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Nati in un periodo di grandi cambiamenti musicali e culturali, i Ten Years After sono stati tra i protagonisti della scena rock blues britannica degli anni ’60 e ’70. La storia della band inizia a Nottingham nel 1966, quando il chitarrista Alvin Lee e il bassista Leo Lyons decidono di formare un gruppo musicale che avrebbe unito il rock, il blues e una buona dose di jazz, creando un sound inedito e rivoluzionario per l’epoca.
Lee e Lyons, già compagni di band nei Jaybirds, si trasferirono a Londra per cercare opportunità migliori nella capitale del rock britannico. Dopo una serie di cambi di formazione e di stile, la band troverà finalmente il proprio assetto definitivo con l’aggiunta di Chick Churchill alle tastiere e Ric Lee alla batteria. Fu proprio in questa formazione che i Ten Years After iniziarono a definire il loro inconfondibile suono, caratterizzato dalle chitarre veloci e virtuose di Alvin Lee e dalla solida sezione ritmica di Lyons e Ric Lee, capace di mescolare blues tradizionale, rock’n’roll e jazz.
Il nome “Ten Years After” non fu scelto a caso: rappresentava un riferimento simbolico all’epoca in cui Elvis Presley dominava la scena musicale, dieci anni dopo il suo debutto nel 1956. Era una dichiarazione d’intenti, un modo per marcare l’appartenenza a un’epoca in cui il rock and roll e il blues stavano evolvendo in qualcosa di completamente nuovo.
Il primo album omonimo, “Ten Years After”, pubblicato nel 1967, fu un successo immediato nel circuito underground britannico. Il disco presentava una fusione di blues e rock che non solo catturò l’attenzione dei fan, ma anche della critica musicale. Brani come “I Can’t Keep from Crying, Sometimes” e “Spoonful” mettevano in mostra le doti di Alvin Lee come chitarrista e cantante, mentre le improvvisazioni del gruppo sul palco iniziavano a diventare leggendarie.
L’album successivo, “Undead”, uscito nel 1968, catturò l’energia esplosiva delle loro performance live, in particolare grazie al pezzo “I’m Going Home”, un assolo di chitarra inarrestabile che divenne uno degli inni del rock dell’epoca. Registrato dal vivo al club Klooks Kleek di Londra, “Undead” mostrava il meglio della band: l’improvvisazione jazz, i riff di blues rock e una performance vocale carismatica e trascinante di Alvin Lee.
Con “Undead”, i Ten Years After entrarono ufficialmente nel circuito internazionale, conquistando un pubblico sempre più vasto. Il disco, celebrato per la sua energia e il suo approccio innovativo alla musica dal vivo, mise la band in rotta di collisione con il successo americano, dove il loro sound iniziava a guadagnare grande popolarità grazie alle radio e alle esibizioni nei club.
Il 1969 fu un anno fondamentale per i Ten Years After. Invitati a partecipare al leggendario Festival di Woodstock, la loro performance fu una delle più celebri dell’intero evento. Suonando “I’m Going Home”, Alvin Lee e compagni elettrizzarono la folla con un’esibizione mozzafiato che fu immortalata nel celebre film del festival, catapultando la band nell’olimpo delle star del rock.
Quell’esibizione divenne un simbolo della controcultura degli anni ’60 e segnò il punto di svolta per i Ten Years After, che da quel momento in poi furono costantemente in tour negli Stati Uniti e in Europa. La fama di Alvin Lee come uno dei chitarristi più veloci e talentuosi della sua generazione venne consolidata, e i Ten Years After continuarono a pubblicare album di successo, tra cui “Ssssh” (1969) e “Cricklewood Green” (1970), che contenevano alcune delle loro canzoni più amate come “Love Like a Man” e “50,000 Miles Beneath My Brain”.
Negli anni successivi a Woodstock, la band continuò a pubblicare album di grande successo. Il 1971 vide l’uscita di “A Space in Time”, un disco che segnò un cambiamento nel sound della band, spostandosi verso un approccio più melodico e maturo. Il singolo “I’d Love to Change the World” divenne uno dei brani più iconici della band, affrontando temi sociali e politici con una melodia orecchiabile e un arrangiamento sofisticato.
Nonostante il successo commerciale, i Ten Years After iniziarono a confrontarsi con le tensioni interne. Alvin Lee, sempre più desideroso di esplorare nuove direzioni musicali, cominciò a sentire il peso delle aspettative e della routine del tour. Nel 1973, dopo l’uscita dell’album “Rock & Roll Music to the World”, Alvin Lee lasciò il gruppo per dedicarsi a una carriera solista, segnando di fatto la fine della formazione classica dei Ten Years After.
Dopo l’uscita di Lee, la band provò a riorganizzarsi, sostituendo il carismatico chitarrista con nuovi membri, ma senza riuscire a ricreare la stessa magia che li aveva resi famosi. I Ten Years After si sciolsero ufficialmente nel 1975, anche se negli anni successivi furono molte le occasioni di reunion, con e senza Alvin Lee, che tornava saltuariamente a collaborare con i suoi vecchi compagni.
Negli anni ’80, con il revival del rock classico, la band ritornò sulle scene con una nuova formazione, ma non riuscì mai a replicare il successo dei loro anni d’oro. Le tensioni e i cambi di formazione segnarono un periodo di alti e bassi, con nuovi album che non riuscirono a catturare il pubblico come un tempo.
La morte di Alvin Lee nel 2013 rappresentò un momento di grande dolore per i fan della band e per l’intera comunità musicale. Lee è ricordato non solo come un chitarrista fenomenale, ma anche come un innovatore che ha saputo portare il blues rock a un livello superiore.
Nonostante la scomparsa del loro leader storico, i Ten Years After hanno continuato a suonare, mantenendo viva l’eredità della band. Con Marcus Bonfanti alla chitarra e alla voce, Leo Lyons, Chick Churchill e Ric Lee hanno riportato il gruppo sul palco, reinterpretando i grandi classici e mantenendo intatto lo spirito che li ha resi celebri. continua…
discografia
Ten Years After | 1967 | Album di debutto che introduce il potente suono blues rock della band, con il caratteristico stile di chitarra di Alvin Lee. |
Stonedhenge | 1969 | Album che consolida il successo della band, con un sound più strutturato e influenze psichedeliche. |
Ssssh | 1969 | Album più sperimentale, con un mix di blues, rock e jazz. |
Cricklewood Green | 1970 | Album che affronta temi sociali e politici, con un sound più duro e diretto. |
Watt | 1970 | Album dal vivo che cattura l’energia dei concerti della band. |
A Space in Time | 1971 | Album considerato uno dei loro migliori, con un sound più maturo e melodico. |
Alvin Lee and Company | 1972 | Album solista di Alvin Lee, registrato con i Ten Years After. |
Rock & Roll Music to the World | 1972 | Album più commerciale, con un sound più radiofonico. |
Positive Vibrations | 1974 | Ultimo album in studio della formazione originale, con un sound più funk e R&B. |
Chitarrista Precocissimo: Alvin Lee iniziò a suonare la chitarra a soli 13 anni, ispirato dai grandi del rock’n’roll come Chuck Berry, Scotty Moore e Buddy Holly. A soli 15 anni, era già un musicista esperto, tanto che molti colleghi lo consideravano un vero prodigio.
Amante del Jazz: Sebbene fosse principalmente conosciuto per il suo stile blues rock, Lee era un grande appassionato di jazz. La sua passione per l’improvvisazione e le lunghe jam session proveniva in gran parte dalla sua ammirazione per chitarristi jazz come Wes Montgomery e Django Reinhardt.
Solista con George Harrison: Dopo aver lasciato i Ten Years After nel 1973, Alvin Lee ha collaborato con artisti di grande calibro, tra cui George Harrison dei Beatles. Insieme hanno registrato l’album solista di Lee “On the Road to Freedom”, in cui Harrison suona la slide guitar (accreditato con lo pseudonimo Hari Georgeson).
Pilota di Aerei: Lee era un pilota di piccoli aerei e amava volare nel suo tempo libero. La passione per il volo era un modo per evadere dalle pressioni della carriera musicale.
Produttore di Successo: Oltre a essere il bassista dei Ten Years After, Leo Lyons ha lavorato come produttore per numerosi artisti. Tra i suoi lavori più noti, si annoverano collaborazioni con UFO e Magnum. Ha anche prodotto album per diverse band degli anni ’70, sperimentando con nuovi suoni e tecniche di registrazione.
Fattoria di Maiali: Prima di diventare un musicista a tempo pieno, Lyons ha lavorato in una fattoria di maiali. Questo impiego umile e duro lavoro gli ha insegnato la disciplina e la determinazione, caratteristiche che ha portato con sé nella sua carriera musicale.
Fondatore di una Band Jazz: Dopo la prima separazione dei Ten Years After, Lyons fondò una band jazz chiamata “Running Dog” con il batterista di Jethro Tull, Barriemore Barlow. Il gruppo ebbe una carriera breve, ma rappresentò per Lyons un importante esperimento musicale al di fuori del rock.
Musicista di Conservatorio: Prima di unirsi ai Ten Years After, Churchill studiò musica classica e suonò con diverse band locali, dimostrando un talento precoce per il pianoforte. La sua formazione classica contribuì a dare profondità e complessità ai brani dei Ten Years After.
Autore di un Libro per Bambini: Oltre alla musica, Churchill ha scritto un libro per bambini negli anni ‘80, dimostrando una vena creativa anche al di fuori dell’ambito musicale.
Pilota di Auto da Corsa: Negli anni ’70, Churchill si dedicò per un periodo alle corse automobilistiche, partecipando a competizioni locali. Questa passione per la velocità era condivisa con altri membri della band, ma Churchill era l’unico a gareggiare seriamente.
Insegnante di Batteria: Dopo il primo scioglimento della band, Ric Lee ha lavorato come insegnante di batteria, formando molti giovani musicisti nel corso degli anni. Ha sviluppato un metodo didattico personale, che integra i ritmi del blues con le tecniche rock.
Amante del Motocross: Lee ha sempre avuto una grande passione per il motocross e passava il tempo libero tra concerti e prove in sella alla sua moto. Questa passione lo portò a organizzare eventi di motocross per beneficenza durante gli anni ’80.
Ristoratore: Negli anni ’80, Ric Lee ha gestito un ristorante e un pub in Inghilterra, diventando un imprenditore nel settore della ristorazione. Questa attività gli permise di mantenere un legame con il pubblico anche fuori dal palcoscenico.
Appassionato di Fotografia: Oltre alla musica, Bonfanti è un appassionato fotografo e spesso documenta i suoi viaggi e le esperienze in tour con la sua macchina fotografica. Ha persino esposto alcune delle sue opere in gallerie locali.
Esperienze di Busking: Prima di unirsi ai Ten Years After, Bonfanti si esibiva per strada come busker. Queste esperienze gli hanno permesso di sviluppare una presenza scenica unica e un forte legame con il pubblico.
Collezionista di Vinili: Bonfanti è un grande collezionista di vinili e possiede una vasta collezione di album blues, rock e jazz rari. La sua passione per il vinile si riflette anche nella sua preferenza per un suono analogico e “vintage” nelle registrazioni.