Peter Frampton

L’uomo che fece “Vivere” il Rock
Dalle Soffitte di Beckenham ai Palchi del Mondo
L’inizio: Un Ragazzo e una Banjolele
Beckenham, Kent, 1950. In una casa piena di libri e dischi, il piccolo Peter Kenneth Frampton scopre una vecchia banjolele nella soffitta della nonna. Ha solo sette anni, ma quell’oggetto, a metà tra chitarra e ukulele, sarà la scintilla che accenderà una passione destinata a cambiare la storia del rock. Peter, figlio di Owen Frampton, insegnante d’arte e mentore di giovani talenti (tra cui un certo David Bowie), cresce tra pennelli e vinili, imparando da autodidatta i primi accordi. A otto anni prende lezioni di musica classica, ma è la chitarra a rapirgli il cuore: jazz, blues, rock, ogni genere diventa terreno di esplorazione per le sue dita curiose.
Il Prodigio di Beckenham: Dai Little Ravens a The Herd
A tredici anni, ,suona già nei Little Ravens. La sua bravura lo porta a esibirsi con band locali come The Trubeats e George & The Dragons, dove incontra un giovane David Bowie. Ma è nel 1967 che la sua vita cambia: a soli 16 anni diventa frontman e chitarrista dei The Herd, gruppo pop che lo trasforma in idolo delle ragazzine con hit come “From the Underworld” e “I Don’t Want Our Loving to Die”. L’Inghilterra lo acclama come “The Face of ’68”, ma Frampton sogna qualcosa di più: vuole suonare rock vero, quello che fa tremare le ossa.
Humble Pie: Il Fuoco del Rock
Nel 1969, Peter Frampton lascia The Herd e si unisce a Steve Marriott per fondare gli Humble Pie. Qui trova la sua dimensione: chitarra graffiante, voce roca, energia pura. Con album come “Town and Country” e “Rock On”, la band conquista i palchi e si ritaglia un posto nella storia del rock britannico. Ma dopo due anni, Frampton sente il bisogno di libertà creativa: lascia Humble Pie e si prepara a spiccare il volo da solista.
Gli Anni della Ricerca: Da “Wind of Change” a “Frampton”
Il debutto solista arriva nel 1972 con “Wind of Change”, seguito da “Frampton’s Camel”, “Somethin’s Happening” e “Frampton”. Sono album in cui Peter Frampton sperimenta, collabora con artisti come George Harrison e Nilsson, e affina il suo stile. Ma il successo vero tarda ad arrivare. Il pubblico lo apprezza, ma non lo consacra ancora come star.
1976: “Frampton Comes Alive!” – L’Esplosione
Tutto cambia nel 1976. Peter Frampton decide di catturare la magia dei suoi concerti in un doppio album live: “Frampton Comes Alive!”. Nessuno si aspetta quello che sta per succedere. Il disco esplode: dieci settimane in vetta alle classifiche americane, oltre 16 milioni di copie vendute nel mondo, tre singoli (“Show Me the Way”, “Baby, I Love Your Way”, “Do You Feel Like We Do”) che diventano inni generazionali. Il segreto? La sua voce calda, la chitarra che parla grazie all’innovativo talk box, e un’energia live che fa “vivere” ogni nota.
“Era come se Peter Frampton fosse stato legato al muso di un razzo. Lo hanno sparato nello spazio, è atterrato sulla luna, è sceso e non c’era nessun altro lì.”
— Cameron Crowe
L’Uomo del Talk Box e la Cultura Pop
Il talk box, quell’effetto che permette alla chitarra di “parlare”, diventa il marchio di fabbrica di Frampton. “Do You Feel Like We Do” è la dimostrazione perfetta: dodici minuti di assoli, improvvisazioni e magia pura. Il suo volto finisce sulle copertine di “Rolling Stone” e “Billboard”, la sua voce e la sua chitarra entrano nelle case di milioni di fan. Peter Frampton è ormai sinonimo di rock anni ’70.
La Notte Dopo il Sogno: Difficoltà e Rinascite
Ma il successo ha un prezzo. Gli anni successivi sono difficili: il film “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” (1978) è un flop, un grave incidente d’auto alle Bahamas rischia di stroncare la sua carriera e lo porta a un periodo di dipendenza da droghe. Gli album degli anni ’80 non replicano il successo di “Comes Alive!”, ma Peter non si arrende. Torna alla ribalta come chitarrista nella band di David Bowie durante il Glass Spider Tour e si reinventa con nuove sonorità.
Collaborazioni, Grammy e Nuove Sfide
Negli anni ’90 e 2000, Peter Frampton continua a sperimentare. Collabora con artisti come Ringo Starr, pubblica album come “Fingerprints” (che gli vale un Grammy nel 2007), si cimenta in cover strumentali (“Frampton Forgets the Words”, 2021) e si esibisce in tour mondiali. Non manca mai di sorprendere: la sua versione di “While My Guitar Gently Weeps” è considerata tra le più emozionanti, e il suo amore per la musica resta intatto.
La Vita Privata: Amori, Famiglia e Resilienza
Peter Frampton si è sposato tre volte: con Mary Lovett (1972-1976), Barbara Gold (1983-1993, da cui ha due figli, Jade e Julian) e Tina Elfers (1996-2011, con cui ha avuto la figlia Mia, oggi attrice). La sua vita privata è stata spesso turbolenta, ma la famiglia resta un punto fermo. Nel 1978, viene coinvolto in una causa di palimony che farà giurisprudenza a New York1.
La Lotta Contro la Malattia e la Nuova Cittadinanza
Nel 2019, Peter Frampton annuncia di essere affetto da Inclusion Body Myositis (IBM), una malattia muscolare degenerativa. Nonostante la diagnosi, non si arrende: continua a suonare, registrare, esibirsi dal vivo. Dopo l’11 settembre 2001, decide di diventare cittadino americano, sentendo il bisogno di partecipare attivamente alla vita democratica del suo paese d’adozione.
L’Eredità: Rock & Roll Hall of Fame e Oltre
Nel 2024, Peter Frampton viene finalmente inserito nella Rock & Roll Hall of Fame, consacrato come “songwriter appassionato, chitarrista eccezionale e icona culturale”. Il suo nome è ormai inciso nella storia della musica, accanto a quelli dei più grandi.
L’Uomo Dietro la Leggenda
Peter Frampton non è solo un virtuoso della chitarra o una voce inconfondibile. È un uomo che ha saputo rialzarsi dopo ogni caduta, reinventarsi, emozionare generazioni di ascoltatori. La sua storia è quella di un ragazzo di Beckenham che, armato di una banjolele, ha conquistato il mondo con la forza della musica e la sincerità del suo talento.
Peter Frampton Oggi: La Musica Continua
Nonostante la malattia, Peter Frampton non ha mai smesso di suonare. I suoi ultimi tour sono stati salutati da standing ovation, e i suoi album più recenti mostrano una maturità artistica rara. Oggi Peter Frampton vive tra Stati Uniti e Inghilterra, circondato dall’affetto dei fan e della famiglia. La sua eredità è viva nei riff di chitarra, nei sorrisi del pubblico, nelle note che ancora fanno “vivere” il rock.
Il Rock Vive, Grazie a Peter Frampton
Peter Frampton è, e resterà, una delle figure più iconiche della storia del rock. La sua capacità di reinventarsi, il suo talento cristallino, la sua umanità lo rendono un esempio per chiunque sogni di vivere di musica. E ogni volta che una chitarra “parla”, da qualche parte nel mondo, c’è un po’ di Peter Frampton che continua a vivere.
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discografia
discografia ⬇️⬆️
Wind of Change | 1972 | Debut solo album featuring a mix of rock and pop, recorded after leaving Humble Pie. Includes “Fig Tree Bay”. |
Frampton’s Camel | 1973 | Sophomore effort with a more defined rock sound. Features “All I Want to Be (Is by Your Side)”. |
Somethin’s Happening | 1974 | Energetic rock album showing Frampton’s guitar prowess and songwriting growth. |
Frampton | 1975 | Breakthrough album containing early versions of later hits, including “Show Me the Way”. |
Frampton Comes Alive! | 1976 | Legendary live double album that made him a superstar. Features iconic versions of “Do You Feel Like We Do” and “Baby, I Love Your Way”. |
I’m in You | 1977 | Studio follow-up to the live album, more polished with some pop tendencies. Title track was a hit single. |
Where I Should Be | 1979 | Return to rock roots after mixed reception of previous album. |
Breaking All the Rules | 1981 | Harder-edged rock album reflecting changing musical trends. |
Premonition | 1986 | Comeback attempt after hiatus, featuring more modern 80s production. |
When All the Pieces Fit | 1989 | Melodic rock album with some synthesizer elements. |
Peter Frampton | 1994 | Self-titled album marking a return to form with bluesy rock sound. |
Frampton Comes Alive! II | 1995 | Sequel to his legendary live album, recorded on 1994 tour. |
Now | 2003 | Mature rock album showing Frampton’s enduring guitar skills. |
Fingerprints | 2006 | Grammy-winning instrumental album showcasing Frampton’s guitar mastery. |
Thank You Mr. Churchill | 2010 | Autobiographical rock album reflecting on his life and career. |
Hummingbird in a Box | 2014 | Collaborative project with Gordon Kennedy, more acoustic and introspective. |
All Blues | 2019 | Covers album focusing on blues classics that influenced him. |
Frampton Forgets the Words | 2021 | Second instrumental album featuring reinterpretations of famous songs. |
curiosità
Incontri con leggende e primi anni da prodigio: Da adolescente, Peter Frampton frequentava la stessa scuola di David Bowie e dell’illustratore George Underwood, grazie al padre che era capo del dipartimento d’arte. I tre ragazzi suonavano insieme e condividevano passioni musicali, nascondendo le chitarre nell’ufficio del padre per poter suonare durante la pausa pranzo sulle scale della scuola. A soli 16 anni, Frampton aveva già stretto la mano a Jimi Hendrix in un club, mentre era accompagnato da Bill Wyman dei Rolling Stones, che lo faceva da “mentore” e protettore nei locali notturni, nonostante la giovane età.
L’origine del talk box: L’idea di usare il talk box, strumento che permette alla chitarra di “parlare”, venne a Frampton dopo aver visto il musicista country Pete Drake usarlo con la pedal steel guitar. Frampton rimase affascinato dall’effetto e lo adottò come suo marchio di fabbrica, contribuendo a renderlo celebre nel rock. Curiosamente, anche Stevie Wonder lo aveva usato, ma Frampton e Joe Walsh sono considerati i custodi più iconici dello strumento.
Un approccio curioso alle canzoni: Peter ha sempre affrontato ogni brano con curiosità e apertura, cercando di esplorare nuove sonorità e tecniche, nonostante il suo enorme successo con il classico “Frampton Comes Alive!”. Questo lo ha portato a collaborazioni con artisti di generi diversi e a sperimentazioni strumentali, come dimostrato nel suo album “Fingerprints”, dove ha coinvolto membri di Pearl Jam.
Un incontro inaspettato con i fan: Durante un concerto, un roadie ha invitato alcuni fan a entrare nel backstage nonostante il freddo e la sicurezza, e lì hanno incontrato Peter Frampton in persona, senza guardie del corpo, intento a bere tè e chiacchierare amichevolmente con loro. Frampton si è mostrato molto umano e disponibile, discutendo di chitarre e musica in modo semplice e diretto.
Un senso dell’umorismo e autoironia: Peter ha spesso scherzato sul fatto che molti fan non hanno acquistato i suoi nuovi album, ma che comunque continuano ad ascoltare il suo lavoro più famoso. In un’occasione ha scoperto con sorpresa che un suo disco era stato ristampato in vinile, esclamando entusiasta e coinvolgendo chi lo accompagnava.
Un percorso di vita segnato da sfide e rinascite: Oltre al celebre incidente automobilistico che ha rischiato di compromettere la sua carriera, Frampton ha vissuto momenti difficili come la dipendenza e battaglie legali, ma ha sempre saputo rialzarsi e reinventarsi, mantenendo intatta la passione per la musica e il palco.
Un legame profondo con la musica e la cultura americana: Arrivato negli Stati Uniti nel 1969, Frampton fu colpito dalla varietà musicale delle radio americane, che trasmettevano blues, jazz, R&B e rock in modo molto più libero rispetto alla rigida programmazione britannica dell’epoca. Questa immersione culturale ha influenzato profondamente il suo stile e la sua carriera.