Sly & the Family Stone

Sly & the Family Stone: La Rivoluzione Funk che Cambiò la Musica
Nel cuore degli anni ‘60, in un’America ancora divisa da tensioni razziali e sociali, una band emerse con una visione tanto audace quanto rivoluzionaria. Sly & the Family Stone non era solo un gruppo musicale: era un manifesto sonoro di integrazione, libertà e groove travolgente.
Sylvester Stewart, meglio noto come Sly Stone, aveva un sogno: abbattere barriere e creare musica che fosse un melting pot di generi, culture ed emozioni. Con il suo stile innovativo, la fusione perfetta tra soul, funk, rock e psichedelia, e una band multirazziale e mista tra uomini e donne, Sly ridefinì il suono di un’intera generazione.
Questa è la storia della sua ascesa, del suo impatto culturale e della sua innegabile influenza sulla musica moderna.
Le Origini di una Leggenda
Sylvester Stewart nacque il 15 marzo 1943 a Denton, in Texas, ma la sua famiglia si trasferì presto nella Bay Area, in California. Cresciuto in una famiglia profondamente religiosa, il giovane Sly fu esposto alla musica gospel sin da bambino. In casa si respirava un’aria di fervente creatività: i suoi fratelli e sorelle erano tutti musicisti e cantanti talentuosi.
Da adolescente, la passione per la musica esplose: divenne un prodigio del piano e della chitarra, sperimentando con diversi generi, dal doo-wop al rhythm and blues, dal rock al jazz. Durante gli anni ‘60, lavorò come produttore e DJ radiofonico, affinando la sua capacità di mescolare generi e influenze.
Fu proprio in quel periodo che nacque l’idea di una band che incarnasse la diversità e l’innovazione musicale. Sly & the Family Stone prese forma nel 1966, con un cast straordinario: Freddie Stone (chitarra e voce), Rose Stone (tastiere e voce), Larry Graham (basso), Greg Errico (batteria), Cynthia Robinson (tromba) e Jerry Martini (sax).
Era il primo gruppo realmente integrato a livello razziale e di genere nel panorama musicale americano. E la loro musica non poteva essere altro che esplosiva.
Il Successo: Il Funk Psichedelico Conquista il Mondo
Il debutto avvenne con A Whole New Thing (1967), ma il grande salto arrivò con il secondo album, “Dance to the Music” (1968). Il singolo omonimo divenne un inno contagioso: una miscela esplosiva di groove funky, linee di basso potenti e cori euforici. Era l’inizio di una rivoluzione sonora.
Nel 1969, Stand! consolidò il loro status di icona della controcultura. Con brani come “Everyday People”, un inno all’uguaglianza, la band dimostrò che la musica poteva essere al tempo stesso intrattenimento e messaggio sociale. Il sound innovativo, caratterizzato da una sezione ritmica pulsante e un uso visionario delle armonie vocali, influenzò artisti di ogni genere, da Prince a George Clinton, dai Red Hot Chili Peppers a OutKast.
Ma la vera consacrazione avvenne nell’estate dello stesso anno: il Festival di Woodstock. La loro esibizione fu leggendaria. Con un’energia incontenibile e un groove irresistibile, Sly & the Family Stone incendiarono il palco con “I Want to Take You Higher”, facendo ballare un pubblico estasiato sotto la pioggia. Era il momento di gloria della band, la dimostrazione che il funk poteva dominare il mondo.
“There’s a Riot Goin’ On”: Il Declino e la Rivoluzione Sonora
All’apice del successo, nel 1971, Sly & the Family Stone pubblicarono “There’s a Riot Goin’ On”, un album oscuro, introspettivo e radicale. Abbandonando i toni festosi degli esordi, il disco esplorava temi di alienazione, paranoia e disillusione, riflettendo il clima sociale del tempo e la crescente dipendenza di Sly dalle droghe.
Brani come “Family Affair” e “Thank You for Talkin’ to Me Africa” ridefinirono il funk, trasformandolo in un suono più sporco, ipnotico e minimale. Era un’opera rivoluzionaria che avrebbe influenzato il futuro della black music, gettando le basi per l’hip-hop e il neo-soul.
Ma il successo aveva un prezzo. Sly Stone si immergeva sempre di più negli eccessi, tra abuso di droghe e comportamenti imprevedibili. La band cominciò a sfaldarsi: Greg Errico e Larry Graham lasciarono il gruppo, mentre le tensioni interne minavano la coesione della Family Stone.
DISCOGRAFIA ⬆️⬇️
A Whole New Thing | 1967 | Il debutto della band, un mix di soul, funk e rock con un suono innovativo. |
Dance to the Music | 1968 | Album che ha definito il loro stile, con influenze funk e un approccio sperimentale. |
Life | 1968 | Un album più introspettivo, con temi sociali e un suono più maturo. |
Stand! | 1969 | Considerato un classico, con canzoni iconiche come “Everyday People” e “I Want to Take You Higher”. |
There’s a Riot Goin’ On | 1971 | Un album oscuro e rivoluzionario, con temi sociali e un suono più grezzo. |
Fresh | 1973 | Ritorno alle radici funk, con un suono più pulito e melodie accattivanti. |
Small Talk | 1974 | Un album più accessibile, con un focus su temi personali e relazioni. |
High on You | 1975 | Ultimo album in studio della band, con un suono più commerciale e meno sperimentale. |
Back on the Right Track | 1979 | Tentativo di ritorno, ma con meno successo rispetto ai lavori precedenti. |
Ain’t But the One Way | 1982 | Album postumo, pubblicato dopo lo scioglimento della band. |
curiosità
Il Primo DJ Nero a Passare Rock su una Radio Bianco-Americana
Prima di fondare la band, Sly Stone era un DJ radiofonico a San Francisco, lavorando per la stazione KSOL. Era noto per la sua personalità eccentrica e per il modo in cui mescolava generi musicali in un’epoca in cui le radio tendevano a segregare la programmazione musicale in base all’etnia del pubblico. Sly fu uno dei primi DJ neri a trasmettere brani rock and roll su una radio prevalentemente bianca, aiutando a spezzare le barriere musicali e culturali.
Il Basso Slap: Sly ha Ispirato Larry Graham a Crearlo
Larry Graham, bassista della band, è accreditato come l’inventore della tecnica dello “slap bass”, una tecnica che ha rivoluzionato il modo di suonare il basso elettrico e che ha influenzato generazioni di musicisti, da Bootsy Collins a Flea dei Red Hot Chili Peppers.
Secondo Graham, sviluppò questa tecnica quando suonava con sua madre in un duo organo-basso: non avendo un batterista, iniziò a colpire le corde con il pollice per simulare la cassa della batteria e a pizzicarle con le dita per ricreare il rullante. Ma fu con Sly & the Family Stone che questo stile esplose, dando al funk una marcia in più.
Il Mistero di “There’s a Riot Goin’ On”
L’album There’s a Riot Goin’ On (1971) è celebre non solo per il suo sound cupo e sperimentale, ma anche per un dettaglio bizzarro: nella tracklist originale, c’è un titolo chiamato “There’s a Riot Goin’ On”, ma senza nessuna traccia associata!
Questo “brano fantasma” dura esattamente zero secondi. Si dice che Sly lo abbia inserito come risposta sarcastica a Marvin Gaye, che nello stesso periodo aveva pubblicato What’s Going On. Quando un giornalista chiese a Sly cosa fosse successo alla canzone, lui rispose: “C’è stata una rivolta, e poi è finita.”
L’Incredibile Performance di Woodstock e il Pericolo Evitato
L’esibizione di Sly & the Family Stone a Woodstock (1969) è considerata una delle migliori della storia del festival. Tuttavia, pochi sanno che la band rischiò di non esibirsi affatto.
Sly e alcuni membri erano bloccati in hotel a causa della folla immensa e non riuscivano a raggiungere il palco. Fu solo grazie a un passaggio su un elicottero dell’organizzazione che riuscirono ad arrivare giusto in tempo per suonare intorno alle 3 del mattino, regalando al pubblico una delle performance più leggendarie dell’evento.
Sly si Fece Costruire un Letto nel Suo Studio
Durante la registrazione di There’s a Riot Goin’ On, Sly trasformò lo studio di registrazione in una specie di rifugio personale. Arrivò al punto di farsi costruire un letto dentro la sala di controllo, in modo da poter lavorare senza dover tornare a casa.
Secondo i collaboratori dell’epoca, Sly passava giorni interi chiuso nello studio, spesso registrando da solo le tracce degli strumenti e sovraincidendole, piuttosto che lavorare con la band al completo. Questo approccio creò il sound claustrofobico e ipnotico dell’album, ma allo stesso tempo allontanò molti membri della Family Stone.
Una Pistola Durante un’Intervista in Diretta
Negli anni ‘70, Sly Stone divenne sempre più imprevedibile a causa della dipendenza da droghe. Uno degli episodi più famigerati avvenne durante un’intervista televisiva: Sly si presentò davanti alle telecamere con un comportamento erratico e, a un certo punto, estrasse una pistola dallo stivale.
Non minacciò nessuno, ma il gesto lasciò tutti sotto shock. Questo episodio fu una delle tante conferme del suo stato mentale instabile e dell’atmosfera sempre più caotica che circondava la band.
7. Il Suo Ultimo Concerto Ufficiale Risale al 1987 (ma con Sorprese)
Dopo il declino negli anni ‘70 e ‘80, Sly Stone si ritirò dalla scena pubblica. Il suo ultimo vero concerto ufficiale risale al 1987, ma negli anni successivi fece apparizioni sporadiche e imprevedibili.
Nel 2006, durante una reunion della Family Stone ai Grammy Awards, Sly fece un’apparizione sul palco con il suo iconico parrucchino biondo platino, suonò qualche minuto… e poi se ne andò improvvisamente, lasciando tutti sorpresi.
Viveva in un Camper
A partire dagli anni 2000, le voci sulla difficile situazione di Sly Stone si moltiplicarono. Nel 2011, un reportage rivelò che Sly viveva in un camper parcheggiato a Los Angeles, apparentemente senza una casa fissa.
Secondo alcuni amici e collaboratori, aveva problemi legali e finanziari a causa di contratti discografici ingiusti e cattiva gestione economica. Nonostante tutto, Sly non ha mai smesso di fare musica nel suo camper, registrando su una piccola console portatile.
Il Ritrovamento dell’Album Perduto
Nel 2014, fu annunciata l’esistenza di un album inedito di Sly Stone, rimasto sepolto per anni negli archivi. L’album, intitolato I’m Back! Family & Friends, includeva versioni riarrangiate di vecchi successi e brani inediti.
Nonostante la qualità del materiale, Sly non ha mai veramente promosso l’album, mantenendo il suo profilo da artista misterioso e fuori dagli schemi.
Il Suo Impatto sul Futuro della Musica
Anche se il suo percorso personale è stato turbolento, l’eredità musicale di Sly & the Family Stone è immensa. Senza di loro, il funk non esisterebbe nella sua forma attuale, e artisti come Prince, Rick James, Bruno Mars, e Kendrick Lamar devono molto al loro stile innovativo.
In particolare, l’hip-hop ha saccheggiato il catalogo della Family Stone, con brani campionati in centinaia di pezzi rap, da Public Enemy a Dr. Dre, dimostrando che il sound di Sly è ancora vivo e pulsante nella musica contemporanea.