“Sostieni il sito con un semplice clic sui banner: solo un gesto per aiutarci a continuare a offrirti nuovi contenuti!”
Era il 1969 quando nella fabbrica di acciaierie, tra il fumo dei forni e il clangore dei metalli, alcuni giovani ragazzi decisero che la musica doveva urlare più forte del mondo che li circondava. Il nome “Judas Priest” fu scelto – si dice – dopo aver letto un titolo di canzone (“The Ballad of Frankie Lee and Judas Priest” di Bob Dylan) e averlo trovato sufficientemente provocatore, oscuro e memorabile.
Fin dai primi anni, la band attraversò cambi di line-up, audizioni, serate nei club dove il pubblico ricordava ancora il rock psichedelico ma rivolgeva lo sguardo al futuro. Il loro primo album, Rocka Rolla (1974), fu un debutto segnato da influenze blues-rock e lunghi pezzi sperimentali. Non era ancora il suono cui avremmo associato il nome Judas Priest, ma già c’erano segni: la voce potente, le chitarre che tagliavano l’aria, la determinazione.
Poi venne Sad Wings of Destiny (1976), l’album che cominciò a scolpire il marchio della band: riff taglienti, composizioni articolate, testi che parlavano di libertà, rivolta e oscurità interiore. Non era soltanto suonare più forte, era suonare con un’aura: suonare per essere ricordati.
Con Stained Class (1978) e Killing Machine (anche nota come Hell Bent for Leather) nello stesso anno, Judas Priest pose le basi definitive per l’identità dell’heavy metal. La pelle, le borchie, le giacche in pelle, il look che sarebbe diventato stereotipo del metal: lontano dai costumi hippie, vicino all’asfalto, al rumore, al fuoco.
Fu anche il periodo in cui introdussero la doppia chitarra (Tipton e Downing) come elemento fondamentale: armonie, assoli gemellari, dialoghi elettrici che avrebbero fatto scuola. Il loro tocco visivo-sonoro cominciava a essere tanto importante quanto i loro album.
Il 1980 portò British Steel, uno dei dischi che definiscono il metal. Living After Midnight, Breaking the Law, Metal Gods: canzoni immediate, cori che diventano inni, testi che evocano ribellione ma anche voglia di festa.
Nei primi anni ’80, con Screaming for Vengeance e soprattutto Defenders of the Faith, Judas Priest divenne davvero globale: video, MTV, tour in USA, festival enormi. Rob Halford diventò una figura iconica non solo per la sua voce (capace di acuti epici, falsetti taglienti) ma anche per la sua presenza teatrale: giacche con borchie, catene, look estremo.
Ma creatività e pressioni non vanno sempre d’accordo. Nel 1996, dopo Jugulator, la band attraversò un periodo difficile con cambi di membri, problemi con etichette discografiche, il metal che cambiava sotto l’assalto del grunge e di generi emergenti.
discografia
Rocka Rolla | 1974 | L’album di debutto, che mescola hard rock e blues, con un sound ancora lontano dal metal classico. |
Sad Wings of Destiny | 1976 | Un album fondamentale per lo sviluppo dell’heavy metal, con brani epici e un sound più aggressivo e potente. |
Sin After Sin | 1977 | Un album che esplora sonorità più complesse e progressive, con un tocco più melodico e oscuro. |
Stained Class | 1978 | Un capolavoro del metal classico, con riff potenti e assoli virtuosi. Contiene la celebre “Beyond the Realms of Death”. |
Killing Machine | 1978 | Un album che segna un’evoluzione verso un sound più diretto e aggressivo, con brani hard rock e metal. |
British Steel | 1980 | Uno dei loro album piรน iconici, che ha definito il sound del New Wave of British Heavy Metal, con hit come “Breaking the Law” e “Living After Midnight”. |
Point of Entry | 1981 | Un album più accessibile e orientato al rock, con brani piรน melodici e commerciali. |
Screaming for Vengeance | 1982 | Un album che segna un ritorno a un sound più aggressivo e potente, con riff veloci e brani epici. |
Defenders of the Faith | 1984 | Un album che consolida il loro sound metal, con brani potenti e un tocco più epico. |
Turbo | 1986 | Un album più commerciale e orientato al pop-metal, con l’uso di sintetizzatori e chitarre processate. |
Ram It Down | 1988 | Un album che segna un ritorno a un sound più hard rock e metal, con brani potenti e grintosi. |
Painkiller | 1990 | Un capolavoro del metal, con un sound aggressivo, riff veloci e una batteria potente. |
Jugulator | 1997 | Il primo album con il nuovo cantante Tim “Ripper” Owens, che esplora sonorità più moderne e aggressive. |
Demolition | 2001 | Un album che mescola il loro sound classico con influenze metal moderne. |
Angel of Retribution | 2005 | Il primo album con il ritorno di Rob Halford, un lavoro che celebra il loro sound classico. |
Nostradamus | 2008 | Un concept album su Nostradamus, un lavoro epico e orchestrale che mescola metal e musica classica. |
Redeemer of Souls | 2014 | Un album che celebra il loro sound classico, con brani potenti e un tocco più melodico. |
Firepower | 2018 | Un album che segna un ritorno a un sound più hard rock e metal, con brani grintosi e diretti. |
Invincible Shield | 2025 | Potente ritorno al metal classico, con riff incisivi e voce inconfondibile. Raggiunge il numero 2 nelle classifiche britanniche |
Nel nuovo millennio Judas Priest rimise la marcia. Con Angel of Retribution (2005), dimostrarono che non avevano perso la forza. Ma il tempo passava: K. K. Downing, uno dei chitarristi fondatori, lasciò la band nel 2011, segnando la fine di una era.
Arrivarono Redeemer of Souls (2014) poi Firepower (2018), album apprezzati dai fan e dalla critica per aver recuperato l’anima del sound classico ma aggiornandola con produzione moderna. Nel marzo 2024 uscì il diciannovesimo studio album, Invincible Shield, prodotto da Andy Sneap. Il disco debutta al numero due nella classifica UK, la posizione più alta mai raggiunta finora dalla band nella loro carriera.
Nel 2024 i Judas Priest pubblicarono Invincible Shield, accolto come un capolavoro moderno.
L’album raggiunse il numero 2 nelle classifiche UK, il miglior piazzamento della loro carriera.
Brani come Panic Attack e Trial by Fire mostrano una band ancora capace di innovare e sorprendere.
Nel 2025 i Judas Priest sono ancora in marcia. Dopo l’uscita di Invincible Shield, hanno annunciato il Shield Of Pain Tour 2025, che li porta in Europa con un’unica data in Italia: Ferrara, il 1° (poi riprogrammata al 2) luglio al Ferrara Summer Festival. Nel tour per il 2025 la band unirà nuovi brani con classici come Painkiller, You’ve Got Another Thing Comin’, Breaking the Law.
Oltre ai concerti, ci sono novità: un remix del loro primo album Rocka Rolla, in occasione del cinquantesimo anniversario, e l’avviso da parte di Ian Hill che non pensano affatto di ritirarsi.
I Judas Priest hanno attraversato oltre cinque decenni di musica, crisi, rinascite e trionfi. Hanno definito un genere e hanno creato un immaginario che vive ancora oggi.
Nel 2025, con Invincible Shield e lo Shield of Pain Tour, dimostrano che il metallo non invecchia, ma diventa leggenda.
Quando Halford sale sul palco e urla il primo acuto, quando le chitarre iniziano a ruggire, non ci sono dubbi: i Metal Gods sono ancora tra noi.
Il soprannome “Metal Gods”
Deriva dalla canzone omonima dell’album British Steel (1980) ed è diventato un titolo onorifico usato dai fan e dalla stampa per indicare la band.
Rob Halford e le moto
Il frontman è celebre per le entrate sul palco a bordo di Harley-Davidson. In un concerto a Toronto, cadde dalla moto sul palco ma continuò a cantare senza interruzioni.
Processo del 1990
I Judas Priest furono accusati di aver causato il suicidio di due ragazzi tramite messaggi subliminali nei loro brani. Furono assolti, ma l’episodio generò enorme clamore mediatico e un dibattito sull’influenza della musica sugli ascoltatori.
Il falsetto di Halford
Rob Halford è famoso per il suo uso del falsetto, capace di raggiungere note altissime in modo controllato. Questo elemento ha definito lo stile vocale dell’heavy metal moderno.
Doppia chitarra rivoluzionaria
La combinazione Tipton‑Downing, e successivamente Tipton‑Faulkner, ha definito lo stile dei Judas Priest. I loro assoli gemellari hanno influenzato migliaia di band metal nel mondo.
Painkiller e la velocità
Il batterista Scott Travis introdusse ritmi incredibilmente veloci su Painkiller (1990), rivoluzionando il concetto di batteria metal e diventando un punto di riferimento per generazioni di percussionisti.
Record tardivo in classifica
Con l’album Invincible Shield (2024) i Judas Priest hanno raggiunto il numero 2 nelle classifiche britanniche, il miglior piazzamento in oltre 50 anni di carriera.
Tour memorabili
Durante il “Painkiller Tour”, Halford si infortunò con la moto sul palco, ma tornò pochi giorni dopo con un collare ortopedico, mostrando professionalità e dedizione al live.
Collaborazioni e ispirazioni
La band ha ispirato artisti come Metallica, Iron Maiden, Slayer e molti altri, consolidando il loro ruolo di pionieri dell’heavy metal.
Curiosità sui testi
I Judas Priest mescolano nei loro testi ribellione, fantascienza, mitologia e introspezione.
Rob Halford, il leggendario “Metal God”, racconta in Confesso il suo viaggio dalle case popolari di Walsall alla fama mondiale. Tra dipendenze, difficoltà personali e avventure pericolose, trova riscatto nella disintossicazione, nel coming out e nell’amore. Sempre icona inarrivabile, celebra con ironia il fuoco eterno dell’heavy metal
Negli anni Ottanta i Judas Priest incarnarono l’essenza dell’heavy metal con look iconico, brani ribelli e un sound unico. In Heavy Duty, K.K. Downing svela attriti interni, sfide con l’industria, rivalità con gli Iron Maiden e l’isteria anti-metal, fino alla decisione di lasciare la band nel 2009.
I Judas Priest, veri profeti dell’heavy metal, hanno incarnato un ruolo messianico dagli anni Settanta, guidando una cultura spesso ghettizzata. Marco Priulla, nel suo saggio, analizza i contenuti lirici e visionari della band, rivelando la loro coerenza e influenza generazionale, fino a trasformarne la storia in un poema moderno.