Van Halen
Le radici della leggenda
La storia dei Van Halen inizia in un tranquillo sobborgo di Pasadena, California, dove due fratelli nati nei Paesi Bassi, Eddie e Alex Van Halen, crescono immersi nella musica. Figli di un musicista jazz, Jan Van Halen, iniziarono presto a coltivare un amore per la musica classica, ma furono attratti dall’energia e dalla ribellione del rock ‘n’ roll. Il giovane Eddie, originariamente un pianista, passò alla chitarra dopo che suo fratello Alex lo superò abilmente alla batteria. Da quel momento, le loro vite furono legate a un destino musicale che nessuno avrebbe potuto prevedere.
Nel 1972, i fratelli formarono una band chiamata Mammoth , suonando nei garage e nei club locali. Tuttavia, qualcosa mancava: una presenza scenica capace di catturare l’attenzione del pubblico. Fu allora che incrociarono la strada con un eccentrico cantante di nome David Lee Roth. Nonostante gli attriti iniziali, Roth fu invitato a unirsi alla band. Non solo portava con sé una voce graffiante e una presenza esplosiva, ma anche un impianto audio che i Van Halen non potevano permettersi di comprare. Il gruppo si ribattezzò Van Halen, una scelta che, secondo molti, suonava abbastanza forte e memorabile da far decollare una carriera.
L’energia di David Lee Roth e il sound Van Halen
Con David Lee Roth al microfono, la band trovò la sua identità. Mentre Eddie sviluppava il suo leggendario stile chitarristico basato sul tapping, Roth si affermava come un frontman che combinava una teatralità accattivante con una potente capacità vocale. La loro chimica era palpabile, anche se non priva di tensione: Eddie era un perfezionista, dedicato alla sua arte, mentre Roth era un istrionico amante dello spettacolo. Questa tensione creativa divenne una delle forze trainanti dietro il loro successo.
La vera svolta arrivò quando Gene Simmons dei Kiss vide la band suonare dal vivo e, impressionato, finanziò la produzione del loro primo demo. Nonostante questo aiuto, Simmons non è riuscito a trovare un’etichetta interessata a pubblicare il loro lavoro. Tuttavia, fu un altro incontro fortunato a cambiare tutto: Ted Templeman, produttore della Warner Bros., li notò durante uno spettacolo e intuì subito il loro potenziale. Nel 1977, i Van Halen firmarono con Warner Bros., pronti per lasciare il segno nel mondo del rock.
Van Halen I – La nascita di una rivoluzione
L’album di debutto, Van Halen I , pubblicato nel 1978, fu una rivoluzione musicale. Ogni traccia esplodeva di energia e innovazione. L’inizio di “Runnin’ with the Devil” era già un grido di battaglia, ma fu l’assolo di “Eruption” a ridefinire il ruolo della chitarra nella musica rock. Eddie Van Halen presentava al mondo la tecnica del tapping a due mani, sconvolgendo chitarristi e appassionati. Mai prima d’allora qualcuno aveva sentito una chitarra suonare così.
Le radio abbracciarono brani come “Ain’t Talkin’ ‘bout Love” e “You Really Got Me” (cover dei Kinks), e l’album divenne rapidamente un successo commerciale. Il mix perfetto tra l’abilità chitarristica di Eddie, la voce acrobatica di Roth, e la solida sezione ritmica di Alex Van Halen e Michael Anthony portò Van Halen I a vendere oltre 10 milioni di copie. L’industria musicale aveva un nuovo re del rock, e il nome era Van Halen.
Gli anni della gloria e l’ascesa al potere
Dopo il successo del primo album, i Van Halen si ritrovarono catapultati nella celebrità. Nel giro di pochi anni pubblicarono una serie di album che cementarono la loro reputazione. Van Halen II (1979), Women and Children First (1980), Fair Warning (1981), e Diver Down (1982) segnano una scalata costante nelle classifiche. Ogni album presentava un sound che si evolveva, ma manteneva l’energia grezza che li aveva resi famosi.
Durante questo periodo, la band si consolidò anche la loro fama di incredibili interpreti dal vivo. I loro concerti erano una combinazione esplosiva di tecnica e spettacolo. Eddie suonava con una precisione chirurgica, mentre Roth eseguiva salti mortali e capriole sul palco, scherzando con il pubblico e alimentando la leggenda del “Diamond Dave”. Ma dietro il successo, cominciavano a emergere crepe.
Il rapporto tra Eddie e David Lee Roth era sempre stato complesso. Eddie, dedito alla musica, vedeva il lato più “pop” e commercialmente orientato di Roth come una distrazione dal loro vero potenziale artistico. Roth, d’altro canto, capiva l’importanza di mantenere lo spettacolo accattivante e accessibile. Queste divergenze creative portarono una crescente tensione all’interno della band.
1984 e il trionfo commerciale
Nel 1984, i Van Halen raggiunsero l’apice della loro carriera con l’album 1984 . L’album fu un colpo di genio, non solo per i successi come “Jump”, ma anche per l’uso innovativo delle tastiere da parte di Eddie. “Jump” divenne il loro primo e unico singolo a raggiungere il numero uno nelle classifiche americane, dimostrando che i Van Halen potevano reinventarsi senza sacrificare la loro essenza.
Il tour che seguì l’uscita dell’album fu un successo clamoroso, con i Van Halen che riempivano arene e stadi in tutto il mondo. Tuttavia, dietro le quinte, la frattura tra Eddie e Roth continuava ad allargarsi. L’idea di includere tastiere e sperimentare con un suono più commerciale non seduceva affatto Roth, che preferiva rimanere fedele alle radici più selvagge e hard rock della band.
La situazione divenne insostenibile e, alla fine del tour del 1984 , David Lee Roth lasciò la band. Fu un colpo devastante per i fan, molti dei quali pensavano che i Van Halen non sarebbero sopravvissuti senza il carisma di Roth. Ma Eddie aveva altre idee.
L’era di Sammy Hagar – Una nuova direzione
Dopo l’uscita di Roth, la band si trovava a un bivio cruciale. Molti avevano pronosticato la fine dei Van Halen, ma Eddie era determinato a mantenere viva la band. La scelta del nuovo cantante è caduta su Sammy Hagar, un artista già affermato con una solida carriera solista. Il cambiamento non fu solo di frontman, ma anche di suono.
Con Hagar alla voce, i Van Halen si reinventarono. L’album 5150 , il primo con Hagar, pubblicato nel 1986, fu un enorme successo, raggiungendo il numero uno nelle classifiche e producendo hit come “ Why Can’t This Be Love” e “Dreams”. Il suono della band divenne più melodico e raffinato, mantenendo comunque l’energia che li aveva resi famosi. La chimica tra Eddie e Hagar era diversa da quella con Roth, ma funzionava. La band sembrava aver trovato una nuova strada, più matura e accessibile.
Nei successivi dieci anni, i Van Halen continuarono a dominare le classifiche con album come OU812 (1988), For Unlawful Carnal Knowledge (1991), e Balance (1995). Durante l’era Hagar, la band accumulò successi commerciali e vinse di premi, consolidando ulteriormente il loro status di titani del rock.
Tuttavia, anche con Hagar, le tensioni non mancarono. Alla metà degli anni ’90, i rapporti interni cominciarono a deteriorarsi, e nel 1996 Sammy Hagar lasciò la band.
La riconciliazione con David Lee Roth e il caos degli anni 2000
Dopo l’uscita di Hagar, la band si trovò di nuovo a un bivio. La breve reunion con David Lee Roth nel 1996 per alcune canzoni nuove incluse in una raccolta di successi fece sperare i fan in un ritorno definitivo di Roth. Tuttavia, le vecchie tensioni si riemersero, e la reunion naufragò rapidamente.
Negli anni seguenti, i Van Halen passarono attraverso diversi cantanti, tra cui Gary Cherone, ex membro degli Extreme, con cui pubblicarono l’album Van Halen III nel 1998.
Fu solo nel 2007 che i Van Halen riuscirono a riconciliarsi con David Lee Roth, annunciando una reunion ufficiale. La band tornò in tour, con Eddie Van Halen in splendida forma.
La scomparsa di una leggenda e l’eredità eterna
Nel 2012, i Van Halen fecero il loro ritorno discografico con A Different Kind of Truth .
Il tour che seguì l’uscita dell’album fu un successo e mostrerà una band in grande forma, con Eddie Van Halen che suonava con una tecnica impeccabile e David Lee Roth che, nonostante l’età, era ancora in grado di coinvolgere il pubblico. con la sua personalità vivace. Tuttavia, dietro le quinte, la salute di Eddie cominciava a peggiorare. Dopo anni di lotte contro varie malattie, incluso il cancro alla gola, la condizione di Eddie divenne più grave.
Il 6 ottobre 2020, Eddie Van Halen si spende all’età di 65 anni, dopo una lunga battaglia contro il cancro. La sua morte segnò la fine di un’era nella musica rock, lasciando un vuoto incolmabile non solo per i fan dei Van Halen, ma per l’intero mondo musicale. L’impatto di Eddie sulla musica era stato immenso: aveva rivoluzionato il modo di suonare la chitarra, ispirando generazioni di chitarristi con il suo stile unico e la sua capacità tecnica senza pari. Molti dovranno il suo assolo in “Eruption” come uno dei momenti più iconici nella storia della chitarra
Il lascito dei Van Halen
I Van Halen non furono solo una band rock: furono un’istituzione. Con la loro musica, hanno ispirato intere generazioni di musicisti e fan, lasciando un’eredità che va ben oltre i numeri di vendita oi successi in classifica. La chitarra di Eddie Van Halen cambiò per sempre il modo in cui lo strumento viene suonato, mentre la combinazione tra spettacolo e virtuosismo che caratterizzava i loro concerti rimarrà un punto di riferimento per tutte le band che seguiranno
Sia che si tratti dell’energia selvaggia dell’era Roth, sia della profondità melodica dell’era Hagar, i Van Halen rimarranno per sempre un simbolo di eccellenza musicale e creatività senza confronti.
discografia
discografia ⬇️⬆️
Van Halen | 1978 | Album di debutto che introduce il sound esplosivo della band, con brani iconici come “Runnin’ with the Devil” e “Eruption”. |
Van Halen II | 1979 | Secondo album che consolida il successo della band, con brani come “Dance the Night Away” e “Outlaw”. |
Women and Children First | 1980 | Album più duro e oscuro rispetto ai precedenti, con brani come “And the Cradle Will Rock…” e “Unchained”. |
Fair Warning | 1981 | Album che esplora sonorità più mature, con brani come “Unchained” e “Why Can’t This Be Love”. |
Diver Down | 1982 | Album che contiene la celebre cover di “Your Love” dei The Kinks e brani come “Dancing in the Street”. |
1984 | 1984 | Album che raggiunge il successo commerciale più alto, con brani come “Jump” e “Panama”. |
5150 | 1986 | Album che segna l’addio di David Lee Roth e l’arrivo di Sammy Hagar alla voce, con brani come “Right Now” e “Why Can’t This Be Love”. |
OU812 | 1988 | Album che continua l’esperimento con Sammy Hagar alla voce, con brani come “Dreams” e “Poundcake”. |
For Unlawful Carnal Knowledge | 1991 | Album che segna un ritorno alle origini con un sound più duro e diretto. |
T-Shirt
curiosità
Eddie Van Halen non sapeva leggere la musica
Uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi, Eddie Van Halen, non sapeva leggere le note musicali. Ha imparato a suonare “a orecchio” e sviluppò la sua straordinaria tecnica ascoltando dischi e imitando ciò che sentiva. Questo lo portò a innovare in modi che musicisti più tradizionalisti non avrebbero immaginato.
La canzone “Jump” era inizialmente rifiutata dalla band
“Jump”, uno dei più grandi successi dei Van Halen, è riconosciuta per il suo uso prominente di tastiere. Tuttavia, quando Eddie Van Halen presentò per la prima volta l’idea, il frontman David Lee Roth era contrario all’introduzione di tastiere in una band principalmente di hard rock. Fortunatamente, Eddie insistette, e la canzone divenne uno dei loro più grandi successi commerciali.
La proposta per sostituire Michael Anthony con Billy Sheehan
Prima che Wolfgang Van Halen sostituisse Michael Anthony come bassista nel 2006, Eddie aveva pensato di rimpiazzare Anthony con Billy Sheehan, uno dei più virtuosi bassisti rock. Anche se la cosa non si concretizzò, Sheehan rimase amico della band e suonò occasionalmente insieme a loro in alcune sessioni.
Il primo logo della band
Il logo iconico dei Van Halen è cambiato varie volte nel corso degli anni, ma la prima versione, disegnata da David Lee Roth, era molto più semplice e meno riconoscibile. Fu solo con il successo di Van Halen II che il logo a “V” con le ali, conosciuto da tutti oggi, prese piede.
Eddie ha inventato tecniche chitarristiche
Eddie Van Halen è famoso per aver perfezionato e reso popolare il tapping, una tecnica che permette di suonare note velocissime usando entrambe le mani sulla tastiera della chitarra. Anche se non fu lui a inventarla, Eddie la rese famosa e sviluppò nuove modalità di utilizzo che influenzarono generazioni di chitarristi.
David Lee Roth era un paramedico
Dopo la sua prima uscita dai Van Halen, David Lee Roth ha avuto una carriera decisamente insolita. Ha infatti lavorato come paramedico a New York. In varie interviste ha raccontato di aver partecipato a numerose operazioni di emergenza in ambulanza, un’esperienza lontana dal glamour del rock.
L’influenza di Alex Van Halen nella band
Anche se Eddie è la figura più riconosciuta della band, Alex Van Halen, il fratello maggiore di Eddie e batterista dei Van Halen, ha avuto un ruolo cruciale nella struttura musicale della band. Fu Alex a insistere sull’utilizzo di elementi jazz nella batteria per creare un sound unico.
Eddie costruì il suo amplificatore personalizzato
Eddie non si fermava solo alle chitarre, ma personalizzava anche gli amplificatori. Per ottenere il suono potente e riconoscibile che lo caratterizzava, aprì il suo amplificatore Marshall e modificò i circuiti, sviluppando quello che diventò il suo “Brown Sound”, un tono caldo, aggressivo e pieno.
Il concerto dei Van Halen che fece tremare il suolo
Nel 1984, i Van Halen suonarono un concerto all’Università del Michigan che divenne famoso per una ragione insolita. Durante la loro esibizione, l’intensità dei suoni e l’energia del pubblico erano tali che i sismografi dell’università registrarono lievi scosse, simili a un terremoto di bassa intensità.
Le copertine degli album e gli Easter Eggs
La copertina dell’album 1984 è una delle più iconiche del rock, con un angioletto che fuma una sigaretta. Tuttavia, meno noto è che David Lee Roth scrisse la sceneggiatura per la copertina. Ci sono anche vari Easter Eggs nei loro album, come messaggi nascosti o immagini particolari che solo i fan più attenti hanno notato.
La rivalità interna nella band
Oltre alla nota rivalità tra David Lee Roth e Sammy Hagar, anche all’interno della famiglia Van Halen ci furono tensioni. Eddie e Alex, nonostante fossero fratelli e co-fondatori della band, spesso avevano visioni diverse su come gestire la band, creando momenti di attrito.
Il mistero dietro la “Dottor Roth”
David Lee Roth è una delle figure più eccentriche nella storia del rock. Uno dei suoi progetti più misteriosi è quello di aver studiato per diventare un medico naturopata, qualcosa di cui non ha mai parlato troppo apertamente.
Il rifiuto di Eddie Van Halen di suonare per i Kiss
Gene Simmons dei Kiss tentò di reclutare Eddie Van Halen nei Kiss negli anni ’80, ma Eddie rifiutò l’offerta, rimanendo fedele alla sua band. Anche Paul Stanley dei Kiss ha confermato questa storia, sottolineando come Eddie fosse tentato di cambiare ma alla fine decise di restare con i Van Halen.
La causa tra David Lee Roth e la band
Nel 2001, David Lee Roth fece causa a Eddie e Alex Van Halen per questioni legate ai diritti d’autore e ai ricavi dei concerti dal vivo. Anche se la causa venne risolta fuori dal tribunale, questa vicenda contribuì a mantenere la distanza tra Roth e i fratelli Van Halen per alcuni anni.
La passione di Eddie per gli elettrodomestici
Eddie Van Halen non era solo un innovatore in ambito musicale, ma amava anche smontare elettrodomestici e riassemblarli. Ha spesso raccontato di aver imparato a costruire amplificatori personalizzati smontando la radio e altri apparecchi elettronici di casa.
libri
Runnin' with the devil. Alle origini dei Van Halen
L’ascesa dei Van Halen negli anni ’80 fu travolgente. Noel Monk, loro manager, svela senza censure i retroscena della band in "Runnin' with the Devil", ricco di fotografie rare.