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Nina Simone

Nina Simone: Il grido dell’anima tra jazz, blues e rivoluzione

L’inizio di un destino scritto nelle note

Era il 21 febbraio 1933 quando Eunice Kathleen Waymon nacque a Tryon, una piccola cittadina del North Carolina. Fin da bambina dimostrò un talento straordinario per la musica, tanto che la madre, una devota predicatrice metodista, la spinse a suonare il pianoforte nella chiesa locale. Ma il destino di Eunice non sarebbe stato quello di una semplice organista. Il suo sogno era diventare la prima pianista classica afroamericana, ispirata dalle opere di Bach e Beethoven.

A 12 anni, un episodio segnò per sempre la sua vita. Durante un recital, ai suoi genitori venne chiesto di cedere i posti in prima fila a spettatori bianchi. Eunice si rifiutò di suonare finché i genitori non fossero stati reintegrati nei loro posti. Era il primo atto di resistenza di una donna che avrebbe sfidato l’America razzista con la sua arte e la sua voce.

Dall’accademia alla notte dei club

Nonostante il suo straordinario talento, la sua domanda di ammissione al prestigioso Curtis Institute of Music di Philadelphia venne respinta, probabilmente a causa della sua origine afroamericana. Il sogno della musica classica sembrava infrangersi. Ma Eunice non si arrese.

Per guadagnarsi da vivere, iniziò a suonare il piano nei bar e nei club di Atlantic City. Fu qui che nacque Nina Simone. Il nome d’arte derivava da “Nina”, un vezzeggiativo datole da un ex fidanzato, e “Simone” in omaggio all’attrice francese Simone Signoret. Il destino l’aveva portata a fondere jazz, blues, gospel e musica classica in uno stile unico e rivoluzionario.

Il successo e l’urlo di libertà

Nel 1958 incise il suo primo grande successo, I Loves You, Porgy, tratto dall’opera Porgy and Bess di George Gershwin. La sua voce profonda e carica di emozione la rese subito una delle interpreti più originali della scena musicale americana. L’album di debutto, Little Girl Blue, conteneva anche la celebre My Baby Just Cares for Me, destinata a diventare una delle sue canzoni più iconiche.

Ma Nina Simone non era solo una cantante. Era una narratrice, un’attivista, una ribelle. Durante gli anni ‘60, il movimento per i diritti civili divenne il fulcro della sua esistenza. Con brani come Mississippi Goddam, scritta in risposta all’omicidio dell’attivista Medgar Evers e all’attentato in una chiesa di Birmingham che uccise quattro bambine afroamericane, Nina urlò il suo sdegno contro la violenza razziale.

L’attivismo e la rottura con l’America

Negli anni successivi, Nina Simone divenne una delle voci più potenti del Black Power. Le sue canzoni erano inni di resistenza e ribellione: To Be Young, Gifted and Black divenne l’inno non ufficiale della gioventù afroamericana. Ma la sua posizione politica le costò cara. L’industria discografica iniziò a isolarla, e la sua carriera negli Stati Uniti divenne sempre più difficile.

Nel 1970 lasciò l’America, spostandosi tra Liberia, Svizzera, Francia e infine il sud della Francia. Lontana dal suo Paese natale, Nina lottò con problemi finanziari, turbolenze personali e una salute mentale sempre più instabile, aggravata da una diagnosi di disturbo bipolare.

L’eredità e la rinascita

Negli anni ‘80 e ‘90, l’interesse per la sua musica conobbe una rinascita, grazie anche all’uso di My Baby Just Cares for Me in una pubblicità. Tornò a esibirsi sui palcoscenici di tutto il mondo, e nel 1993 pubblicò l’autobiografia I Put a Spell on You, in cui raccontò la sua incredibile storia fatta di trionfi e battaglie.

Nina Simone si spense il 21 aprile 2003, nella sua casa nel sud della Francia. Ma la sua voce non ha mai smesso di risuonare. La sua musica continua a ispirare generazioni di artisti, da Alicia Keys a John Legend, mentre il suo spirito ribelle vive in ogni lotta per i diritti umani.

Conclusione: Il mito di Nina Simone

Nina Simone è stata molto più di una cantante. È stata un simbolo, un grido di libertà in note, una forza della natura che ha cambiato la storia della musica e dei diritti civili. La sua voce, carica di sofferenza, rabbia e speranza, continua a toccare l’anima di chiunque la ascolti.

Il sogno di diventare una grande pianista classica forse non si è realizzato, ma Nina Simone ha ottenuto qualcosa di ancora più grande: è diventata la colonna sonora della rivoluzione.

la discografia (selezione)

Little Girl Blue1958Album di debutto, con il classico “My Baby Just Cares for Me”.
The Amazing Nina Simone1959Secondo album, con una miscela di jazz, blues e folk.
Nina Simone at Town Hall1959Registrazione live che mostra il suo talento come performer.
Forbidden Fruit1961Album con influenze jazz e blues, con brani originali e cover.
Nina Simone at Carnegie Hall1963Live iconico, con performance potenti e coinvolgenti.
Nina Simone in Concert1964Album live con canzoni politiche come “Mississippi Goddam”.
Broadway-Blues-Ballads1964Mix di standard di Broadway, blues e ballate.
I Put a Spell on You1965Include l’omonima hit e altre canzoni jazz e soul.
Pastel Blues1965Album con influenze blues e gospel, tra cui “Sinnerman”.
Wild Is the Wind1966Raccolta di brani intensi e emotivi, tra cui l’omonima canzone.
High Priestess of Soul1967Album che esplora diverse influenze musicali, dal soul al folk.
Nina Simone Sings the Blues1967Focus sul blues, con arrangiamenti semplici e diretti.
Silk & Soul1967Album soul con cover e brani originali.
‘Nuff Said!1968Registrazione live con canzoni di protesta e cover.
To Love Somebody1969Album con cover di brani pop e rock, tra cui l’omonima canzone dei Bee Gees.
Black Gold1970Live con performance potenti e brani iconici.
Here Comes the Sun1971Cover di brani pop e rock, tra cui l’omonima canzone dei Beatles.
Emergency Ward!1972Album sperimentale con lunghe suite e temi politici.
It Is Finished1974Ultimo album per RCA, con influenze jazz e soul.
Baltimore1978Album con sonorità più moderne e influenze disco.
Fodder on My Wings1982Album personale, con temi autobiografici e influenze africane.
Nina’s Back1985Ritorno alle origini jazz e blues.
A Single Woman1993Ultimo album in studio, con brani intimi e riflessivi.

curiosità

Il Rifiuto di suonare se la madre fosse stata discriminata

Uno degli episodi più significativi dell’infanzia di Nina avvenne quando aveva solo 12 anni. Durante un recital di pianoforte a Tryon, i suoi genitori furono costretti a cedere i posti in prima fila a spettatori bianchi. Nina si rifiutò di suonare finché i suoi genitori non fossero stati fatti tornare al loro posto. Questo gesto, compiuto da una ragazzina, prefigurava già il suo spirito indomabile e la sua avversione per le ingiustizie razziali.


Il Rapporto Complicato con il Successo

Nonostante sia oggi considerata una leggenda, Nina Simone non ha mai avuto un rapporto sereno con il music business. Spesso si sentiva sfruttata e sottovalutata dall’industria discografica. Molti contratti le furono imposti con clausole ingiuste, tanto che a un certo punto si accorse di non ricevere i diritti d’autore per molti suoi brani.

Addirittura, la sua famosa My Baby Just Cares for Me, che divenne un successo mondiale grazie a uno spot pubblicitario negli anni ‘80, non le fruttò quasi nulla, perché aveva venduto i diritti per una cifra irrisoria.


Il Giorno in cui minacciò un produttore con una pistola

Nina Simone era famosa per il suo temperamento forte, spesso esplosivo. Negli anni ‘80, infuriata per essere stata truffata dal suo manager e produttore, si presentò nel suo ufficio armata di una pistola e gli sparò un colpo (fortunatamente senza colpirlo). Questo episodio le causò non pochi problemi legali e contribuì alla sua fama di artista imprevedibile e senza paura.


L’Amicizia con David Bowie e l’Ammirazione di Prince

Negli ultimi anni della sua vita, Nina strinse un rapporto speciale con David Bowie, che la sostenne economicamente quando si trovò in difficoltà. Prince, invece, la considerava una delle sue più grandi influenze e fu tra i pochi artisti a incontrarla di persona per esprimerle la sua gratitudine.


Il Legame con l’Africa e l’Esilio Volontario

Negli anni ‘70, dopo essere stata delusa dall’America, Nina lasciò il Paese e visse in Liberia per un periodo. Amava il modo in cui in Africa poteva sentirsi “libera” dal razzismo sistemico degli Stati Uniti. Tuttavia, il suo carattere irrequieto la spinse a cambiare continuamente residenza, passando per Svizzera, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito.


L’Adorazione per Bach

Sebbene sia diventata una leggenda del jazz e del soul, il suo primo amore musicale era Johann Sebastian Bach. Diceva spesso che la sua tecnica pianistica derivava proprio dallo studio rigoroso di Bach e che la sua musica influenzò il modo in cui improvvisava al piano.


Il Disprezzo per la Musica Pop

Nina Simone non aveva alcun interesse per la musica pop commerciale. Considerava la maggior parte dei brani pop come privi di sostanza e non aveva paura di criticare apertamente le star mainstream dell’epoca. Questo atteggiamento la portò a essere esclusa da molti circuiti musicali, ma rafforzò la sua immagine di artista autentica e intransigente.


Un’Incredibile Performance alle Olimpiadi del 1996

Uno degli ultimi grandi riconoscimenti pubblici di Nina Simone avvenne quando la sua canzone Sinnerman venne utilizzata per accompagnare il finale delle Olimpiadi di Atlanta 1996. Anche se non era presente, il suo spirito ribelle e la sua musica continuarono a risuonare in tutto il mondo.

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