Gabriele D’Annunzio, nato il 12 marzo 1863 a Pescara, Italia, fu un poeta, scrittore, drammaturgo, politico e patriota italiano. La sua vita fu un viaggio tumultuoso attraverso l’arte, la politica e l’amore, segnato da straordinarie conquiste e controversie. D’Annunzio iniziò la sua carriera letteraria giovanissimo, pubblicando le sue prime poesie a soli sedici anni. La sua prosa elegante e la sua capacità di catturare la bellezza e la sensualità della vita lo resero una figura centrale nel movimento letterario italiano del decadentismo La sua fama crebbe rapidamente, e D’Annunzio divenne noto per il suo stile di vita lussuoso e i suoi amori tumultuosi. Le sue relazioni con donne affascinanti, tra cui l’attrice Eleonora Duse e la principessa Maria Hardouin di Pless, alimentarono il suo mito di poeta-seduttore. Oltre alla sua produzione letteraria, D’Annunzio si distinse anche come drammaturgo, scrivendo opere teatrali di grande successo, tra cui “La figlia di Iorio” e “Il piacere”. La sua abilità nel creare personaggi complessi e situazioni drammatiche lo rese una delle figure più influenti del teatro italiano dell’epoca. Ma il contributo di D’Annunzio non si limitò alla letteratura e al teatro. Fu anche un fervente patriota italiano e giocò un ruolo importante nella politica del suo paese. Durante la prima guerra mondiale, si arruolò volontario nell’esercito italiano e combatté valorosamente, anche se la sua esperienza di combattimento lo lasciò fisicamente e mentalmente segnato. Dopo la guerra, D’Annunzio si impegnò attivamente nella politica, sostenendo il movimento fascista di Benito Mussolini. La sua retorica nazionalista e il suo sostegno al regime fascista lo portarono a essere una figura controversa, divisa tra coloro che lo consideravano un eroe nazionale e coloro che lo vedevano come un opportunista politico. La sua carriera politica raggiunse il culmine nel 1919, quando organizzò la famosa impresa di Fiume, un tentativo di annettere la città di Fiume all’Italia. Anche se l’impresa fallì, fece di D’Annunzio un’icona nazionale e un simbolo di resistenza contro il trattato di Versailles. Negli ultimi anni della sua vita, D’Annunzio si ritirò a vivere nella sua villa sul lago di Garda, dove continuò a scrivere e a condurre una vita eccentrica e solitaria. Morì il 1º marzo 1938, lasciando dietro di sé un’eredità complessa e contraddittoria, ma indubbiamente ricca di contributi alla cultura italiana e alla storia del XX secolo.

Primo vere
L'opera poetica, ispirata a Carducci, contiene traduzioni barbare di Catullo e Orazio e celebra l'Abruzzo come selvaggio, con miti classici. D'Annunzio mostra uno slancio vitale e sensuale, un tratto giovanile ricorrente nelle sue opere.

Canto novo...
Il volume comprende cinque raccolte di poesie di D’Annunzio, appartenenti al primo periodo poetico (1879-1993): CANTO NOVO (1882) INTERMEZZO DI RIME (1884) ISAOTTA GUTTADAURO (1886) ELEGIE ROMANE (1892) POEMA PARADISIACO (1893)

Il libro delle vergini
"Il libro delle vergini" è una raccolta di quattro novelle di Gabriele d’Annunzio del 1884, ambientate nell’Abruzzo pastorale della fine dell'800, segnatamente a Pescara e dintorni. Le novelle, quali "Le vergini", "Favola sentimentale", "Nell’assenza di Lanciotto", e "Ad altare Dei", rappresentano la prima incursione del poeta nel campo della prosa.

Il piacere
"Il Piacere" del 1889 è l'opera emblematica del Decadentismo italiano, segnando la produzione romanzesca di D’Annunzio. Il protagonista, Andrea Sperelli, nobile esteta, si ritrae dalla modernità dedicandosi all'arte come stile di vita, portandolo alla corruzione fisica e morale.

L'innocente
Nel secondo romanzo della Trilogia della Rosa, il principe Tullio Hermil è coinvolto in un dramma familiare quando sua moglie Giuliana lo tradisce con Filippo Arborio, rimanendo incinta, portando tensione nella famiglia.

Il trionfo della morte
conclusione travagliata della Trilogia della Rosa, riflette la complessa metamorfosi artistica di D'Annunzio, passando dal pessimismo estetico al superomismo nietzschiano. La vicenda di Giorgio Aurispa, simbolo della negatività dell'uomo moderno, si concentra sull'ossessiva tematica della morte e dell'isolamento individuale.

Le vergini delle rocce
Il romanzo, inizialmente pubblicato a puntate su "Il Convito" e edito da Treves nel 1895, fonde lirismo e narrativa, segnando il passaggio di D'Annunzio al superomismo ispirato a Nietzsche. Questa opera, influenzata da "Also sprach Zarathustra", ridefinisce il concetto di superuomo in chiave aristocratica ed elitaria.

La città morta
E' una delle prime tragedie di D'Annunzio, scritta nel 1896. Ambientata durante degli scavi archeologici a Micene, segue le vicende di un gruppo italiano di archeologi alla ricerca del palazzo di Agamennone. Tra speranze di scoperte e passioni, i protagonisti attendono l'avvento finale. Tuttavia, le complicazioni sentimentali portano alla tragedia con il suicidio di Anna.

La Gioconda
spirato al furto della Gioconda al Louvre, fu inizialmente concepito come racconto e poi proposto come soggetto cinematografico nel 1943, ma il film non fu realizzato. Il racconto si distingue per essere il solo di D'Annunzio a essere pienamente fantastico nella tematica, presentando un esperimento alchemico che porta Monna Lisa, modella di Leonardo, alla vita anziché la Gioconda.

Il fuoco
ispirato alla tumultuosa relazione con Eleonora Duse, celebra il potere creativo e l'ardore amoroso. La passione della Duse per il "poeta infernale" diventa ossessiva. La pubblicazione del romanzo suscita polemiche per la sua audacia nel svelare dettagli intimi della relazione.

Le novelle della Pescara
D'Annunzio espone le emozioni intense di Pescara e della campagna circostante, riflettendo sulle complesse dinamiche sociali e umane attraverso una prospettiva verista che abbraccia il fanatismo, le tragedie personali e la vita quotidiana.

Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi
Il progetto innovativo di D'Annunzio per la riforma della poesia italiana, coniugando decadentismo e superomismo, prende forma nelle "Laudi", sette libri ispirati alle Pleiadi. Il primo blocco del 1903, Maia-Elettra-Alcyone, è acclamato per lo stile, mentre le successive raccolte, rinominata "Canti della guerra latina"), sono considerate meno riuscite dal punto di vista poetico.

La figlia di Iorio
La storia di Aligi e Mila, segnata da passione e sacrificio, si sviluppa tra tenebre e violenza. Aligi, pastore, sceglie la castità con Mila, sfidando il padre Lazzaro. Mila si sacrifica per lui, affrontando le fiamme. D'Annunzio esplora archetipi classici in un Abruzzo trasfigurato.

La fiaccola sotto il moggio
Nella casa antica dei Sangro, su un monte irregolare, sorge un'ampia sala testimone di molteplici epoche: normanna, angioina, borbonica. Un ballatoio circonda la sala con arcate e mausolei, mentre armadi colmi di rotoli e pergamene riempiono lo spazio. L'ambiente, ornato di statue e mobili antichi, è segnato dal tempo e destinato al declino.

La nave
La tragedia, l'ultima celebre opera del poeta, esplora l'imperialismo europeo in Africa e India. Il protagonista, l'ammiraglio Marco di Venezia, è affrontato da Basiliola, desiderosa di vendetta per le sue sorelle. Inizialmente, sembra avere successo nel suo piano di vendetta, ma Marco, votato alla navigazione, decide di intraprendere una spedizione navale di conquista nelle terre selvagge, portando Basiliola al suicidio.

Forse che sì, forse che no
In quest'opera, D'Annunzio offre una moderna interpretazione del superuomo, abbracciando il mito aristocratico della macchina come simbolo di energia elitaria e velocità, in linea con l'etica futurista.

Notturno
D'Annunzio esplora amore, morte e dolore mentre affronta la temporanea cecità e immobilità dovute a una ferita di guerra. Attraverso visioni e ricordi, il poeta esprime sentimenti profondi legati all'infanzia, all'eroismo bellico, al rimpianto per i compagni caduti e all'affetto per la figlia. Un'opera commovente che svela un D'Annunzio intimo e vulnerabile, distante dalla sua solita tensione superomistica.

l libro segreto di Gabriele D'Annunzio
protagonista la marchesa Luisa Casati Stampa, racconta l'incarnazione di una figura di cera a lei somigliante, tra mistero e allucinazioni. Acquistato nel 1985, questo testo del 1913, pubblicato nel "Libro segreto" nel 1935, rivela lo stile unico del Vate, l'uso del francese arcaico e il legame con l'occulto.