Miles Davis
Miles Dewey Davis III, nato il 26 maggio 1926 ad Alton, Illinois, è uno dei musicisti più influenti nella storia del jazz. La sua carriera, che abbraccia oltre cinque decenni, mostra una continua evoluzione di stili musicali e un impegno incessante per l’innovazione. Davis non era solo un trombettista; era un visionario che ha cambiato per sempre il panorama del jazz.
Primi Anni e Inizi
Miles Davis è nato in una famiglia afroamericana relativamente benestante. Suo padre, Miles Dewey Davis Jr., era un affermato dentista, e sua madre, Cleota Mae, era un’insegnante di musica e violinista. La famiglia si trasferì a East St. Louis, Illinois, poco dopo la sua nascita, dove Davis crebbe in un ambiente che valorizzava l’istruzione e la cultura.
L’interesse di Davis per la musica iniziò presto. A 13 anni iniziò a prendere lezioni di tromba, incoraggiato dal padre. Il suo primo insegnante fu Elwood Buchanan, che gli insegnò a suonare senza vibrato, una tecnica che influenzò il suo suono distintivo. A 16 anni, Davis suonava già professionalmente in band locali.
Nel 1944, Davis si trasferì a New York per frequentare la prestigiosa Juilliard School of Music. Tuttavia, trovò l’ambiente accademico soffocante e fu più attratto dalla vibrante scena jazz di Harlem. Iniziò a suonare con Charlie Parker e Dizzy Gillespie, due giganti del movimento bebop. Questo periodo segnò il suo primo approccio al jazz professionale e gettò le basi per la sua futura carriera.
Nel 1949, Davis assemblò un nonetto composto da alcuni dei musicisti più talentuosi dell’epoca, tra cui Gerry Mulligan, Lee Konitz e John Lewis. Le registrazioni di queste sessioni furono successivamente pubblicate come l’album “Birth of the Cool”. Questo album segnò un allontanamento dallo stile frenetico del bebop, introducendo un approccio più rilassato e sofisticato che venne chiamato “cool jazz”. Gli arrangiamenti, influenzati dalla musica classica, erano innovativi e dimostrarono la propensione di Davis per l’innovazione.
Il Primo Grande Quintetto e l’Hard Bop
A metà degli anni ’50, Davis aveva consolidato la sua reputazione come una figura di spicco nel jazz. Firmò con la Columbia Records nel 1955 e formò il primo dei suoi due leggendari quintetti. Questo gruppo includeva John Coltrane al sassofono tenore, Red Garland al pianoforte, Paul Chambers al contrabbasso e Philly Joe Jones alla batteria. La loro collaborazione portò a diversi album classici, tra cui “‘Round About Midnight” (1957) e la serie di album registrati per la Prestige Records: “Cookin'”, “Relaxin'”, “Workin'” e “Steamin'”.
Durante questo periodo, la musica di Davis era caratterizzata da uno stile noto come “hard bop”, che incorporava elementi di rhythm and blues, gospel e blues, creando un suono più soul e viscerale rispetto al bebop. Il suo album del 1957 “Miles Ahead”, arrangiato da Gil Evans, ampliò ulteriormente il suo repertorio musicale, incorporando elementi orchestrali e arrangiamenti complessi.
Kind of Blue e il Jazz Modale
Nel 1959, Davis registrò “Kind of Blue”, un album che sarebbe diventato uno dei più famosi e influenti nella storia del jazz. L’album includeva John Coltrane, Cannonball Adderley, Bill Evans, Paul Chambers e Jimmy Cobb. Ciò che distingue “Kind of Blue” è l’uso del jazz modale, uno stile basato su scale o “modi” piuttosto che sulle progressioni di accordi tradizionali. Questo approccio permetteva una maggiore libertà improvvisativa e creava un suono più aperto e atmosferico. Le tracce dell’album, tra cui “So What” e “Freddie Freeloader”, sono considerate capolavori del jazz.
Il Secondo Grande Quintetto e il Jazz Avanguardistico
A metà degli anni ’60, Davis formò il suo secondo grande quintetto, con Wayne Shorter al sassofono tenore, Herbie Hancock al pianoforte, Ron Carter al contrabbasso e Tony Williams alla batteria. Questo gruppo spinse ulteriormente i confini del jazz, incorporando elementi di free jazz e musica d’avanguardia. Album come “E.S.P.” (1965), “Miles Smiles” (1967), “Sorcerer” (1967) e “Nefertiti” (1968) mostrarono il loro approccio innovativo alla composizione e all’improvvisazione.
Questo periodo vide anche l’aumento dell’uso di strumenti elettrici e della tecnologia in studio da parte di Davis, preannunciando le sue future incursioni nella fusione jazz. L’interazione dinamica e i ritmi complessi del quintetto fissarono nuovi standard per l’esecuzione e la composizione jazzistica.
Fusione e il Miles Elettrico
La fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 segnò un cambiamento drastico nella musica di Davis. Influenzato dal rock, dal funk e dalla musica elettronica, iniziò a sperimentare con strumenti elettrici e amplificazione. Questo periodo, spesso definito “Electric Miles”, produsse alcune delle sue opere più controverse e rivoluzionarie.
L’album del 1969 “In a Silent Way” fu un momento cruciale, mescolando paesaggi sonori ambient con l’improvvisazione jazz. Questo fu seguito da “Bitches Brew” (1970), un doppio album che fuse jazz con ritmi rock e funk. Con un grande ensemble di musicisti, tra cui Chick Corea, John McLaughlin e Joe Zawinul, “Bitches Brew” fu un successo sia commerciale che critico, aiutando a stabilire il genere della fusione jazz.
Davis continuò a esplorare la musica elettrica con album come “A Tribute to Jack Johnson” (1971), “On the Corner” (1972), “Big Fun” (1974) e “Get Up with It” (1974). Questi album erano caratterizzati da texture ritmiche dense e improvvisazioni estese, riflettendo l’influenza della musica nera contemporanea e della cultura urbana.
Anni Successivi e il Ritorno
A metà degli anni ’70, la salute di Davis iniziò a peggiorare a causa di vari disturbi e delle sue lotte contro la dipendenza. Si ritirò dalla musica nel 1975 e si ritirò dalla vita pubblica. Tuttavia, la sua influenza rimase forte e le sue registrazioni continuarono a ispirare nuove generazioni di musicisti.
Nel 1980, Davis fece un ritorno trionfale alla musica con l’album “The Man with the Horn”. Abbracciò un suono più commerciale, incorporando elementi di pop, rock e funk. Negli anni ’80 continuò a pubblicare album e a fare tournée, collaborando con musicisti più giovani ed esplorando nuovi stili.
I suoi album di questo periodo, come “Tutu” (1986), “Amandla” (1989) e “Doo-Bop” (1992), mostrarono la sua capacità di adattarsi e innovare. “Tutu”, in particolare, fu un successo critico, mescolando jazz con pop contemporaneo e musica elettronica. Davis si avventurò anche nella composizione di colonne sonore, componendo la colonna sonora per il film del 1987 “Siesta”.
Eredità e Influenza
Miles Davis morì il 28 settembre 1991, ma la sua eredità continua a risuonare nel mondo della musica. Fu un vero pioniere, spingendo costantemente i confini del jazz ed esplorando nuovi territori musicali. La sua influenza può essere vista nel lavoro di innumerevoli musicisti attraverso vari generi.
I contributi di Davis al jazz sono incommensurabili. Fu determinante nello sviluppo del bebop, del cool jazz, dell’hard bop, del jazz modale e della fusione jazz. Il suo approccio innovativo all’improvvisazione, alla composizione e agli arrangiamenti fissò nuovi standard per il genere. Album come “Kind of Blue”, “Bitches Brew” e “In a Silent Way” sono considerati ascolti essenziali per chiunque sia interessato al jazz.
Oltre alle sue innovazioni musicali, Davis fu anche un’icona culturale. Il suo stile, carisma e personalità schietta lo resero un simbolo di libertà artistica e indipendenza creativa. Sfida le convenzioni e abbatté le barriere, sia musicalmente che socialmente.
discografia
Discografia ⬆️⬇️
Birth of the Cool | 1957 | Questo album segna una svolta nel jazz, introducendo un suono più cool e rilassato, con arrangiamenti sofisticati e improvvisazioni più libere. |
Kind of Blue | 1959 | Considerato uno dei più grandi album di jazz di sempre, “Kind of Blue” è un capolavoro del jazz modale, con composizioni aperte e improvvisazioni che hanno definito un nuovo linguaggio musicale. |
Miles Ahead | 1957 | Un album che esplora il territorio del cool jazz e del hard bop, con brani composti da Gil Evans e Miles Davis. |
Porgy and Bess | 1958 | Una rivisitazione jazzistica dell’opera di George Gershwin, con arrangiamenti orchestrali e una voce femminile che interpreta le arie. |
Sketches of Spain | 1960 | Un album ispirato alla musica spagnola, con arrangiamenti di Gil Evans e un sound ricco e orchestrale. |
Someday My Prince Will Come | 1961 | Un album più intimo e riflessivo, con brani melodici e improvvisazioni delicate. |
Quiet Nights | 1962 | Un album che esplora il bossa nova, con arrangiamenti sofisticati e un’atmosfera rilassata. |
Seven Steps to Heaven | 1963 | Un album che segna un ritorno al hard bop, con un sound più energico e improvvisazioni più intense. |
Miles Smiles | 1966 | Inizio di una nuova fase sperimentale per Davis, con un sound più free e improvvisato. |
Nefertiti | 1967 | Un album con un sound più elettrico e influenze rock, che anticipa il jazz fusion. |
In a Silent Way | 1969 | Un album pionieristico nel campo del jazz fusion, con lunghe improvvisazioni e un sound elettronico. |
Bitches Brew | 1969 | Un altro capolavoro del jazz fusion, con un sound ancora più elettrico e sperimentale. |
A Tribute to Jack Johnson | 1970 | Un album che esplora il funk e il rock, con un sound più duro e ritmico. |
On the Corner | 1972 | Un album molto innovativo e complesso, con un sound elettronico e influenze funk. |
Get Up with It | 1974 | Un album che continua l’esplorazione del jazz fusion, con un sound più funk e dance. |
Tutu | 1986 | Un ritorno al successo commerciale, con un sound più pop e orecchiabile. |
T-Shirt
curiosità
Gli inizi musicali di Miles Davis
Davis iniziò a suonare la tromba a 13 anni. Il suo primo insegnante, Elwood Buchanan, gli consigliò di suonare senza vibrato, influenzando così il suo suono distintivo.
Gli anni di formazione a New York
Nel 1944, a soli 18 anni, si trasferì a New York per studiare alla Juilliard School of Music. Tuttavia, trascorse più tempo suonando con Charlie Parker, diventando uno dei membri del suo quintetto. Questa esperienza precoce con Parker, uno dei pionieri del bebop, segnò profondamente il giovane Davis.
La nascita del cool jazz
Nel 1949, Davis formò un nonetto che includeva Gerry Mulligan e Lee Konitz. Le registrazioni di queste sessioni furono rivoluzionarie e furono pubblicate come “Birth of the Cool”. Questo album segnò l’inizio del cool jazz e rappresentò un allontanamento dallo stile frenetico del bebop.
La lotta contro la dipendenza
Durante gli anni ’50, Davis lottò con la dipendenza da eroina. Dopo un difficile processo di disintossicazione nel 1954, riuscì a superare la sua dipendenza, ma continuò a combattere contro l’abuso di sostanze per gran parte della sua vita.
La passione per la boxe
Miles Davis era un appassionato di boxe. Aveva una palestra privata in casa sua dove si allenava regolarmente. Spesso trovava che la disciplina e la concentrazione richieste nella boxe fossero simili a quelle necessarie per la musica.
L’innovazione nella musica
Fu uno dei primi musicisti jazz a incorporare strumenti elettrici e tecniche di registrazione avanzate. Album come “Bitches Brew” e “In a Silent Way” utilizzarono tecniche di sovraincisione e manipolazione dei nastri, anticipando il futuro del jazz fusion e della musica elettronica.
Il cambiamento di stile negli anni ’70
Negli anni ’70, Davis abbandonò il tradizionale abito elegante in favore di un look più casual e funky. Questo rifletteva il suo cambiamento musicale verso la fusione jazz e il funk, esemplificato da album come “On the Corner”.
La controversia e l’arresto al Birdland
Davis era noto per la sua personalità controversa e spesso litigava con i club e i promotori. Una delle storie più famose riguarda un episodio del 1959, quando fu arrestato fuori dal Birdland Club di New York mentre prendeva una boccata d’aria durante una pausa del concerto. Fu accusato ingiustamente di condotta disordinata e resistenza all’arresto.
I riconoscimenti e Kind of Blue
Durante la sua carriera, Davis ha vinto otto Grammy Awards e molti altri riconoscimenti. Il suo album “Kind of Blue” è spesso citato come l’album jazz più venduto di tutti i tempi e ha ricevuto il riconoscimento del Grammy Hall of Fame.
La voce roca
Davis sviluppò una voce roca e distintiva dopo un’operazione alle corde vocali nel 1955. Ignorando il consiglio medico di rimanere in silenzio per diverse settimane, riprese a parlare troppo presto, danneggiando permanentemente la sua voce.
La passione per la pittura
Negli ultimi anni della sua vita, Davis si dedicò anche alla pittura. Le sue opere erano spesso esposte in gallerie d’arte, e trovò in questa attività un altro mezzo di espressione creativa.
Vita sentimentale e relazioni
Davis ebbe diverse relazioni sentimentali e fu sposato tre volte. Le sue relazioni con donne come Frances Taylor e Cicely Tyson furono sia tempestose che influenti sulla sua vita e carriera.
Il ritorno negli anni ’80
Dopo essersi ritirato dalla musica a metà degli anni ’70 a causa di problemi di salute e dipendenze, Davis fece un ritorno trionfale negli anni ’80 con un nuovo stile che mescolava pop, rock e funk, dimostrando ancora una volta la sua capacità di reinventarsi.
libri
Miles. L'auto biografia
Dall'epoca d'oro del bebop alla rivoluzione della fusion, Miles Davis narra la sua evoluzione musicale, gruppi, album, concerti, relazioni, e sfide personali in un'autobiografia eccezionale che è insieme una ricca enciclopedia del jazz e un ritratto della cultura nera americana.
The chief
Nel 1980, dopo cinque anni di isolamento e abusi, Miles Davis inizia a risorgere grazie al produttore George Butler e al supporto dell'attrice Cecily Tyson. Registra "The Man with the Horn", segnando il suo ritorno con un nuovo suono rock/funk.
Kind of blue
Il 2 marzo 1959, nello studio della Columbia Records a New York, Miles Davis e il suo leggendario sestetto - John Coltrane, Bill Evans, Cannonball Adderley, Jimmy Cobb, Paul Chambers e Wynton Kelly - registrarono "Kind of Blue", creando un capolavoro di jazz modale.
La filosofia di Miles Davis
Scrivere di Miles Davis significa confrontarsi con un musicista leggendario e una prospettiva filosofica unica. La sua musica sfida i filosofi perché imprevedibile, armonica, melodica e ritmica, spinta dal desiderio di esplorare nuovi limiti e sperimentare un dinamismo metamorfico.
Miles Davis. Dal bebop all'hip-hop
Miles Davis, icona del jazz, ha rivoluzionato il suono con la sua tromba e la sordina. Innovatore del cool jazz e jazz-rock, ha collaborato con leggende come Coltrane, Gil Evans e Hancock.