour nel 1979, in qualità di band di supporto per i Siouxsie and the Banshees, Robert Smith ebbe una rivelazione musicale che avrebbe cambiato per sempre la sua carriera. Questa esperienza lo spinse a riconsiderare la sua visione artistica, abbandonando l’idea di imitare altre band per trovare la propria identità musicale unica. Fu un momento cruciale che segnò un importante cambiamento nel suono dei The Cure e nella direzione della loro carriera.

“Disintegration” e il Sucesso Improbabile

Il 1989 fu un anno fondamentale per i The Cure con la pubblicazione di “Disintegration”, un album che avrebbe segnato un punto di svolta nella carriera della band. Nonostante l’etichetta Elektra avesse inizialmente previsto un fallimento commerciale, l’album ha superato ogni aspettativa, vendendo oltre 2,7 milioni di copie e trasformando la band in una presenza dominante nei grandi stadi, anche negli Stati Uniti.

Una delle tracce più inquietanti e memorabili di “Disintegration” è “Lullaby”. Si racconta che questa canzone abbia origine dalle ninne nanne sinistre che il padre di Robert Smith gli cantava quando era bambino. Con frasi come “Dormi ora, bel bambino – o non ti sveglierai mai più”, il brano riflette il lato oscuro dell’infanzia di Robert e la sua visione unica del mondo.

I Concerti Leggendari e l’Apice della Carriera

Nel 1989, i The Cure raggiunsero il culmine della loro carriera con concerti leggendari, tra cui uno spettacolo esaurito allo Stadio di Wembley e uno al Giant Stadium di New York, di fronte a un pubblico di 44.000 persone. Nonostante il clamoroso successo, Robert Smith ammise che diventare così grandi non fosse mai stato l’obiettivo principale della band. La loro missione era sempre stata quella di fare musica autentica e seguire la propria visione creativa, senza preoccuparsi troppo della fama.

libri

Cured. Storia di due imaginary boys the cure

Cured. Storia di due imaginary boys

Lol Tolhurst e Robert Smith, outsider da giovani, formano i The Cure, leggendari del post-punk britannico. La loro musica sfida gli stereotipi di genere, ispirando generazioni. "Cured" rivela la loro storia, con Smith come anima ribelle e Tolhurst lottando contro l'alcolismo.

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"La carriera luminosa e cupa dei Cure: da album a album, il mosaico di Robert Smith, le tappe italiane, curiosità e quarant'anni di musica."

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