Premiata Forneria Marconi: la sinfonia infinita del rock italiano
C’è un momento, nella storia della musica, in cui la creatività incontra il coraggio. Dove il virtuosismo sfida le regole del mercato. È in quell’istante, sospeso tra il classico e il moderno, che nasce qualcosa di irripetibile. La Premiata Forneria Marconi, conosciuta come PFM, è quel momento, trasformato in melodia.
Un gruppo che ha saputo portare il rock progressivo italiano sui palchi internazionali, conquistando l’America e affascinando l’Europa. Ma dietro i sintetizzatori e i violini, dietro gli assoli di chitarra e le suite di venti minuti, ci sono uomini, storie, sogni e rivoluzioni. In questa biografia narrativa, lunga circa 7000 parole, ti accompagneremo tra le pieghe sonore di una delle più importanti band italiane di sempre.
Dalla bottega alla leggenda – Gli inizi
Milano, fine anni ‘60. In un’Italia ancora in bianco e nero, un gruppo di musicisti si incontra in una piccola sala prove. Non hanno un nome, ma hanno talento, ambizione e uno spirito libero. Sono Franz Di Cioccio (batteria), Franco Mussida (chitarra), Flavio Premoli (tastiere), Giorgio Piazza (basso) e Mauro Pagani (violino e flauto). Insieme formano la Quelli, band di supporto per vari cantanti, tra cui Lucio Battisti.
Ma i Quelli vogliono di più. Vogliono comporre, sperimentare, esplorare. Nel 1970 nasce la Premiata Forneria Marconi, un nome ironico che richiama un panificio immaginario, ma che presto diventerà un marchio musicale riconosciuto in tutto il mondo.
Storia di un’esplosione – PFM e la rivoluzione del progressive
Il 1971 segna il debutto ufficiale con “Storia di un minuto”, un album che sconvolge il panorama musicale italiano. L’uso innovativo del Mellotron, la fusione tra classica e rock, i testi poetici: tutto è nuovo, sorprendente. L’album entra direttamente al primo posto in classifica – un evento mai successo prima.
Nel 1972 arriva “Per un amico”, un capolavoro che consolida il successo. Ma la vera svolta è il contratto con la Manticore Records, etichetta di Greg Lake (Emerson, Lake & Palmer), che spalanca le porte del mercato anglosassone. Nascono così le versioni inglesi degli album, tradotte da Peter Sinfield (King Crimson): la PFM è la prima band italiana a suonare regolarmente all’estero.
America, ci sentite? – La conquista del mondo
Nel 1973 esce “Photos of Ghosts”, l’adattamento inglese di “Per un amico”. La band parte per un tour internazionale che li porta negli Stati Uniti, dove dividono il palco con giganti come Yes, Genesis e Santana. A differenza di altri artisti italiani, la PFM suona dal vivo, con esibizioni tecnicamente impeccabili.
Il 1974 è l’anno di “The World Became the World” e del famigerato tour americano, immortalato nell’album live “Cook”. Il sogno progressivo italiano si fa realtà: i Nomadi del prog – come qualcuno li soprannomina – parlano una lingua universale.
Sperimentazioni e mutazioni – L’era Pagani e l’arrivo della voce
Nel 1975 la band decide di aggiungere un cantante: arriva Bernardo Lanzetti, ex voce degli Acqua Fragile. L’album “Chocolate Kings” segna un cambio di rotta: più rock, più diretti, più “americani”. Il pubblico si spacca, ma la PFM continua a evolvere.
Con l’album “Jet Lag” (1977), si apre una fase di contaminazioni jazz-rock, mentre Mauro Pagani lascia il gruppo per seguire altri progetti artistici (tra cui la storica collaborazione con Fabrizio De André). È un momento di transizione: alcuni fan storici si allontanano, altri restano affascinati dalla nuova direzione.
Gli anni ’80 – Oltre il progressive
Gli anni ’80 per la PFM non sono semplici. Il mondo musicale cambia, il punk ha stravolto le regole, la new wave incalza. Il rock progressivo, un tempo sinonimo di avanguardia, ora rischia di sembrare anacronistico.
La band, però, non si arrende. Il 1980 vede l’uscita di “Suonare Suonare”, un disco più immediato, con forti influenze pop-rock. È l’inizio di un nuovo decennio in cui la PFM tenta di reinventarsi, cercando di rimanere fedele al proprio spirito, ma parlando un linguaggio musicale più attuale.
Seguono “Come ti va in riva alla città” (1981) e “PFM? PFM!” (1984), dove si sente la voglia di sperimentare, ma anche il peso di un pubblico diviso e di una critica incerta. L’equilibrio tra le radici prog e le nuove sonorità è difficile da mantenere.
Fabrizio e la rinascita – Il sodalizio con De André
Nel 1979 qualcosa di straordinario accade: la PFM collabora con Fabrizio De André, uno dei più grandi poeti della canzone italiana. Nasce uno degli esperimenti più rivoluzionari della musica italiana: De André canta con la PFM.
I brani di De André, reinterpretati con arrangiamenti rock-progressive, assumono nuova vita. Il tour del 1979–80 diventa leggendario. I due mondi – quello cantautorale e quello prog – si incontrano senza snaturarsi. L’esperienza è documentata nei dischi live “Fabrizio De André e PFM in concerto” (vol. 1 e 2), che diventano cult assoluti.
Questa collaborazione ridà slancio e visibilità alla PFM, e al contempo avvicina un nuovo pubblico alla musica di De André. È una rinascita emotiva e artistica, che ancora oggi rappresenta una pietra miliare nella storia musicale italiana.
Gli anni 2000 – La continuità nel cambiamento
Dopo una breve pausa e cambi di formazione, la PFM ritorna in studio negli anni 2000 con rinnovata energia. L’album “Serendipity” (2000) mostra un gruppo maturo, consapevole delle proprie radici ma aperto al futuro.
Nel 2006 pubblicano “Stati di immaginazione”, un progetto multimediale in cui la musica si fonde con le immagini, quasi un ritorno alla psichedelia del passato ma con un linguaggio contemporaneo. L’album viene accolto molto positivamente e la band torna protagonista anche nei festival internazionali.
Il segno distintivo rimane l’approccio sinfonico e colto alla composizione, unito a testi che riflettono sulla società, il tempo e l’esistenza. Un mix raro, raffinato, mai banale.
La formazione attuale – Il tempo non si ferma
Oggi la PFM continua a calcare i palchi con energia sorprendente. Guidata dallo storico batterista e cantante Franz Di Cioccio, la formazione ha visto negli anni l’ingresso di nuovi talenti, tra cui:
Patrick Djivas (basso) – presenza costante dal 1974, virtuoso e colonna portante
Alessandro Scaglione (tastiere)
Marco Sfogli (chitarra)
Lucio Fabbri (violino, già presente negli anni ’80 e ’90)
Alberto Bravin (voce e tastiere)
Nel 2017 esce l’album “Emotional Tattoos”, pubblicato sia in italiano che in inglese: un progetto ambizioso che testimonia la dimensione internazionale della band, sempre proiettata oltre i confini nazionali.
Nel 2021, in occasione dei 50 anni della band, arriva “I Dreamed of Electric Sheep” – un titolo ispirato a Philip K. Dick – che fonde passato, futuro e una nuova consapevolezza ambientale. È un album maturo, stratificato, che conferma la capacità della PFM di essere fuori dal tempo, eppure sempre nel cuore dell’attualità.
Eredità e influenza – La sinfonia continua
Oggi la PFM è riconosciuta non solo come una band, ma come un movimento culturale. Hanno portato la musica italiana oltre i confini, senza mai cedere alla facile commercializzazione. Hanno suonato con mostri sacri, inciso dischi epocali, ispirato generazioni.
Sono considerati pionieri del rock progressivo insieme a Genesis, Yes e King Crimson, ma con l’unicità di averlo fatto partendo dall’Italia, con la nostra lingua, i nostri strumenti, il nostro cuore
discografia
curiosità
Il nome nasce da una panetteria… più o meno
Il nome “Premiata Forneria Marconi” fu scelto ironicamente per evocare una vecchia insegna italiana. Non c’è mai stata una vera forneria con quel nome: l’idea era trasmettere qualcosa di artigianale e tradizionale… con un tocco rock!
La prima band italiana a entrare nella classifica Billboard
Con l’album Photos of Ghosts (1973), la PFM fu la prima band italiana a entrare nella Billboard 200, classifica ufficiale degli Stati Uniti. Un traguardo mai raggiunto prima da un gruppo nostrano.
Hanno suonato con Frank Zappa (quasi)
Durante un festival europeo, Frank Zappa si avvicinò ai PFM dietro le quinte e disse: “Non vi conosco, ma dopo questo set voglio bere con voi.” Un attestato di stima leggendario, anche se la jam session non avvenne mai.
Il loro primo disco in inglese fu prodotto da Pete Sinfield
Il paroliere dei King Crimson, Pete Sinfield, lavorò con la PFM per adattare i testi italiani in inglese. Fu lui a produrre Photos of Ghosts, che aprì le porte del mercato anglofono alla band.
De André disse: “Con loro mi sono sentito un Rolling Stone”
Durante il tour con la PFM, Fabrizio De André confessò che, grazie all’energia del gruppo, si sentiva “come Mick Jagger”. Fu la prima e unica volta che De André si esibì in un tour rock.
Lucio Fabbri ha un passato… con i Pooh
Il violinista e polistrumentista Lucio Fabbri, figura chiave nella PFM, collaborò anche con i Pooh negli anni ’80, curandone gli arrangiamenti orchestrali. La sua carriera è un ponte tra pop e prog.
Hanno composto colonne sonore per il cinema
La PFM ha realizzato la colonna sonora del film “Un amore” di Gianluca Maria Tavarelli (1999), dimostrando di sapersi muovere anche nel mondo del cinema con delicatezza e profondità sonora.
Marco Sfogli, nuovo chitarrista, è una star del metal progressivo
Chitarrista della nuova formazione, Marco Sfogli è noto anche per la sua carriera solista e per aver suonato con James LaBrie dei Dream Theater. Un ponte tra vecchia scuola e nuove generazioni prog.
Sono apprezzati anche in Giappone
In Giappone la PFM ha una fanbase affezionatissima. I loro dischi sono stati ristampati più volte in edizioni speciali nipponiche e i concerti sold-out a Tokyo sono una costante dal 1974.
Nel 2021 hanno suonato per il Papa
Nel 2021, in occasione del Concerto di Natale in Vaticano, la PFM ha suonato davanti a Papa Francesco, eseguendo brani del loro repertorio con l’orchestra sinfonica. Un riconoscimento raro e toccante.
libri

Il lungo viaggio
La Premiata Forneria Marconi ha affrontato un viaggio musicale epico di oltre mezzo secolo, trasformandosi da giovani musicisti italiani a icone internazionali.

Gli Anni Settanta
Il libro esplora il viaggio della PFM da session band a leggenda del rock italiano. Analizza e sintetizza nove album chiave, offrendo una nuova prospettiva sulla loro musica.

1971-2006 35 anni di rock
La PFM, unica band rock italiana di successo globale, è celebre per il progressive-rock e la maestria tecnica. Da "Quelli" a "Storia di un minuto", "Suonare Suonare" e "Dracula", il libro esplora la loro epica carriera discografica.

I signori dell'immaginazione
PFM rappresenta il rock sinfonico e uno stile di vita, anticipando i tempi senza ripetersi, amata da più generazioni grazie alla dinamicità e al rapporto stretto col pubblico.
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