Il progressive rock fece la sua comparsa come un terremoto sulla scena musicale britannica alla fine degli anni Sessanta, conquistando rapidamente l’intero panorama musicale mondiale. Questo fenomeno geniale e onnivoro si differenziava da tutto ciò che lo aveva preceduto, offrendo uno spettacolo ricercato oltre ogni misura naturale. Il suo successo globale portò profitti immensi alle case discografiche. Tuttavia, oggi spesso lo ricordiamo come una musica pomposa e vuota, caratterizzata da arrangiamenti eccessivamente elaborati e da cantanti troppo appariscenti. Ma come è possibile che una musica che originariamente ambiva a spostare i confini del pop verso l’infinito si sia, in meno di un decennio, confinata in un piccolo regno di nostalgia e magniloquenza? In questo libro, David Weigel ripercorre le vicende degli uomini e delle poche donne legate al progressive rock, dando voce agli stessi protagonisti. Attraverso centinaia di testimonianze originali, Weigel guida il lettore dalle radici del genere, con le ambizioni sinfoniche di band come Moody Blues e Procol Harum, fino al memorabile concerto dei King Crimson a Hyde Park nel 1969. Il racconto abbraccia l’epifania del Moog, apparso a Keith Emerson in un negozio di dischi di Soho, e la distruzione dei primi organi Hammond a colpi di coltello. Esplora le audaci cover di musica classica e le epiche suite come “Tubular Bells”. Dal teatro musicale dei Genesis alle tumultuose vicende degli Yes, il percorso si snoda attraverso gli anni Ottanta e Novanta, il periodo della “decadenza”, con il successo di band come Rush, Asia e Porcupine Tree. Nell’edizione italiana, un ricco capitolo di Jacopo Tomatis si dedica alla scena “nazionale”, importante snodo creativo di un genere cosmopolita come pochi altri. Il volume è completato da una serie di foto originali di Roberto Masotti.