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Mia Martini

800px Mia Martini (69)

Gli inizi: una passione nata in famiglia

Mia Martini nasce il 20 settembre 1947 a Bagnara Calabra, una cittadina della Calabria affacciata sul Mar Tirreno. Cresce in una famiglia che respira arte e musica: il padre, Giuseppe Bertè, è un maestro di scuola, mentre la madre, Maria Salvina Dato, è un’insegnante appassionata di cultura e letteratura. Insieme alle sorelle, tra cui la celebre Loredana Bertè, Domenica (chiamata Mimì in famiglia) vive un’infanzia segnata da una profonda voglia di esprimersi artisticamente.

Fin da piccola, Mimì dimostra un grande talento per il canto. La sua voce potente e graffiante colpisce chiunque la ascolti, tanto che presto inizia a cantare nei locali e nelle feste di paese. La sua passione per la musica è innata, e già in gioventù sogna di poter salire sui grandi palcoscenici. La famiglia, pur essendo severa e tradizionale, non può che supportare il suo talento, vedendo in lei un potenziale straordinario.

Gli anni ’60: il debutto come Mimi Bertè

Il suo debutto musicale avviene negli anni ’60, quando, sotto il nome di Mimi Bertè, inizia a farsi conoscere nel panorama musicale italiano. Il suo primo singolo, “I miei baci non li puoi scordare”, viene pubblicato nel 1963, e segna l’inizio della sua carriera. Tuttavia, nonostante il talento evidente, i primi anni sono difficili e pieni di ostacoli: il successo tarda ad arrivare e Mimi fatica a trovare una sua identità musicale in un’epoca dominata dalle canzoni leggere e dai ritmi spensierati del beat italiano.

La sua ricerca artistica la porta a esplorare vari generi e stili, ma è solo verso la fine degli anni ’60 che inizia a emergere la sua vera anima musicale: una voce profonda, intensa, capace di esprimere emozioni complesse e sfaccettate. Nel 1969 cambia nome d’arte, adottando quello che diventerà leggendario: Mia Martini. Il nome Mia viene scelto in onore della grande attrice francese Mia Farrow, mentre Martini evoca l’eleganza e la raffinatezza che caratterizzeranno sempre la sua figura.

Gli anni ’70: il successo di “Piccolo uomo” e l’ascesa

Il 1971 segna una svolta decisiva nella carriera di Mia Martini, grazie alla collaborazione con il produttore discografico Alberigo Crocetta. Con il suo supporto, Mia pubblica l’album “Oltre la collina” , un lavoro che mostra già una maturità artistica impressionante e che affronta temi profondi e dolorosi come l’infanzia difficile e la morte. Tuttavia, è l’anno successivo, nel 1972, che Mia Martini conquista il pubblico italiano con il brano “Piccolo uomo” , scritto da Bruno Lauzi e Michelangelo La Bionda.

“Piccolo uomo” diventa immediatamente un successo, e porta Mia Martini al vertice delle classifiche italiane. La canzone vince il Festivalbar e diventa uno degli inni musicali degli anni ’70, caratterizzato da una melodia avvolgente e da un’interpretazione vocale straordinaria. È l’inizio di una serie di trionfi che segneranno il decennio successivo.

Nel 1973, Mia Martini si presenta al Festival di Sanremo con “Minuetto” , una delle sue interpretazioni più celebri, scritta da Franco Califano e Dario Baldan Bembo. La canzone, un inno alla passione e alla sofferenza amorosa, conferma il suo talento unico nell’interpretare brani dall’intenso carico emotivo. Mia diventa così una delle voci più richieste della scena musicale italiana, capace di commuovere e coinvolgere il pubblico come poche altre artiste.

Nel corso degli anni ’70, Mia Martini continua a collezionare successi: “Donna sola” , “Al mondo” , e “Inno” sono solo alcuni dei brani che consolidano la sua posizione di star nel panorama italiano e internazionale. La sua voce potente, capace di trasmettere emozioni con una sincerità disarmante, la rende unica. Mia è una delle prime artiste italiane ad essere riconosciuta e apprezzata anche all’estero, soprattutto in Francia, dove viene paragonata a Edith Piaf per la sua capacità di far vibrare l’anima di chi l’ascolta.

Le difficoltà e il boicottaggio

Nonostante i successi, la vita di Mia Martini non è mai stata facile. Gli anni ’80 segnano un periodo particolarmente difficile per la cantante, segnato da una serie di ostacoli personali e professionali che rischiano di compromettere la sua carriera. Una delle sfide più dure che Mia Martini si trova ad affrontare è il cosiddetto “boicottaggio” che inizia a colpire la sua figura nel mondo dello spettacolo.

A partire dagli anni ’80, iniziano a diffondere voci infondate secondo cui Mia Martini porterebbe sfortuna. Questa crudele diceria, alimentata da alcune persone del mondo dello spettacolo, inizia a prendere piede a tal punto che molti produttori e artisti evitano di lavorare con lei per timore delle presunte “disgrazie” che la sua presenza potrebbe portare. Questa superstizione, assurda quanto ingiusta, ha un impatto devastante sulla carriera di Mia, che si vede progressivamente emarginata e boicottata nel settore.

Per diversi anni, Mia Martini è costretta a ritirarsi dalle scene, impossibilitata a esprimere il suo talento a causa di queste voci maligne. È un periodo di grande sofferenza personale per l’artista, che si sente isolata e tradita da un mondo che fino a poco tempo prima l’aveva acclamata.

Il ritorno trionfale: “Almeno tu nell’universo”

Nonostante il periodo buio, Mia Martini non si arrende mai del tutto. La sua forza interiore e la sua passione per la musica la spingono a tentare un ritorno sulle scene. Nel 1989, dopo anni di assenza, Mia Martini decide di partecipare al Festival di Sanremo con una canzone che cambierà per sempre la sua vita e la sua carriera: “Almeno tu nell’universo” .

Scritta da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio, “Almeno tu nell’universo” è una ballata struggente e toccante, che parla di amore e solitudine, e che diventa immediatamente un classico della musica italiana. L’interpretazione di Mia Martini è indimenticabile: la sua voce, profonda e carica di emozione, lascia il pubblico senza parole e le vale il premio della critica al Festival di Sanremo. Questo ritorno trionfale segna la rinascita artistica di Mia, che torna a essere acclamata come una delle più grandi interpreti della canzone italiana.

Gli ultimi anni e la tragica fine

Dopo il successo di “Almeno tu nell’universo”, Mia Martini vive una nuova stagione di successi. Partecipa nuovamente al Festival di Sanremo nel 1992 con “Gli uomini non cambiano” , un’altra canzone che diventa un successo di pubblico e critica. La sua voce, pur segnata dagli anni e dalle sofferenze, continua a emozionare e a toccare il cuore di milioni di persone.

Tuttavia, nonostante il successo ritrovato, Mia Martini continua a lottare contro i demoni interiori che l’hanno accompagnata per tutta la vita. Il 12 maggio 1995, a soli 47 anni, Mia Martini viene trovata senza vita nel suo appartamento di Cardano al Campo, in provincia di Varese. Le cause della sua morte restano avvolte nel mistero, ma si parla di un arresto cardiaco legato a un uso improprio di farmaci. La sua scomparsa lascia un vuoto enorme nel mondo della musica italiana, che perde una delle sue voci più straordinarie e commoventi.

Titolo dell’albumAnno di pubblicazioneDescrizioneTracce più famose
Oltre la collina1971Album di debutto che introduce la voce potente e intensa di Mia Martini al grande pubblico.Piccolo uomo, Donna sola
Nel mondo, una cosa1972Continua l’esplorazione di tematiche sociali e sentimentali, con un sound più maturo.Minuetto, Inno
Il giorno dopo1973Un album che consolida il successo di Mia Martini, con brani che diventano dei veri e propri classici.E stelle stan piovendo, Al mondo
È proprio come vivere1974L’artista si conferma una delle voci più importanti della musica italiana, con brani che affrontano temi universali.Donna con te, Che vuoi che sia se t’ho aspettato tanto
Sensi e controsensi1975Album più introspettivo, con testi che riflettono le esperienze personali di Mia Martini.Per amarti, La costruzione di un amore
Per amarti1977Un album che segna un ritorno alle origini, con un sound più semplice e diretto.Padre davvero, Gesù è mio fratello
Danza1978Un progetto più sperimentale, con sonorità elettroniche e collaborazioni con musicisti internazionali. 
Mimì1981Un album che segna una svolta nella carriera di Mia Martini, con un sound più pop e commerciale. 
Miei compagni di viaggio1983Un album che celebra i 20 anni di carriera di Mia Martini, con duetti e rivisitazioni di vecchi successi. 
La mia razza1990Un album che affronta temi sociali e politici, con un sound più rock. 
Lacrime1992Uno degli ultimi album di Mia Martini, con brani che parlano di amore, dolore e speranza. 

curiosità

Il vero significato dietro il nome d’arte

Il nome Mia Martini fu scelto in parte ispirandosi all’attrice Mia Farrow, ma “Martini” venne suggerito per evocare un senso di raffinatezza ed eleganza. Originariamente, avrebbe dovuto chiamarsi “Mia Martini Bertè”, ma la scelta venne ridotta a Mia Martini per una questione di stile e impatto.

La passione per la pittura

Mia Martini non era solo un’artista musicale, ma aveva una profonda passione per la pittura. Durante i suoi momenti più difficili, quando era lontana dalle scene a causa del boicottaggio che subì, si dedicò alla pittura per esprimere le sue emozioni. Anche se non espose mai le sue opere, si trattava di una forma importante di sfogo creativo per lei

L’iniziale rifiuto di “Almeno tu nell’universo”

La celebre canzone “Almeno tu nell’universo”, che segnò il suo grande ritorno nel 1989, in realtà era stata scritta per lei ben dieci anni prima, nel 1972. Tuttavia, non venne mai pubblicata fino alla fine degli anni ’80. Questo ritardo, causato anche da dubbi interni nell’industria discografica, rende l’impatto della canzone ancora più significativo

Le accuse di “portare sfortuna”

Le accuse di “portare sfortuna” rappresentano uno degli episodi più tristi e ingiusti della carriera di Mia Martini. Negli anni ’80, si diffonde una crudele e infondata diceria secondo cui la cantante portasse sfortuna. Questo assurdo pregiudizio nacque probabilmente per l’invidia e l’ignoranza di alcune persone del settore musicale, che iniziarono ad evitarla e a isolarla. Alcuni artisti, addetti ai lavori e persino organizzatori di eventi arrivano a rifiutare di collaborare con lei o di invitarla a spettacoli, per timore di presunti effetti negativi

Questo boicottaggio colpì profondamente Mia Martini, che trovò a lottare contro questa superstizione in un momento in cui la sua carriera avrebbe potuto decollare ulteriormente. In diverse interviste, Mia ha espresso il dolore per l’emarginazione che subì a causa di queste accuse, descrivendole come una vera e propria persecuzione. La sua carriera ne fu pesantemente compromessa per diversi anni, tanto da indurla a ritirarsi temporaneamente dalle scene.

libri

Mia Martini. «Io sono la Calabria»

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